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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09022017-171158


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
DE PACE, VANESSA
URN
etd-09022017-171158
Titolo
I nuovi farmaci ad azione antivirale diretta nel trattamento dell'infezione cronica da HCV: analisi di efficacia, sicurezza e predittività della risposta alla terapia
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA
Relatori
relatore Prof. Pistello, Mauro
relatore Dott.ssa Galli, Silvia
Parole chiave
  • effetti collaterali
  • farmaci antivirali diretti
  • Hepatitis C virus
  • predittività
  • risposta virologica sostenuta
Data inizio appello
20/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
I nuovi farmaci Direct Antiviral Agents (DAA) disponibili per la cura dell’epatite cronica C rappresentano i mezzi terapeutici grazie ai quali avanza l’idea di una possibile completa eradicazione del virus.
Nello studio monocentrico nazionale presentato, è stata valutata la risposta virologica ai DAA ed i parametri predittivi di risposta nel trattamento dell’infezione cronica da HCV su una coorte retrospettiva di pazienti.
I pazienti che hanno seguito con aderenza la terapia ed il follow-up (FU) clinico-virologico post-trattamento fino a 24 settimane, sono stati inclusi nello studio (N = 260). La sospensione pre-termine della terapia, la mancata presentazione ai FU o il trattamento con farmaci concessi ad uso compassionevole hanno rappresentato motivo di loro esclusione. Il regime terapeutico è stato selezionato in seguito a valutazione clinica, ematochimica e virologica per la determinazione del genotipo di HCV e della sua carica virale basale. Il monitoraggio clinico-ematochimico-virologico è stato riportato a 4 e 8 settimane durante la terapia, al termine del trattamento e per le successive 12 e 24 settimane.
Nella coorte di pazienti in analisi, con età mediana pari a 60 anni, i maschi sono stati i più colpiti (68.1%), il 27% era portatore di un’epatopatia ad eziologia multifattoriale, il 48.1% presentava cirrosi e solo il 50% era naïve. La SVR a 24 settimane è stata ottenuta nel 90.4% (235/260) con riduzione all’83.2% e 85% nei pazienti cirrotici e con pregresso fallimento virologico, rispettivamente. La SVR è stata riportata nel 75% (36/48) dei trattamenti con Sovaldi, nell’80.4% (41/51) con Olysio, nel 94.3% (33/35) con Daklinza, nel 98.7% (76/77) con Harvoni e nel 100% con Viekirax o Viekirax ed Exviera. Le percentuali maggiori di SVR sono state registrate per il genotipo 1b (95.9%, 117/122) ed a seguire 1a (38/43, 88.4%), 4 (20/24, 83.3%) e 3 (27/36, 75%). Il fallimento della terapia è stato riscontrato solo nel 9.6% (25/260). I pazienti relapser (84%, 21/25), breakthrough (12%, 3/25) e non responder (4%, 1/25) erano nell’84% (21/25) portatori di cirrosi e nel 72% (18/25) di complicanze epatiche severe. Gli effetti collaterali in corso di terapia sono stati osservati nel 41.1% della popolazione di studio. I valori di alfa-fetoproteina (AFP) dal T0, AFP = 7.05 (4-11.6) ng/mL, alla SVR24, AFP = 3.8 (2.2-6) ng/mL, sono stati in costante declino con significatività statistica solo nei pazienti con SVR (p = 0.0018) e cirrosi (p = 0.0017). AFP, in seguito ad ulteriori analisi su popolazioni di studio più voluminose, potrà costituire un indice utile alla valutazione della risposta virologica pre-termine nella categoria hard-to-treat dei pazienti cirrotici. Il model for end-stage liver disease (MELD) ≤ 10 pre-terapia ed il decremento dei livelli di alanina aminotransferasi (ALT) fino a 20 U/L a 8 settimane dall’inizio del trattamento possono predire positivamente l’esito della terapia (p MELD = 0.011; p ALT = 0.014) ed essere utili alla sua pianificazione e variazione soprattutto nei pazienti con elevato rischio di insuccesso, come quelli portatori di una malattia epatica grave o del genotipo 3.
In conclusione, l’uso dei nuovi farmaci anti-HCV ad azione diretta porta al raggiungimento di alti tassi di risposta virologica sostenuta con eccellente tollerabilità. Simili performance sono ottenute anche con pazienti portatori di cirrosi e con un pregresso fallimento virologico. La sovrapponibilità dei valori di SVR ottenuti nel nostro studio rispetto ai trials clinici già pubblicati conferma la bontà dello studio e l’efficacia e la sicurezza nella pratica clinica. Eradicazione e cura per i pazienti portatori di HCV sono sempre più vicine alla realtà.
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