Tesi etd-09032009-104353 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
SCAFFIDI, LUIGI
Indirizzo email
scaffidi.luigi@tiscali.it
URN
etd-09032009-104353
Titolo
Infarto cerebrale arterioso perinatale: modello murino di induzione di un danno focale
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Cioni, Giovanni
Parole chiave
- endotelina-1
- ischemia focale
- periodo perinatale
- ratto
- stroke
- test comportamentali
Data inizio appello
22/09/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’infarto cerebrale arterioso perinatale rappresenta un evento relativamente frequente nella popolazione infantile. I fattori di rischio associati ad un evento cerebrovascolare di questo tipo sono molti, sebbene spesso non sia possibile stabilire l’eziopatogenesi del quadro. Le sequele neurologiche che risultano da un insulto focale a livello della corteccia motoria determinano un quadro di asimmetria funzionale con un grado variabile di gravità in relazione ai determinanti della lesione. Le prospettive riabilitative e terapeutiche sono basate sulla possibilità del cervello immaturo di recuperare la funzione motoria in modo nettamente migliore rispetto alle epoche successive dello sviluppo. I fattori che tuttavia determinano tali possibilità e inducono la plasticità ad un’evoluzione positiva del quadro sono molti e non di facile accesso allo studio sull’individuo. In letteratura sono stati validati modelli murini su animali adulti nei quali è stato possibile applicare strategie sperimentali di tipo terapeutico e finalizzate al recupero della plasticità [237, 238, 240, 242, 243, 246-248]. Gli studi condotti su modelli murini di lesione perinatale ad oggi sono tuttavia pochi [227-231, 235].
L’obiettivo del nostro studio è stato quello di creare un modello murino di induzione di una lesione focale nell’ottica di porre le basi a successive applicazioni nell’ambito della comprensione dei meccanismi del danno e dell’utilizzo per la sperimentazione di nuove prospettive terapeutiche.
È stato perciò reclutato un numero complessivo di ventisei ratti in età variabile tra P18 e P34 nei quali è stata ottimizzata una procedura di induzione del danno mediante iniezione intracorticale di endotelina-1 a livello della regione della corteccia motoria che controlla il movimento volontario dell’arto anteriore. Le lesioni in opportuno preparato istologico sono state visualizzate al microscopio a fluorescenza e descritte qualitativamente. Infine, raggiunta la dose ottimale di ET-1 per l’induzione della lesione, quattro animali sono stati sottoposti ad una batteria mirata di test neurocomportamentali al fine di valutare eventuali asimmetrie funzionali e deficit motori. Dall’analisi statistica dei dati riguardanti il comportamento sono emerse differenze significative nei parametri analizzati tra il gruppo dei ratti lesionati ed i controlli trattati con salina. I risultati ottenuti sono apparsi incoraggianti nell’ottica di ulteriori possibilità di miglioramento della metodologia e di un eventuale impiego per la sperimentazione di terapie specifiche mediche o riabilitative.
L’obiettivo del nostro studio è stato quello di creare un modello murino di induzione di una lesione focale nell’ottica di porre le basi a successive applicazioni nell’ambito della comprensione dei meccanismi del danno e dell’utilizzo per la sperimentazione di nuove prospettive terapeutiche.
È stato perciò reclutato un numero complessivo di ventisei ratti in età variabile tra P18 e P34 nei quali è stata ottimizzata una procedura di induzione del danno mediante iniezione intracorticale di endotelina-1 a livello della regione della corteccia motoria che controlla il movimento volontario dell’arto anteriore. Le lesioni in opportuno preparato istologico sono state visualizzate al microscopio a fluorescenza e descritte qualitativamente. Infine, raggiunta la dose ottimale di ET-1 per l’induzione della lesione, quattro animali sono stati sottoposti ad una batteria mirata di test neurocomportamentali al fine di valutare eventuali asimmetrie funzionali e deficit motori. Dall’analisi statistica dei dati riguardanti il comportamento sono emerse differenze significative nei parametri analizzati tra il gruppo dei ratti lesionati ed i controlli trattati con salina. I risultati ottenuti sono apparsi incoraggianti nell’ottica di ulteriori possibilità di miglioramento della metodologia e di un eventuale impiego per la sperimentazione di terapie specifiche mediche o riabilitative.
File
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