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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09022019-112833


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GIANNETTI, GIORGIA
URN
etd-09022019-112833
Titolo
Tecniche molecolari (qPCR e Chromogenic in situ hybridization) per l'identificazione e localizzazione di FcaPV2 nel carcinoma in situ Bowenoide: applicazioni cliniche.
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Mazzei, Maurizio
controrelatore Prof.ssa Abramo, Francesca
Parole chiave
  • Felis catus Papillomavirus2
  • escissione chirurgica
  • CISH
  • carcinoma in situ Bowenoide
  • qPCR
Data inizio appello
20/09/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/09/2089
Riassunto
Il carcinoma Bowenoide in situ (BISC) è una patologia poco comune riscontrabile nel gatto. È classificata come una dermatosi premaligna che si presenta per mezzo di placche pigmentate, ipercheratosiche talvolta eritematose e crostose.
La causa di questa patologia è associata nella maggior parte dei casi a infezione da Felis catus papillomavirus tipo 2 (FcaPV2).
In questo studio sono state incluse 29 lesioni cutanee feline con diagnosi istologica di BISC.
La presenza di FcaPV2 è stata confermata attraverso le metodiche molecolari di real time PCR (qPCR) e chromogenic in situ hybridization (CISH). Per mezzo della metodica CISH si è potuto valutare la presenza di FcaPV2 nella lesione bowenoide, nella cute perilesionale e in prossimità dei margini di escissione. Sono state quindi condotte successive indagini per comparare i risultati delle diagnosi molecolari con le informazioni relative allo stato clinico a 3 e 6 mesi successivi all’intervento chirurgico. Le indagini molecolari hanno permesso di identificare e localizzare FcaPV2 in 22/29 dei casi. Solamente in 12/29 si è potuto valutare la sezione per tutti e 4 i margini di exeresi chirurgica. Di questi 12 è stato possibile reperire il follow up di 6 casi, ciò ci ha permesso di studiare il comportamento clinico del BISC in relazione allo studio dei margini di escissione e del margine adiacente alla lesione attraverso l’utilizzo della CISH. In due dei casi con follow up è avvenuta la guarigione; in entrambi i casi i margini sono risultati negativi alla CISH ma, in altri casi dove non è stato possibile analizzare tutti e 4 i margini, la guarigione è avvenuta nonostante il virus fosse presente almeno in uno dei margini di exeresi. Deve essere preso in cosiderazione quindi che. a causa della variabilità dei dati ottenuti la presenza/assenza del DNA virale nell’epidermide dei margini potrebbe essere poco significativa ai fini di una eventuale recidiva in quanto non automaticamente connessa ad una eventuale trasformazione neoplastica della placca virale.
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