Tesi etd-09032009-100844 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
ZINGONI, GLORIA
URN
etd-09032009-100844
Titolo
Correlazione tra Imaging RM e il dato Anatomo-Patologico nel nodulo in paziente cirrotico
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Bartolozzi, Carlo
Parole chiave
- correlazione anatomo patologica
- nodulo paziente cirrotico
Data inizio appello
22/09/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il carcinoma epatocellulare rappresenta la più frequente evoluzione della cirrosi epatica.
Sebbene allo stato dell’arte, la diagnosi di epatocarcinoma venga posta grazie alla valutazione di studi di imaging nelle fasi di acquisizione dinamica, in questi ultimi anni, l’avvento di mezzi di contrasto intravascolari/epatobiliari in Risonanza Magnetica ha aperto la possibilità di esplorare la funzionalità ed il grado di differenziazione degli epatociti, consentendo di individuare l’eventuale progressione in senso maligno del nodulo in fasi precoci ed indipendentemente dal comportamento nello studio dinamico.
Scopo del nostro studio è stato quello di effettuare una valutazione retrospettiva dei pattern di intensità di segnale alla RM, sia in fase dinamica sia nelle acquisizioni in fase epatobiliare, delle nodularità evidenziate e classificate all’indagine anatomopatologica sui fegati espiantati.
Il nostro studio origina dalle osservazioni emerse dall’analisi di un database da noi formulato in cui sono stati inseriti i dati di 12 pazienti cirrotici sottoposti a trapianto ortotopico di fegato (TOF) tra Settembre 2008 e Giugno 2009.
L’analisi istologica ha individuato 30 nodularità, ponendo diagnosi di 9 epatocarcinomi, 11 noduli displasici di alto grado e 10 noduli displasici di basso grado.
All’esame dinamico RM, tali nodularità presentavano 4 differenti patterns:
A: lesioni isointense sia in fase arteriosa sia in fase tardiva
B: lesioni iso/ipointense in fase arteriosa ed ipointense in fase tardiva
C: lesioni iperintense in fase arteriosa ed ipointense in fase tardiva
D: lesioni iperintense in fase arteriosa ed isointense in fase tardiva
Per ogni nodularità è stata inoltre valutata l’intensità di segnale nella fase epatobiliare.
In base ai dati emersi dal nostro studio, è emersa una relazione statisticamente significativa tra pattern post contrastografico delle nodularità e natura delle lesioni. Inoltre, il riscontro di ipointensità della nodularità in fase epatobiliare, correla con differenziazione in senso maligno/premaligno della lesione indipendentemente dal pattern post contrastografico.
Sebbene allo stato dell’arte, la diagnosi di epatocarcinoma venga posta grazie alla valutazione di studi di imaging nelle fasi di acquisizione dinamica, in questi ultimi anni, l’avvento di mezzi di contrasto intravascolari/epatobiliari in Risonanza Magnetica ha aperto la possibilità di esplorare la funzionalità ed il grado di differenziazione degli epatociti, consentendo di individuare l’eventuale progressione in senso maligno del nodulo in fasi precoci ed indipendentemente dal comportamento nello studio dinamico.
Scopo del nostro studio è stato quello di effettuare una valutazione retrospettiva dei pattern di intensità di segnale alla RM, sia in fase dinamica sia nelle acquisizioni in fase epatobiliare, delle nodularità evidenziate e classificate all’indagine anatomopatologica sui fegati espiantati.
Il nostro studio origina dalle osservazioni emerse dall’analisi di un database da noi formulato in cui sono stati inseriti i dati di 12 pazienti cirrotici sottoposti a trapianto ortotopico di fegato (TOF) tra Settembre 2008 e Giugno 2009.
L’analisi istologica ha individuato 30 nodularità, ponendo diagnosi di 9 epatocarcinomi, 11 noduli displasici di alto grado e 10 noduli displasici di basso grado.
All’esame dinamico RM, tali nodularità presentavano 4 differenti patterns:
A: lesioni isointense sia in fase arteriosa sia in fase tardiva
B: lesioni iso/ipointense in fase arteriosa ed ipointense in fase tardiva
C: lesioni iperintense in fase arteriosa ed ipointense in fase tardiva
D: lesioni iperintense in fase arteriosa ed isointense in fase tardiva
Per ogni nodularità è stata inoltre valutata l’intensità di segnale nella fase epatobiliare.
In base ai dati emersi dal nostro studio, è emersa una relazione statisticamente significativa tra pattern post contrastografico delle nodularità e natura delle lesioni. Inoltre, il riscontro di ipointensità della nodularità in fase epatobiliare, correla con differenziazione in senso maligno/premaligno della lesione indipendentemente dal pattern post contrastografico.
File
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