Tesi etd-09012021-211404 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PALAZZOLO, ORIANA
URN
etd-09012021-211404
Titolo
Danno renale nel cane con epatite cronica
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Marchetti, Veronica
correlatore Dott.ssa Gori, Eleonora
controrelatore Dott.ssa Lippi, Ilaria
correlatore Dott.ssa Gori, Eleonora
controrelatore Dott.ssa Lippi, Ilaria
Parole chiave
- cane
- chronic hepatitis
- cilindruria
- clinical score
- creatinina
- creatinine
- cylindruria
- danno renale
- dog
- ecografia
- epatite cronica
- fibrosis score
- glicosuria
- glycosuria
- kidney damage
- necroinflammatory score
- proteinuria
- proteinuria
- score clinico
- score di fibrosi
- score di infiammazione
- ultrasonography
- urea
- urea
Data inizio appello
24/09/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/09/2091
Riassunto
L’epatite cronica (CH) del cane si definisce come una patologia caratterizzata dalla presenza a livello epatico di apoptosi o necrosi epatocellulare, un grado variabile di infiltrato di cellule infiammatorie mononucleate o miste, rigenerazione e fibrosi (Van den Ingh et Al, 2006). La sua eziologia può essere varia: infettiva, da farmaci o tossici, metabolica, immunomediata o, nella maggior parte dei casi, idiopatica. Indipendentemente dall’eziologia, la CH può portare, nella sua progressione, allo sviluppo di varie complicazioni tra cui l’ipertensione portale, l’ascite e l’encefalopatia epatica che sono state largamente studiate sia in medicina umana che in medicina veterinaria. In medicina umana però, si conoscono anche altre complicazioni potenziali della CH, una di queste è il danno renale e/o la compromissione della funzionalità renale che può insorgere per l’attivazione di sistemi di vasocostrizione a seguito della vasodilatazione splancnica (Hepatorenal Syndrome; HRS), come conseguenza di un’ipovolemia (Prerenal Azotemia; PRA) o ancora per un danno tubulare determinato da traslocazione batterica intestinale o per l’azione di farmaci e tossici (Acute Tubular Necrosis; ATN). Sempre in medicina umana, in alcune forme di epatite cronica (soprattutto ad eziologia virale e da tossici o farmaci) è stato dimostrato un maggior rischio ed una maggiore incidenza di CKD.
In medicina veterinaria, l’interessamento renale in corso di CH è ancora poco studiato, e i pochi studi ad oggi presenti in letteratura, si concentrano soprattutto sulle problematiche renali nei casi di insufficienza epatica iperammoniemica.
L’obiettivo di questo studio retrospettivo è stato quello di indagare, attraverso valutazione dell’esame ecografico, dell’esame fisico-chimico delle urine e del sedimento urinario, la presenza di un danno renale in cani con diagnosi istologica di CH. Lo studio è stato condotto su 44 cani con diagnosi istologica di CH non iperazotemici al momento della diagnosi. Per ciascuno dei 44 cani dello studio sono state valutate le cartelle cliniche e sono state tratte le seguenti informazioni: segnalamento, BCS, MCS, comorbidità, segni clinici, profilo biochimico, profilo coagulativo, esame delle urine ed esame ecografico.
22 pazienti totali, pari al 50% dei cani inclusi nello studio, presentava, al momento della diagnosi di CH, segni ecografici e/o urinari di danno renale. Dal nostro lavoro è quindi emersa una presenza significativa di cani con CH non iperazotemici ma con segni già evidenti ad un esame ecografico o urinario, di danno renale. Questa condizione da un lato sottolinea la scarsa sensibilità di urea e creatinina in questi pazienti che sono soggetti a variazioni di tali parametri indipendenti dalla funzionalità renale legate alla compromissione muscolare, alla disoressia o all’iperbilirubinemia, e, dall’altro, ci ricorda che in questi cani è importante monitorare nel tempo, non solo l’aspetto e la funzionalità epatica ma anche l’aspetto ecografico dei reni e i segni precoci di danno renale attraverso un esame fisico-chimico delle urine e l’analisi del sedimento urinario o, come è auspicabile per il futuro, attraverso l’utilizzo di nuovi marker diagnostici più sensibili e specifici rispetto alla creatinina e all’urea come l’NGAL urinario che ha già dimostrato nell’uomo, essere molto utile oltre che per la diagnosi precoce del danno renale, anche per uno studio eziopatogenetico del danno renale nei pazienti con CH.
Nel nostro studio il danno renale non è risultato associato in modo statisticamente significativo né allo score clinico (p=0,617), né al necroinflammatory score (p=0,757), nè al fibrosis score (p=1).
Canine chronic hepatitis (CH) is defined as a disease characterized by the presence in the liver of hepatocellular apoptosis or necrosis, a variable degree of infiltration of mononuclear or mixed inflammatory cells, regeneration and fibrosis (Van den Ingh et Al, 2006) . Its etiology can be varied: infectious, drug-induced or toxic, metabolic, immune-mediated or, in most cases, idiopathic. Regardless of the etiology, CH can lead, in its progression, to the development of various complications including portal hypertension, ascites and hepatic encephalopathy that have been extensively studied in both human and veterinary medicine. In human medicine, however, other potential complications of CH are also known, one of these is renal damage and / or impaired renal function that can arise due to the activation of vasoconstriction systems following splanchnic vasodilation (Hepatorenal Syndrome; HRS ), as a consequence of hypovolemia (Prerenal Azotemia; PRA) or due to tubular damage caused by intestinal bacterial translocation or by the action of drugs and toxic (Acute Tubular Necrosis; ATN). Also in human medicine, in some forms of chronic hepatitis (especially of viral etiology and from toxic or drugs) a higher risk and a higher incidence of CKD has been shown.
In veterinary medicine, renal involvement in CH is still poorly studied, and the few studies currently in the literature focus mainly on kidney problems in cases of hyperammonemic liver failure.
The objective of this retrospective study was to investigate the presence of kidney damage in dogs with a histological diagnosis of CH through ultrasound examination, physico-chemical urinary examination and evaluation of the urinary sediment. The study was conducted in 44 dogs with a histological diagnosis of non-azotemic CH at the time of diagnosis. For each of the 44 dogs in the study, medical records were assessed and the following information was collected: signaling, BCS, MCS, comorbidities, clinical signs, biochemical profile, coagulation profile, urinalysis and ultrasound examination.
A total of 22 patients, equal to 50% of the dogs included in the study, had ultrasound and / or urinary signs of renal damage at the time of diagnosis of CH. Our work therefore revealed a significant presence of dogs with non-azotemic CH but with signs of kidney damage already evident on an ultrasound or urinary examination. On the one hand, this condition underlines the low sensitivity of urea and creatinine in these patients who are subject to changes in these parameters independent of renal function related to muscle impairment, dysorexia or hyperbilirubinemia, and, on the other, reminds us that in these dogs it is important to monitor over time, not only the appearance and liver function but also the ultrasound appearance of the kidneys and the early signs of kidney damage through a physicochemical examination of the urine and the analysis of urinary sediment or, as it is desirable for the future, through the use of new more sensitive and specific diagnostic markers than creatinine and urea such as urinary NGAL which has already shown in humans, to be very useful as well as for the early diagnosis of kidney damage, also for an etiopathogenetic study of renal damage in CH patients.
In our study, renal damage was not statistically significantly associated with either the clinical score (p = 0.617), the necroinflammatory score (p = 0.757), or the fibrosis score (p = 1).
In medicina veterinaria, l’interessamento renale in corso di CH è ancora poco studiato, e i pochi studi ad oggi presenti in letteratura, si concentrano soprattutto sulle problematiche renali nei casi di insufficienza epatica iperammoniemica.
L’obiettivo di questo studio retrospettivo è stato quello di indagare, attraverso valutazione dell’esame ecografico, dell’esame fisico-chimico delle urine e del sedimento urinario, la presenza di un danno renale in cani con diagnosi istologica di CH. Lo studio è stato condotto su 44 cani con diagnosi istologica di CH non iperazotemici al momento della diagnosi. Per ciascuno dei 44 cani dello studio sono state valutate le cartelle cliniche e sono state tratte le seguenti informazioni: segnalamento, BCS, MCS, comorbidità, segni clinici, profilo biochimico, profilo coagulativo, esame delle urine ed esame ecografico.
22 pazienti totali, pari al 50% dei cani inclusi nello studio, presentava, al momento della diagnosi di CH, segni ecografici e/o urinari di danno renale. Dal nostro lavoro è quindi emersa una presenza significativa di cani con CH non iperazotemici ma con segni già evidenti ad un esame ecografico o urinario, di danno renale. Questa condizione da un lato sottolinea la scarsa sensibilità di urea e creatinina in questi pazienti che sono soggetti a variazioni di tali parametri indipendenti dalla funzionalità renale legate alla compromissione muscolare, alla disoressia o all’iperbilirubinemia, e, dall’altro, ci ricorda che in questi cani è importante monitorare nel tempo, non solo l’aspetto e la funzionalità epatica ma anche l’aspetto ecografico dei reni e i segni precoci di danno renale attraverso un esame fisico-chimico delle urine e l’analisi del sedimento urinario o, come è auspicabile per il futuro, attraverso l’utilizzo di nuovi marker diagnostici più sensibili e specifici rispetto alla creatinina e all’urea come l’NGAL urinario che ha già dimostrato nell’uomo, essere molto utile oltre che per la diagnosi precoce del danno renale, anche per uno studio eziopatogenetico del danno renale nei pazienti con CH.
Nel nostro studio il danno renale non è risultato associato in modo statisticamente significativo né allo score clinico (p=0,617), né al necroinflammatory score (p=0,757), nè al fibrosis score (p=1).
Canine chronic hepatitis (CH) is defined as a disease characterized by the presence in the liver of hepatocellular apoptosis or necrosis, a variable degree of infiltration of mononuclear or mixed inflammatory cells, regeneration and fibrosis (Van den Ingh et Al, 2006) . Its etiology can be varied: infectious, drug-induced or toxic, metabolic, immune-mediated or, in most cases, idiopathic. Regardless of the etiology, CH can lead, in its progression, to the development of various complications including portal hypertension, ascites and hepatic encephalopathy that have been extensively studied in both human and veterinary medicine. In human medicine, however, other potential complications of CH are also known, one of these is renal damage and / or impaired renal function that can arise due to the activation of vasoconstriction systems following splanchnic vasodilation (Hepatorenal Syndrome; HRS ), as a consequence of hypovolemia (Prerenal Azotemia; PRA) or due to tubular damage caused by intestinal bacterial translocation or by the action of drugs and toxic (Acute Tubular Necrosis; ATN). Also in human medicine, in some forms of chronic hepatitis (especially of viral etiology and from toxic or drugs) a higher risk and a higher incidence of CKD has been shown.
In veterinary medicine, renal involvement in CH is still poorly studied, and the few studies currently in the literature focus mainly on kidney problems in cases of hyperammonemic liver failure.
The objective of this retrospective study was to investigate the presence of kidney damage in dogs with a histological diagnosis of CH through ultrasound examination, physico-chemical urinary examination and evaluation of the urinary sediment. The study was conducted in 44 dogs with a histological diagnosis of non-azotemic CH at the time of diagnosis. For each of the 44 dogs in the study, medical records were assessed and the following information was collected: signaling, BCS, MCS, comorbidities, clinical signs, biochemical profile, coagulation profile, urinalysis and ultrasound examination.
A total of 22 patients, equal to 50% of the dogs included in the study, had ultrasound and / or urinary signs of renal damage at the time of diagnosis of CH. Our work therefore revealed a significant presence of dogs with non-azotemic CH but with signs of kidney damage already evident on an ultrasound or urinary examination. On the one hand, this condition underlines the low sensitivity of urea and creatinine in these patients who are subject to changes in these parameters independent of renal function related to muscle impairment, dysorexia or hyperbilirubinemia, and, on the other, reminds us that in these dogs it is important to monitor over time, not only the appearance and liver function but also the ultrasound appearance of the kidneys and the early signs of kidney damage through a physicochemical examination of the urine and the analysis of urinary sediment or, as it is desirable for the future, through the use of new more sensitive and specific diagnostic markers than creatinine and urea such as urinary NGAL which has already shown in humans, to be very useful as well as for the early diagnosis of kidney damage, also for an etiopathogenetic study of renal damage in CH patients.
In our study, renal damage was not statistically significantly associated with either the clinical score (p = 0.617), the necroinflammatory score (p = 0.757), or the fibrosis score (p = 1).
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Tesi non consultabile. |