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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09012015-231612


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
SARTUCCI, MARIACELESTE
URN
etd-09012015-231612
Titolo
Correlazione tra sintomi di spettro psicotico e suicidalità in un campione di 147 pazienti con disturbi dell'umore
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Dell'Osso, Liliana
Parole chiave
  • disturbi dell'umore
  • spettro psicotico
  • suicidalità
Data inizio appello
22/09/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto

Introduzione: Il suicidio rappresenta la 15° causa di morte nel mondo con più di 800.000 morti nel 2012. Se a questo numero si aggiunge il dato dei tentati suicidi, stimato essere dieci volte superiore, si capisce il motivo per cui il suicidio, e la suicidalità in generale, sono da considerarsi importanti problemi di sanità pubblica. La prevenzione del suicidio si basa sul riconoscimento dei fattori di rischio, sulla diagnosi precoce di malattia mentale e sul tempestivo intervento terapeutico. I disturbi dell’umore sono i principali fattori di rischio per il suicidio. C’è un’ampia letteratura sulla correlazione tra disturbi dell’umore, sintomi psicotici e suicidio con conclusioni contraddittorie. Lo scopo di questo studio è quello di valutare la relazione tra suicidalità e le dimensioni minori dello spettro psicotico in soggetti con disturbi dell’umore e vedere se questo rappresenta un vantaggio nella valutazione del rischio di suicidio.

Metodo: 147 pazienti con disturbi dell’umore consecutivamente afferenti agli ambulatori o ai reparti di ricovero di 11 Dipartimenti italiani di Psichiatria sono stati sottoposti a una intervista clinica strutturata per i disturbi di Asse I secondo il DSM-IV, alla intervista clinica strutturata per lo Spettro Psicotico (SCI-PSY) e all’auto-valutazione dello Spettro dell’umore (MOODS-SR). I partecipanti sono stati divisi in categorie come aventi disturbi dell’umore psicotici (PM) o non psicotici (NPM) rispetto alla presenza di delirio o allucinazioni.

Risultati: Soggetti con suicidalità lifetime non mostravano una significativa più alta frequenza di PM. Tuttavia, mostravano punteggi significativamente più alti nello SCI-PSY totale (p<0.001) e ai domini Sensitività Interpersonale (p<0.001), Paranoide (p=0.002), Schizoide (p=0.005) e Sintomi Tipici (p=0.031).
Controllando per età e sesso, il punteggio nel dominio Sensitività Interpersonale prediceva la suicidalità lifetime indipendentemente in entrambi, sia nei soggetti con PM (p=0.002) sia in quelli con NPM (p=0.001) mentre il punteggio nel dominio Paranoide prevedeva significativamente la suicidalità solo nei soggetti con PM (p=0.019) e il punteggio nel dominio Schizoide solo in pazienti con NPM (p=0.029).

Limiti: Manca la valutazione dei disturbi di Asse II. La valutazione lifetime non permette di stabilire una sequenza temporale tra sintomi dello spettro psicotico e suicidalità. L’esclusione di soggetti con gravi malattie o abuso di sostanze può portare a sottostimare la suicidalità.

Conclusioni: I tratti psicotici, valutati come presenza di delirio e allucinazioni, non sono associati con la suicidalità. Tuttavia, dimensioni più sottili dello spettro psicotico come la Sensitività Interpersonale, le dimensioni Paronoide e Schizoide mostrano una significativa relazione con la suicidalità. I nostri dati mettono in rilievo il vantaggio potenziale di un approccio di spettro nella valutazione del rischio di suicidio.

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