Tesi etd-09022015-150558 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MALITO, CHIARA
URN
etd-09022015-150558
Titolo
Predittori metabolici pre - e post - natali della lunghezza telomerica a breve e lungo termine in una popolazione di neonati e in una coorte di soggetti anziani.
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Dott.ssa Iozzo, Patricia
relatore Dott.ssa Guzzardi, Maria Angela
relatore Dott.ssa Guzzardi, Maria Angela
Parole chiave
- anziani
- fetal programming
- gravidanza
- lunghezza telomerica
- neonati
- predittori metabolici
- telomeri
Data inizio appello
21/09/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/09/2085
Riassunto
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. Nel 2005, la percentuale di popolazione mondiale in sovrappeso e obesa era del 33% e si stima che questa percentuale raggiungerà il 58% nel 2030. Le conseguenze dell’obesità e del sovrappeso comprendono alterazioni metaboliche e complicanze cardiovascolari, entrambe associate all’aumento della mortalità.
A seguito della crescente diffusione di sovrappeso e obesità nelle donne in età fertile si è osservato che l’obesità ha effetti negativi non solo sulla salute materna ed il decorso della gravidanza, essendo associata ad ipertensione gravidica, diabete gestazionale, aumento di eventi trombo - embolici, taglio cesareo, parto prematuro, ma anche sulla salute della prole. Recenti studi infatti mostrano che i figli di donne in sovrappeso o obese in gravidanza tendono essi stessi a sviluppare tale condizione nella vita adulta, contribuendo poi al crescente aumento delle complicanze metaboliche a cardiovascolari. Secondo l’ipotesi più condivisa, e nota con il nome di programmazione fetale, l’esposizione in utero ad alterate concentrazioni di substrati metabolici, ormoni e molecole infiammatorie, provocherebbe delle alterazioni adattative durante lo sviluppo fetale con effetti a lungo termine.
La gravidanza è di per sé una condizione associata ad alterazioni fisiologiche, quali sviluppo di insulino - resistenza, accumulo di grasso viscerale e dislipidemia, stato pro – infiammatorio e pro – trombotico. Mentre normalmente il feto è protetto da alterazioni della concentrazione di molecole circolanti nel sangue materno, in condizioni di obesità materna potrebbe verificarsi un eccessivo flusso transplacentare di alcuni substrati ed ormoni dalla madre al feto. I mediatori e i meccanismi specifici coinvolti sono oggetto di studio sia nei modelli animali sia nell’uomo ma non sono ancora chiari. Tra questi, un precoce invecchiamento cellulare potrebbe riflettersi in un più rapido accorciamento dei telomeri nella prole di madri obese rispetto a quella di madri normopeso durante la gravidanza. I telomeri sono sequenze ripetute di DNA e complessi di nucleoproteine situate all’estremità dei cromosomi eucariotici. Durante la replicazione cellulare, il DNA telomerico si accorcia al fine di proteggere il DNA codificante. Tuttavia quando è raggiunta la soglia critica di accorciamento, la cellula entra in una fase di senescenza e muore. Mentre i telomeri corti si associano normalmente all’età avanzata, la velocità di accorciamento varia tra individui con uguale età anagrafica. Numerosi fattori, tra i quali lo stress-ossidativo, l’infiammazione ed alterazioni del metabolismo, sono stati associati ad un maggiore accorciamento dei telomeri e ad invecchiamento cellulare. L’età anagrafica costituisce quindi un marcatore impreciso di età biologica. I telomeri possono essere considerati biomarcatori d’invecchiamento biologico.
Obiettivo di questo studio è valutare se sovrappeso e obesità materna durante la gravidanza siano associati ad un precoce invecchiamento cellulare nella prole sin dalle prime fasi di vita, predisponendola così allo sviluppo di malattie nell’età adulta. A tale scopo abbiamo misurato la lunghezza dei telomeri nel sangue materno e cordonale in 80 bambini nati da madri normopeso, in sovrappeso e obese (intervallo di BMI materno 18.5-41.0 kg/m2) e in una coorte di 1082 soggetti di età compresa tra i 67-79 anni (intervallo di BMI materno in gravidanza 18.6-38.7 kg/m2). In entrambi i gruppi sono state raccolte misure antropometriche ed è stata fatta una caratterizzazione del profilo glicemico, lipidico ed infiammatorio. Inoltre è stata esplorata la relazione tra la lunghezza dei telomeri e la presenza di malattie metaboliche e cardiovascolari nei soggetti adulti.
In conclusione, il fine dello studio è stato di valutare se la lunghezza dei telomeri nella prole sia associata alla condizione metabolica della madre durante la gravidanza e se possa rappresentare un biomarcatore precoce di malattia, utile per valutare il rischio individuale e sviluppare strategie d’intervento preventivo.
A seguito della crescente diffusione di sovrappeso e obesità nelle donne in età fertile si è osservato che l’obesità ha effetti negativi non solo sulla salute materna ed il decorso della gravidanza, essendo associata ad ipertensione gravidica, diabete gestazionale, aumento di eventi trombo - embolici, taglio cesareo, parto prematuro, ma anche sulla salute della prole. Recenti studi infatti mostrano che i figli di donne in sovrappeso o obese in gravidanza tendono essi stessi a sviluppare tale condizione nella vita adulta, contribuendo poi al crescente aumento delle complicanze metaboliche a cardiovascolari. Secondo l’ipotesi più condivisa, e nota con il nome di programmazione fetale, l’esposizione in utero ad alterate concentrazioni di substrati metabolici, ormoni e molecole infiammatorie, provocherebbe delle alterazioni adattative durante lo sviluppo fetale con effetti a lungo termine.
La gravidanza è di per sé una condizione associata ad alterazioni fisiologiche, quali sviluppo di insulino - resistenza, accumulo di grasso viscerale e dislipidemia, stato pro – infiammatorio e pro – trombotico. Mentre normalmente il feto è protetto da alterazioni della concentrazione di molecole circolanti nel sangue materno, in condizioni di obesità materna potrebbe verificarsi un eccessivo flusso transplacentare di alcuni substrati ed ormoni dalla madre al feto. I mediatori e i meccanismi specifici coinvolti sono oggetto di studio sia nei modelli animali sia nell’uomo ma non sono ancora chiari. Tra questi, un precoce invecchiamento cellulare potrebbe riflettersi in un più rapido accorciamento dei telomeri nella prole di madri obese rispetto a quella di madri normopeso durante la gravidanza. I telomeri sono sequenze ripetute di DNA e complessi di nucleoproteine situate all’estremità dei cromosomi eucariotici. Durante la replicazione cellulare, il DNA telomerico si accorcia al fine di proteggere il DNA codificante. Tuttavia quando è raggiunta la soglia critica di accorciamento, la cellula entra in una fase di senescenza e muore. Mentre i telomeri corti si associano normalmente all’età avanzata, la velocità di accorciamento varia tra individui con uguale età anagrafica. Numerosi fattori, tra i quali lo stress-ossidativo, l’infiammazione ed alterazioni del metabolismo, sono stati associati ad un maggiore accorciamento dei telomeri e ad invecchiamento cellulare. L’età anagrafica costituisce quindi un marcatore impreciso di età biologica. I telomeri possono essere considerati biomarcatori d’invecchiamento biologico.
Obiettivo di questo studio è valutare se sovrappeso e obesità materna durante la gravidanza siano associati ad un precoce invecchiamento cellulare nella prole sin dalle prime fasi di vita, predisponendola così allo sviluppo di malattie nell’età adulta. A tale scopo abbiamo misurato la lunghezza dei telomeri nel sangue materno e cordonale in 80 bambini nati da madri normopeso, in sovrappeso e obese (intervallo di BMI materno 18.5-41.0 kg/m2) e in una coorte di 1082 soggetti di età compresa tra i 67-79 anni (intervallo di BMI materno in gravidanza 18.6-38.7 kg/m2). In entrambi i gruppi sono state raccolte misure antropometriche ed è stata fatta una caratterizzazione del profilo glicemico, lipidico ed infiammatorio. Inoltre è stata esplorata la relazione tra la lunghezza dei telomeri e la presenza di malattie metaboliche e cardiovascolari nei soggetti adulti.
In conclusione, il fine dello studio è stato di valutare se la lunghezza dei telomeri nella prole sia associata alla condizione metabolica della madre durante la gravidanza e se possa rappresentare un biomarcatore precoce di malattia, utile per valutare il rischio individuale e sviluppare strategie d’intervento preventivo.
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