Tesi etd-09032009-162440 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BERNARDI, GIULIO
URN
etd-09032009-162440
Titolo
Cervello umano e percezione del mondo esterno: gli effetti dell’esperienza visiva sulla connettività funzionale del complesso hMT in relazione alla percezione tattile e visiva del movimento
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Pietrini, Pietro
Parole chiave
- complesso MT
- connettività funzionale
- non vedenti
- percezione del movimento
- risonanza magnetica funzionale
Data inizio appello
22/09/2009
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
22/09/2049
Riassunto
In recenti studi neurofunzionali, è stato dimostrato che il complesso hMT+ si attiva non solo durante la discriminazione del movimento attraverso la vista, ma anche quando questa è mediata dalla percezione tattile, sia in individui normovedenti che in ciechi congeniti (Ricciardi et al. 2007). Tali osservazioni hanno permesso di avanzare l’ipotesi di un’organizzazione sopramodale per questa regione corticale deputata all’elaborazione del movimento, del tutto simile a quella già descritta per altre parti della corteccia extrastriata appartenenti alle vie ventrale e dorsale (Pietrini et al. 2004; Amedi et al. 2005). L’esperienza visiva sembra in grado di determinare una suddivisione di hMT+ in una subregione più anteriore “sopramodale”, coinvolta nella rappresentazione del flusso ottico e di quello tattile, ed una subregione posteriore “visiva”, dedicata unicamente alla rappresentazione del flusso ottico (Ricciardi et al. 2007).
Numerosi studi hanno in aggiunta definito la possibilità che hMT+ sia in grado di ricevere informazioni sul movimento direttamente da uno o più nuclei talamici, attraverso una via diretta sottocorticale diversa da quella “classica” passante dalla corteccia striata (e.g. Zeki 1995). Questa è stata peraltro chiamata in causa per spiegare un particolare fenomeno, noto come blindsight, nel quale gli individui conservano una percezione visiva non cosciente di alcune proprietà degli stimoli presentati all’interno del loro campo cieco, nonostante la perdita, parziale o completa, della corteccia di V1. Nonostante le diverse evidenze sperimentali acquisite sia su primati non umani che nell’uomo, il preciso ruolo di detta via sottocorticale, così come l’identità delle regioni sottocorticali effettivamente coinvolte rimangono tuttora incerti.
In questa Tesi di Laurea abbiamo valutato gli effetti dell’esperienza visiva sullo sviluppo della connettività funzionale cerebrale relativamente alle porzioni anteriore e posteriore di hMT+. Abbiamo, inoltre, analizzato i network di connettività funzionale di alcune strutture talamiche (scelte sulla base di dati raccolti in letteratura), quali il Nucleo Genicolato Laterale, il Pulvinar, e il Nucleo Ventrale PosteroLaterale, allo scopo di individuare una eventuale correlazione di queste con il complesso hMT+. Effettuando l’analisi su individui ciechi e vedenti, in compiti tattili e visivi, è stato inoltre possibile valutare gli effetti dell’esperienza visiva su tali networks di connettività funzionale.
Abbiamo impiegato la Risonanza Magnetica funzionale (GRE-EPI, 1.5T GE) per esaminare l’attività neurale indotta dalla percezione passiva del movimento visivo e/o tattile (rotazionale e traslazionale), mediante stimolazioni eseguite su 11 volontari, di cui 7 vedenti (1F, età media ± D.S. = 27 ± 2 anni) e 4 ciechi congeniti (1F, 37 ± 14), tutti destrimani ed in buono stato di salute. Durante il compito visivo, i partecipanti dovevano fissare una croce bianca mentre dei punti grigi si muovevano su uno sfondo nero. Nel compito tattile, patterns di punti simili a quelli utilizzati nel linguaggio Braille si muovevano scorrendo sotto i polpastrelli del secondo e terzo dito della mano destra o sinistra dei volontari. Per l’analisi di correlazione di connettività funzionale sono stati definiti come regioni di interesse (ROIs) i voxels significativi delle porzione anteriore “sopramodale” di hMT+ e posteriore “visiva” di hMT+ dei due lati. Per ogni partecipante allo studio, è stato calcolato il valore del coefficiente di correlazione della serie temporali medie di ciascuna seed ROI con le serie temporali di tutti gli altri voxels cerebrali. Per ognuna delle ROI sono state calcolate le mappe di gruppo dei coefficienti di correlazione degli Z-score (P < 0.0001).
Sia nei vedenti che nei ciechi congeniti è stato possibile riscontrare, durante la percezione del movimento mediante il tatto o la vista, una correlazione positiva di hMT+ dei due lati con numerose regioni corticali, incluse la corteccia frontale inferiore e dell’insula bilateralmente, la corteccia temporale ventrale e occipital laterale, il cingolo posteriore, il cuneo, la corteccia temporale media e superiore. È altresì vero che, nei vedenti, durante la percezione del movimento col tatto, il network di connettività funzionale ottenuto utilizzando come seed ROI la parte anteriore “sopramodale” di hMT+ risultava diverso da quello ottenuto usando la parte posteriore “visiva” di questa area. Infatti, nei vedenti l’area premotoria ventrale, la corteccia sensorimotoria e quella parietale posteriore risultavano correlate con la parte anteriore “sopramodale” ma non con quella posteriore di hMT+. Viceversa, queste stesse regioni apparivano correlate con entrambe le seed negli individui ciechi congeniti.
Queste osservazioni indicano che un set di regioni può costituire con hMT+ un comune network di connettività funzionale, dedicato all’elaborazione del movimento, indipendentemente dalla modalità sensoria attraverso cui le informazioni sono acquisite e nonostante l’assenza di qualsiasi esperienza visiva, in accordo con precedenti risultati riportati in letteratura (Ricciardi et al. 2007). Allo stesso tempo comunque l’esperienza visiva può portare ad una segregazione della corteccia occipito-temporale implicata nella rappresentazione del movimento, in una subregione anteriore “sopramodale” ed una posteriore “visiva”, con differenti patterns di connettività funzionale.
Numerosi studi hanno in aggiunta definito la possibilità che hMT+ sia in grado di ricevere informazioni sul movimento direttamente da uno o più nuclei talamici, attraverso una via diretta sottocorticale diversa da quella “classica” passante dalla corteccia striata (e.g. Zeki 1995). Questa è stata peraltro chiamata in causa per spiegare un particolare fenomeno, noto come blindsight, nel quale gli individui conservano una percezione visiva non cosciente di alcune proprietà degli stimoli presentati all’interno del loro campo cieco, nonostante la perdita, parziale o completa, della corteccia di V1. Nonostante le diverse evidenze sperimentali acquisite sia su primati non umani che nell’uomo, il preciso ruolo di detta via sottocorticale, così come l’identità delle regioni sottocorticali effettivamente coinvolte rimangono tuttora incerti.
In questa Tesi di Laurea abbiamo valutato gli effetti dell’esperienza visiva sullo sviluppo della connettività funzionale cerebrale relativamente alle porzioni anteriore e posteriore di hMT+. Abbiamo, inoltre, analizzato i network di connettività funzionale di alcune strutture talamiche (scelte sulla base di dati raccolti in letteratura), quali il Nucleo Genicolato Laterale, il Pulvinar, e il Nucleo Ventrale PosteroLaterale, allo scopo di individuare una eventuale correlazione di queste con il complesso hMT+. Effettuando l’analisi su individui ciechi e vedenti, in compiti tattili e visivi, è stato inoltre possibile valutare gli effetti dell’esperienza visiva su tali networks di connettività funzionale.
Abbiamo impiegato la Risonanza Magnetica funzionale (GRE-EPI, 1.5T GE) per esaminare l’attività neurale indotta dalla percezione passiva del movimento visivo e/o tattile (rotazionale e traslazionale), mediante stimolazioni eseguite su 11 volontari, di cui 7 vedenti (1F, età media ± D.S. = 27 ± 2 anni) e 4 ciechi congeniti (1F, 37 ± 14), tutti destrimani ed in buono stato di salute. Durante il compito visivo, i partecipanti dovevano fissare una croce bianca mentre dei punti grigi si muovevano su uno sfondo nero. Nel compito tattile, patterns di punti simili a quelli utilizzati nel linguaggio Braille si muovevano scorrendo sotto i polpastrelli del secondo e terzo dito della mano destra o sinistra dei volontari. Per l’analisi di correlazione di connettività funzionale sono stati definiti come regioni di interesse (ROIs) i voxels significativi delle porzione anteriore “sopramodale” di hMT+ e posteriore “visiva” di hMT+ dei due lati. Per ogni partecipante allo studio, è stato calcolato il valore del coefficiente di correlazione della serie temporali medie di ciascuna seed ROI con le serie temporali di tutti gli altri voxels cerebrali. Per ognuna delle ROI sono state calcolate le mappe di gruppo dei coefficienti di correlazione degli Z-score (P < 0.0001).
Sia nei vedenti che nei ciechi congeniti è stato possibile riscontrare, durante la percezione del movimento mediante il tatto o la vista, una correlazione positiva di hMT+ dei due lati con numerose regioni corticali, incluse la corteccia frontale inferiore e dell’insula bilateralmente, la corteccia temporale ventrale e occipital laterale, il cingolo posteriore, il cuneo, la corteccia temporale media e superiore. È altresì vero che, nei vedenti, durante la percezione del movimento col tatto, il network di connettività funzionale ottenuto utilizzando come seed ROI la parte anteriore “sopramodale” di hMT+ risultava diverso da quello ottenuto usando la parte posteriore “visiva” di questa area. Infatti, nei vedenti l’area premotoria ventrale, la corteccia sensorimotoria e quella parietale posteriore risultavano correlate con la parte anteriore “sopramodale” ma non con quella posteriore di hMT+. Viceversa, queste stesse regioni apparivano correlate con entrambe le seed negli individui ciechi congeniti.
Queste osservazioni indicano che un set di regioni può costituire con hMT+ un comune network di connettività funzionale, dedicato all’elaborazione del movimento, indipendentemente dalla modalità sensoria attraverso cui le informazioni sono acquisite e nonostante l’assenza di qualsiasi esperienza visiva, in accordo con precedenti risultati riportati in letteratura (Ricciardi et al. 2007). Allo stesso tempo comunque l’esperienza visiva può portare ad una segregazione della corteccia occipito-temporale implicata nella rappresentazione del movimento, in una subregione anteriore “sopramodale” ed una posteriore “visiva”, con differenti patterns di connettività funzionale.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Frontespizio.pdf | 55.84 Kb |
Indice_I...zione.pdf | 45.31 Kb |
Ringrazi...rafia.pdf | 116.70 Kb |
9 file non consultabili su richiesta dell’autore. |