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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09022016-001336


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FERRECCIO, ENRICA RENATA
URN
etd-09022016-001336
Titolo
DALL’ATEISMO AI LUMI DELLA FEDE: IL GIANSENISMO ITALIANO E IL PENSIERO DEL PRIMO MANZONI.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof. Grilli, Alessandro
correlatore Prof. Floriani, Piero
Parole chiave
  • millenarismo
  • uomo vecchio
  • uomo nuovo
  • verità crocifissa
  • Pentecoste
  • Innominato
  • Conte del Sagrato
  • Gertrude
  • Rousseau
  • Voltaire
Data inizio appello
26/09/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il progetto di Tesi specialistica da me svolto aveva come scopo originario quello di indagare fino a che punto il pensiero manzoniano è stato influenzato dal pensiero giansenistico di Eustachio Degola, famoso catechista genovese. Il lavoro ha poi incontrato altre piste e si è ampliato. Degola, insieme al suo più grande amico Grégoire, si inserisce nell’eterogeneo gruppo degli ultimi giansenisti “illuminati”, a cui appartenevano pur con evidenti differenze di pensiero anche Tosi (allievo di Tamburini) e Gaetano Giudici, grande amico di Manzoni.
Il lavoro si apre con un’introduzione volta a illustrare il metodo scelto e a presentare mediante una breve rassegna di studi le varie posizioni che sono state assunte sul giansenismo di Manzoni. Nel primo capitolo dedicato al pensiero e alla vita del Manzoni giovane, è stata messa in luce la posizione che lo scrittore da giovanissimo ebbe di fronte ai fatti della rivoluzione francese, studiando l’evolversi del suo pensiero alla luce dell’ispirazione giacobina.
Nel secondo capitolo è stato studiato il rapporto tra Manzoni e gli Ideologi dando la priorità a Cabanis e Fauriel; si è poi parlato del percorso di conversione analizzando le fonti biografiche e studiando le riflessioni effettuate da Manzoni, Baggesen e Fauriel sul tema dell’idillio e sulla filosofia di Schiller : tali riflessioni sono importantissime perché si legano visceralmente alle scelte religiose e letterarie successive; nella parte finale del secondo capitolo si è affrontato lo studio dei rapporti tra Manzoni e il gruppo dei giansenisti francesi, privilegiando il Degola. Si è perciò cercato di evidenziare l’importante ruolo svolto dall’abate al momento del ritorno di Manzoni alla fede cattolica e al momento dell’abiura di Enrichetta. Negli ultimi due paragrafi del secondo capitolo è stata invece studiata la biblioteca di Manzoni e sono stati fatti alcuni cenni all’Exhortation à une nouvelle catholique, l’orazione pronunciata da Degola nel giorno dell’abiura di Enrichetta Blondel.
Nel terzo capitolo, attraverso percorsi letterari, si è cercato di comprendere fin dove si estese l’influenza del giansenismo nelle opere di Manzoni: dopo aver studiato l’evolversi dei concetti di misericordia, grazia e libero arbitrio nel pensiero manzoniano sino al 1827, si è dimostrato come la concezione degoliana di conversione abbia influito su quella di Manzoni: è possibile forse recuperare uno schema comune che ha le sue radici nel mondo letterario, filosofico e cristiano di S. Agostino. Si è quindi parlato dettagliatamente del rapporto tra ragione e fede, affrontato in Manzoni alla luce di Pascal e Degola, sottolineando come la parola evangelica sia portatrice di lumi. Pur con le dovute differenze sia per Degola che per Manzoni la conversione è un ritorno in Cristo che coinvolge non soltanto il singolo ma anche l’intera comunità e si attua in un percorso dalle tenebre alla luce.