Tesi etd-09012021-142852 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TONELLI, JACOPO
URN
etd-09012021-142852
Titolo
Sviluppo di metodi innovativi per l'implementazione degli scenari di "security" nella valutazione quantitativa del rischio industriale
Dipartimento
INGEGNERIA CIVILE E INDUSTRIALE
Corso di studi
INGEGNERIA CHIMICA
Relatori
relatore Ing. Landucci, Gabriele
Parole chiave
- individual risk
- rischio individuale
- security
- sicurezza
Data inizio appello
01/10/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
La problematica connessa ad attacchi intenzionali e sabotaggi verso installazioni chimiche di processo ha visto subire un aumento crescente di casi negli ultimi decenni. In particolare, aree ricche di risorse naturali, che vedono impiegate numerose installazioni di processo, spesso sono inserite in dei contesti ad elevata instabilità sociopolitica e questo crea l’insediarsi di gruppi terroristici volti a destabilizzare il panorama politico ed economico.
In ottica di gestione delle risorse da impiegare in tema di protezione degli stabilimenti, tecniche ben precise devono essere formulate in modo da valutare l’effettiva entità di questo tipo di minaccia. In tal senso, la maggior parte dei metodi di analisi della sicurezza rispetto ad attacchi esterni risulta non esaustiva e non permettono di capire in modo quantitativo l’effettivo valore della minaccia e dei rischi connessi.
Il presente studio si propone di investigare le problematiche connesse all’attrattività di un’installazione chimica di processo, inserita in un’area ad elevata criticità, in termini terrorismo, come quella del Maghreb, per poi concentrare l’attenzione verso un’analisi quantitativa del rischio industriale in seguito ad attacchi intenzionali.
La metodologia sviluppata vede in primo luogo la creazione di un database degli attacchi che hanno coinvolto installazioni chimiche di processo, così da disporre di informazioni riguardo le caratteristiche e le peculiarità degli eventi.
Una volta identificata l’area critica dell’alto Maghreb, in termini di minaccia specifica del terrorismo verso le installazioni chimiche, si è sviluppata su misura una metodologia qualitativa (EVIL DONE), in grado di stabilire le caratteristiche di attrattività comuni alle installazioni presenti in un dato contesto sensibile. Questa fase di screening preliminare permette di concentrare le attenzioni e le risorse verso le installazioni più critiche.
Strumenti più evoluti, come la metodologia di valutazione dell’attrattività semiquantitativa, sono stati introdotti allo scopo di valutare sia le prerogative connesse alle potenzialità di causare danno (in base alle caratteristiche ed alla quantità delle sostanze detenute in stabilimento), sia per valutare come gli aspetti politici, strategici ed ideologici influiscano sul valore percepito dell’installazione nei confronti della minaccia in esame. La metodologia semiquantitativa per la determinazione dell’attrattività è stata adattata alla condizione nordafricana, in collaborazione col Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa. L’elevato potere distruttivo intrinseco alle sostanze detenute da installazioni chimiche (infiammabili, tossiche, esplosive), in aggiunta ai vettori di attacco che solitamente prevedono scenari di natura catastrofica, deve essere ben valutato nella fase di selezione dei nodi critici sulla quale impostare la quantificazione del rischio. Una debole analisi preliminare dei pericoli di security può infatti portare ad una cattiva valutazione del rischio, sottostimando quindi possibili scenari accidentali. È per questo motivo che un’analisi più strutturata, diventa necessaria nell’intero processo decisionale.
Dopodiché viene impostata un’analisi quantitativa del rischio industriale con scenari di rilascio seguiti da attacchi intenzionali (“security”). Per la valutazione quantitativa del rischio industriale si fa riferimento alla procedura del rischio individuale proposto da Purple Book, implementata nel codice SafIR di cui faremo utilizzo. Per gli scenari di “security” le frequenze di attacco provengono dallo Standard API (2013) mentre le conseguenze vengono valutate per mezzo del software DNV GL PHAST. L’analisi del rischio per security viene condotta in parallelo con gli scenari di sicurezza non intenzionali (“safety”), basati su frequenze di rottura dei componenti fornite da Purple Book.
Il confronto tra gli scenari ha mostrato come per “security”, sia la frequenza di accadimento che l’impatto delle conseguenze assumano dei livelli di rischio tendenzialmente fuori controllo se paragonati con i principali standard di accettabilità del rischio, validi per gli studi di sicurezza convenzionali.
L’approccio metodologico sviluppato, seppur ancora incompleto in alcune fasi della valutazione delle incertezze connesse al rischio, si configura come uno strumento importante per supportare le fasi di quantificazione dei rischi industriali legati ad eventi intenzionali.
In ottica di gestione delle risorse da impiegare in tema di protezione degli stabilimenti, tecniche ben precise devono essere formulate in modo da valutare l’effettiva entità di questo tipo di minaccia. In tal senso, la maggior parte dei metodi di analisi della sicurezza rispetto ad attacchi esterni risulta non esaustiva e non permettono di capire in modo quantitativo l’effettivo valore della minaccia e dei rischi connessi.
Il presente studio si propone di investigare le problematiche connesse all’attrattività di un’installazione chimica di processo, inserita in un’area ad elevata criticità, in termini terrorismo, come quella del Maghreb, per poi concentrare l’attenzione verso un’analisi quantitativa del rischio industriale in seguito ad attacchi intenzionali.
La metodologia sviluppata vede in primo luogo la creazione di un database degli attacchi che hanno coinvolto installazioni chimiche di processo, così da disporre di informazioni riguardo le caratteristiche e le peculiarità degli eventi.
Una volta identificata l’area critica dell’alto Maghreb, in termini di minaccia specifica del terrorismo verso le installazioni chimiche, si è sviluppata su misura una metodologia qualitativa (EVIL DONE), in grado di stabilire le caratteristiche di attrattività comuni alle installazioni presenti in un dato contesto sensibile. Questa fase di screening preliminare permette di concentrare le attenzioni e le risorse verso le installazioni più critiche.
Strumenti più evoluti, come la metodologia di valutazione dell’attrattività semiquantitativa, sono stati introdotti allo scopo di valutare sia le prerogative connesse alle potenzialità di causare danno (in base alle caratteristiche ed alla quantità delle sostanze detenute in stabilimento), sia per valutare come gli aspetti politici, strategici ed ideologici influiscano sul valore percepito dell’installazione nei confronti della minaccia in esame. La metodologia semiquantitativa per la determinazione dell’attrattività è stata adattata alla condizione nordafricana, in collaborazione col Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa. L’elevato potere distruttivo intrinseco alle sostanze detenute da installazioni chimiche (infiammabili, tossiche, esplosive), in aggiunta ai vettori di attacco che solitamente prevedono scenari di natura catastrofica, deve essere ben valutato nella fase di selezione dei nodi critici sulla quale impostare la quantificazione del rischio. Una debole analisi preliminare dei pericoli di security può infatti portare ad una cattiva valutazione del rischio, sottostimando quindi possibili scenari accidentali. È per questo motivo che un’analisi più strutturata, diventa necessaria nell’intero processo decisionale.
Dopodiché viene impostata un’analisi quantitativa del rischio industriale con scenari di rilascio seguiti da attacchi intenzionali (“security”). Per la valutazione quantitativa del rischio industriale si fa riferimento alla procedura del rischio individuale proposto da Purple Book, implementata nel codice SafIR di cui faremo utilizzo. Per gli scenari di “security” le frequenze di attacco provengono dallo Standard API (2013) mentre le conseguenze vengono valutate per mezzo del software DNV GL PHAST. L’analisi del rischio per security viene condotta in parallelo con gli scenari di sicurezza non intenzionali (“safety”), basati su frequenze di rottura dei componenti fornite da Purple Book.
Il confronto tra gli scenari ha mostrato come per “security”, sia la frequenza di accadimento che l’impatto delle conseguenze assumano dei livelli di rischio tendenzialmente fuori controllo se paragonati con i principali standard di accettabilità del rischio, validi per gli studi di sicurezza convenzionali.
L’approccio metodologico sviluppato, seppur ancora incompleto in alcune fasi della valutazione delle incertezze connesse al rischio, si configura come uno strumento importante per supportare le fasi di quantificazione dei rischi industriali legati ad eventi intenzionali.
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