Tesi etd-09022013-122521 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
CAPOZZA, ILEANA
URN
etd-09022013-122521
Titolo
Effetto degli antipsicotici sull'intervallo QTc
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Mauri, Mauro
Parole chiave
- Neurolettici
- QTc
- spettro Psicotico
Data inizio appello
24/09/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Background
I farmaci antipsicotici rappresentano uno strumento essenziale per il trattamento dei Disturbi dello Spettro Psicotico, sia in fase acuta sia in fase di mantenimento. Gli effetti indesiderati degli antipsicotici atipici includono anche il potenziale rischio di allungamento del tratto QT, ossia del tratto di ECG che si estende dall'inizio del complesso QRS fino al termine dell'onda T. L'intervallo QT esprime il tempo necessario al miocardio ventricolare per depolarizzarsi e ripolarizzarsi. L'intervallo QT dipende dalla frequenza cardiaca: maggiore è la frequenza cardiaca, minore è l'intervallo QT; pertanto, la valutazione generale sulla normalità di questo parametro si effettua con una correzione per frequenza cardiaca (QTc).
Materiale e Metodo
Obiettivo della tesi è fornire un quadro completo dei possibili effetti sulla conduzione miocardica dei farmaci antipsicotici, attraverso una raccolta sistematica (chart-review) delle rilevazioni elettrocardiografiche effettuate su soggetti di sesso maschile consecutivamente ospedalizzati presso la Clinica Psichiatrica di Pisa e in trattamento con almeno un farmaco antipsicotico. Lo studio, di tipo retrospettivo, su dati ricavati dalle cartelle cliniche (chart-review) si riferisce al periodo Ottobre 2012-Maggio 2013. Sono stati raccolti dati relativi a 179 cartelle cliniche. L’analisi statistica è stata eseguita usando il pacchetto statistico SPSS versione 11.0. Le variabili continue sono state descritte come media ± deviazione standard (DS). Le variabili categoriali sono state espresse come frequenze e percentuali. La normalità delle variabili continue è stata testata usando il test di Kolmogorov-Smirnov. Per ogni variabile normale è inoltre stata testata l’omogeneità delle varianze tramite il test di Levene. I seguenti test sono stati usati per confrontare le medie dei valori di due gruppi in esame: t-test per variabili normali e con varianze dei 2 gruppi omogenee; test di Welch per variabili normali che non rispettano l’ipotesi di omogeneità delle varianze; test di Wilcoxon-Mann-Whitney (o test di Wilcoxon della somma dei ranghi) per variabili che non seguono una distribuzione normale. Il test chi-quadrato è stato usato per confronto di due percentuali. Un valore di p <0.05 è stato considerato statisticamente significativo.
Risultati
Centoquarantasette pazienti (147/179) (82,1%) sono risultati in terapia con farmaci antipsicotici; i restanti 32 (17.9%) non erano in terapia con neurolettici. Il 17% (n=25) dei pazienti che assumevano farmaci antipsicotici erano in terapia con antipsicotici tipici, vs il 66% (n=97) che erano in terapia con antipsicotici atipici; 25 soggetti (17%) assumevano una combinazione di neurolettici tipici e atipici. I pazienti erano di sesso maschile con età compresa fra i 19 e i 90 anni (media: 44.2±14.6). I pazienti non in terapia con antipsicotici avevano un’età media superiore rispetto ai pazienti in terapia con antipsicotici (50.6 ± 16.2 vs 42.8±13.9; p<0.009). I due gruppi hanno mostrato valori sovrapponibili di potassio e sodio ma i pazienti non in terapia con antipsicotici hanno presentato valori di calcemia significativamente più bassi, anche se nel range di normalità. L’intervallo QTc non era significativamente differente nei due gruppi in esame. Non si è riscontrata alcuna differenza sull’intervallo QTc tra i pazienti in terapia con antipsicotici atipici e in terapia con antipsicotici tipici, per cui si è potuto creare un unico gruppo in monoterapia in confronto con il gruppo in politerapia. Anche in questo caso non sono emerse differenze statisticamente significative. Il 2% dei soggetti in terapia con neurolettici (3/147) ha presentato un allungamento del tratto QTc.
Conclusioni
Alla luce dei risultati della chart-review si conferma il dato di una ridotta incidenza di effetti sul tratto QTc della terapia con neurolettici. I pazienti che hanno sviluppato un prolungamento dell’intervallo QTc erano in polifarmacoterapia. Si conferma, tuttavia, la necessità di sottoporre a un monitoraggio elettrocardiografico costante i pazienti in trattamento con neurolettici. In particolare deve essere posta una maggiore attenzione ai pazienti in polifarmacoterapia.
I farmaci antipsicotici rappresentano uno strumento essenziale per il trattamento dei Disturbi dello Spettro Psicotico, sia in fase acuta sia in fase di mantenimento. Gli effetti indesiderati degli antipsicotici atipici includono anche il potenziale rischio di allungamento del tratto QT, ossia del tratto di ECG che si estende dall'inizio del complesso QRS fino al termine dell'onda T. L'intervallo QT esprime il tempo necessario al miocardio ventricolare per depolarizzarsi e ripolarizzarsi. L'intervallo QT dipende dalla frequenza cardiaca: maggiore è la frequenza cardiaca, minore è l'intervallo QT; pertanto, la valutazione generale sulla normalità di questo parametro si effettua con una correzione per frequenza cardiaca (QTc).
Materiale e Metodo
Obiettivo della tesi è fornire un quadro completo dei possibili effetti sulla conduzione miocardica dei farmaci antipsicotici, attraverso una raccolta sistematica (chart-review) delle rilevazioni elettrocardiografiche effettuate su soggetti di sesso maschile consecutivamente ospedalizzati presso la Clinica Psichiatrica di Pisa e in trattamento con almeno un farmaco antipsicotico. Lo studio, di tipo retrospettivo, su dati ricavati dalle cartelle cliniche (chart-review) si riferisce al periodo Ottobre 2012-Maggio 2013. Sono stati raccolti dati relativi a 179 cartelle cliniche. L’analisi statistica è stata eseguita usando il pacchetto statistico SPSS versione 11.0. Le variabili continue sono state descritte come media ± deviazione standard (DS). Le variabili categoriali sono state espresse come frequenze e percentuali. La normalità delle variabili continue è stata testata usando il test di Kolmogorov-Smirnov. Per ogni variabile normale è inoltre stata testata l’omogeneità delle varianze tramite il test di Levene. I seguenti test sono stati usati per confrontare le medie dei valori di due gruppi in esame: t-test per variabili normali e con varianze dei 2 gruppi omogenee; test di Welch per variabili normali che non rispettano l’ipotesi di omogeneità delle varianze; test di Wilcoxon-Mann-Whitney (o test di Wilcoxon della somma dei ranghi) per variabili che non seguono una distribuzione normale. Il test chi-quadrato è stato usato per confronto di due percentuali. Un valore di p <0.05 è stato considerato statisticamente significativo.
Risultati
Centoquarantasette pazienti (147/179) (82,1%) sono risultati in terapia con farmaci antipsicotici; i restanti 32 (17.9%) non erano in terapia con neurolettici. Il 17% (n=25) dei pazienti che assumevano farmaci antipsicotici erano in terapia con antipsicotici tipici, vs il 66% (n=97) che erano in terapia con antipsicotici atipici; 25 soggetti (17%) assumevano una combinazione di neurolettici tipici e atipici. I pazienti erano di sesso maschile con età compresa fra i 19 e i 90 anni (media: 44.2±14.6). I pazienti non in terapia con antipsicotici avevano un’età media superiore rispetto ai pazienti in terapia con antipsicotici (50.6 ± 16.2 vs 42.8±13.9; p<0.009). I due gruppi hanno mostrato valori sovrapponibili di potassio e sodio ma i pazienti non in terapia con antipsicotici hanno presentato valori di calcemia significativamente più bassi, anche se nel range di normalità. L’intervallo QTc non era significativamente differente nei due gruppi in esame. Non si è riscontrata alcuna differenza sull’intervallo QTc tra i pazienti in terapia con antipsicotici atipici e in terapia con antipsicotici tipici, per cui si è potuto creare un unico gruppo in monoterapia in confronto con il gruppo in politerapia. Anche in questo caso non sono emerse differenze statisticamente significative. Il 2% dei soggetti in terapia con neurolettici (3/147) ha presentato un allungamento del tratto QTc.
Conclusioni
Alla luce dei risultati della chart-review si conferma il dato di una ridotta incidenza di effetti sul tratto QTc della terapia con neurolettici. I pazienti che hanno sviluppato un prolungamento dell’intervallo QTc erano in polifarmacoterapia. Si conferma, tuttavia, la necessità di sottoporre a un monitoraggio elettrocardiografico costante i pazienti in trattamento con neurolettici. In particolare deve essere posta una maggiore attenzione ai pazienti in polifarmacoterapia.
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