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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08312021-144952


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MUTIGLI, MICHELE
URN
etd-08312021-144952
Titolo
Esperienza di inclusione nella scuola primaria attraverso l'educazione motoria
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE E TECNICHE DELLE ATTIVITA' MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE
Relatori
relatore Dott.ssa Nicolini, Ida
Parole chiave
  • educazione motoria
  • scuola primaria
  • esperienza di inclusione
Data inizio appello
22/09/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
La decisione di scegliere come argomento per questa tesi di laurea: “Esperienza di inclusione nella scuola primaria attraverso l’educazione motoria” è nata nel momento in cui sono entrato nella scuola primaria come educare motorio tramite il percorso denominato “Sport compagni di banco”, promosso e finanziato dalla Regione Toscana.
Per quest’anno scolastico, la mia adesione ai suddetti progetti, si è svolta nell’Istituto Comprensivo di Borgo a Mozzano, in particolare nei plessi di Diecimo, Valdottavo, Corsagna e Borgo a Mozzano, dove sono raggruppate 4 Scuole Primarie.
Il mio intervento si è articolato su otto classi, ma mi soffermerò su due seconde di Diecimo: la II A, composta da 20 alunni di cui 2 con disturbi ADHD, e la II B, in cui è inserito un bambino con autismo ad alto funzionamento.Fin dai primi giorni di attività mi sono reso conto di quanto potesse essere difficile il mio ruolo nella gestione di un intero gruppo, in particolar modo per quanto riguarda l’inclusione dei bambini diversamente abili.
D’altra parte mi era chiaro che l’educazione motoria si fonda sulla valorizzazione delle diversità, per far emergere il loro intrinseco valore.
Nella stesura della tesi mi sono focalizzato sulle strategie che di volta in volta si rendevano necessarie per agevolare la socializzazione in particolare di questi alunni.
Per favorire al meglio l’inclusione attraverso l’educazione motoria ho ritenuto fondamentale adattare opportunamente l’ambiente cercando di ridurre il disordine al fine di accrescere le abilità di apprendimento.
Per facilitare l’inclusione dell’alunno autistico di una delle due classi ho deciso, insieme alle insegnanti, di condurlo in palestra prima della lezione per farlo collaborare alla predisposizione dello spazio che avremmo successivamente utilizzato.
Il bambino ha risposto positivamente a questa proposta che lo ha aiutato a rinforzare la sua autostima, a percepire l’ambiente come un luogo semplice e familiare, e a sentirsi più integrato nell’attività.
Ho organizzato dei brevi momenti di lavoro individuale e di gruppo e uno spazio ben definito per il riposo al fine di dedicare ogni zona ad una singola attività.In molti giochi ho usato cartelloni precedentemente predisposti, stoffe colorate, piccoli attrezzi… cosa che ha migliorato lo scambio relazionale, e reso meno labile l’attenzione dell’alunno autistico, e non solo la sua, bensì anche quella di altri alunni con difficoltà di vario genere.Ho usato una comunicazione, chiara, concisa, utilizzando sempre la stessa formula.
Nell’esecuzione dei compiti ho fornito l’aiuto necessario per arrivare gradualmente a rendere i bambini autonomi.
In alcuni casi è stato sufficiente individuare compagni-tutor, per quei giochi dove era previsto il lavoro a coppie.
Ho utilizzato la tattica del “rinforzo” cioè del ricorrere ad una sorta di premio, come per esempio l’applicazione di una stellina su una scheda predisposta col nome dei bambini, da attaccare quando un ostacolo, ritenuto particolarmente difficile, era stato superato.
Anche in questo caso, ho potuto osservare un aumento della motivazione da parte di tutti gli alunni come anche del bambino autistico e dei due ADHD.
Mi sono preoccupato di far trovare i piccoli attrezzi sempre nella loro collocazione e i ragazzi, a turno, hanno collaborato al loro utilizzo e a riporli nei relativi contenitori.
La mia esperienza nello sport e soprattutto nella scuola, insieme allo studio dei fondamenti teorici dei vari punti che ho trattato, sono stati i vettori che mi hanno guidato nella sua stesura.
L’attività motoria ha costituito un efficace tramite per il rafforzamento e l’acquisizione degli schemi motori che sono alla base di ogni processo d’apprendimento, sia dei bambini normodotati sia di quelli con disabilità.
Ma voglio sottolineare anche come molta parte del buon esito del mio intervento sia derivato dalla condivisione fra me e le insegnanti degli obiettivi e della metodologia che intendevo attuare.
I miei studi mi avevano condotto a considerare questa modalità come necessaria per quel transfert positivo che avviene quando la proposta motoria procede svolta con obiettivi condivisi, ma l’attività di quest’anno scolastico ha messo in evidenza come questa pratica sia senz'altro efficace a consentire un lavoro sinergico fra l’operatore e le docenti di classe, idoneo ad assicurare quella giusta empatia che permette di lavorare insieme verso un fine unico, quello della crescita e il benessere di tutti gli alunni con cui operiamo.
Gli alunni, con le soggettive diversità, hanno migliorato in tutte le abilità sulle quali il mio intervento si era incentrato, a dimostrazione, se ne ce ne fosse bisogno, di quanto sia importante l’attività motoria condotta con regolarità da un esperto della materia, in particolare modo se coadiuvato dall’esperienza didattica dei docenti di classe.

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