Tesi etd-08312020-121135 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
AMODEO, NATALIA
URN
etd-08312020-121135
Titolo
IL CAPITALE NASCOSTO
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Talarico, Lucia
Parole chiave
- capitale intellettuale
- risorse intangibili
Data inizio appello
05/10/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/10/2060
Riassunto
In un contesto competitivo molto turbolento e dinamico come quello nel quale viviamo, quali sono i fattori su cui un'azienda dovrebbe puntare per riuscire a differenziarsi?
Il vantaggio competitivo deriva sempre più da fattori quali: la business idea, la qualità del management, la capacità di innovazione, la cultura aziendale, la soddisfazione del cliente, la struttura organizzativa, le relazioni tra gli individui, lo stile di leadership, tutti aspetti la cui natura è immateriale, e inoltre, si tratta di risorse difficilmente imitabili dalla concorrenza.
Negli ultimi anni è diventato sempre più evidente che la capacità di creazione del valore da parte delle aziende è imputabile, oltre che alla proprietà di assets tangibili, sia fisici che finanziari, anche all’accesso alle risorse intangibili. Tali risorse restano spesso invisibili nei tradizionali bilanci di esercizio e per questo motivo è sempre più avvertita la necessità di disporre sia a fini gestionali interni, sia di comunicazione verso l’esterno, di un patrimonio informativo aziendale più ampio per evidenziare meglio questa tipologia di risorse di un’organizzazione.
Più le imprese accrescono e valorizzano il proprio patrimonio intangibile più sono valutate positivamente dai vari stakeholders del mercato.
Lo studio del capitale intellettuale risulta fondamentale per individuare le risorse intangibili che consentono all’impresa di essere più efficiente, competitiva e che le permettono di creare maggior valore per le varie categorie stakeholders; l’obiettivo che segue all’individuazione di tali risorse è quello di gestirle, valorizzarle e svilupparle. Quindi si tratta di uno strumento informativo che permette anche una maggiore trasparenza in quanto consente di approfondire la realtà aziendale su quegli elementi che non appaiono nel tradizionale bilancio d’esercizio, legati ad esempio alla componente umana, alle competenze, alla capacità di innovazione, alla reputazione.
La dottrina aziendalistica, solitamente, rappresenta il capitale intellettuale nelle seguenti componenti distintive: capitale strutturale (struttura interna); capitale relazionale (struttura esterna); capitale umano (competenze);
Il lavoro che segue si propone di esaminare il tema delle risorse intangibili, la loro evoluzione nell’attuale contesto economico, accompagnato da evidenze e dati empirici. Inoltre verranno esposti anche alcuni strumenti innovativi per la raccolta delle risorse finanziarie, che potrebbero aiutare e incentivare le aziende ad investire in assets intangibili. Si tratterà del tema della rappresentazione degli intangibles nel bilancio aziendale, che avviene attraverso la loro misurazione con i principi contabili internazionali e nazionali, e dei limiti che hanno le scritture contabili. Per superare, o quantomeno, ridurre i suddetti limiti, vengono proposti alcuni indicatori di natura extracontabile quali l’EVA, in cui emerge l’importanza di una corretta valutazione degli intangibili per evidenziare anche la creazione di valore delle aziende, e vengono proposti dei modelli multidimensionali per la misurazione della performance tra cui: lo Smart Model l’Intangible Assets Monitor, la Balanced Scorecard, lo Skandia Navigator, il Performance Prism.
Infine nel presente lavoro, si parlerà del bilancio del capitale intellettuale, uno strumento di rendicontazione che ha la finalità di esplicitare quali siano gli asset intangibili di un’azienda e di fornire un set di indicatori per controllare, sviluppare e gestire le performance, permettendo di superare alcuni limiti della misurazione strettamente economico finanziaria, con lo scopo di evidenziare meglio il “capitale nascosto".
Il vantaggio competitivo deriva sempre più da fattori quali: la business idea, la qualità del management, la capacità di innovazione, la cultura aziendale, la soddisfazione del cliente, la struttura organizzativa, le relazioni tra gli individui, lo stile di leadership, tutti aspetti la cui natura è immateriale, e inoltre, si tratta di risorse difficilmente imitabili dalla concorrenza.
Negli ultimi anni è diventato sempre più evidente che la capacità di creazione del valore da parte delle aziende è imputabile, oltre che alla proprietà di assets tangibili, sia fisici che finanziari, anche all’accesso alle risorse intangibili. Tali risorse restano spesso invisibili nei tradizionali bilanci di esercizio e per questo motivo è sempre più avvertita la necessità di disporre sia a fini gestionali interni, sia di comunicazione verso l’esterno, di un patrimonio informativo aziendale più ampio per evidenziare meglio questa tipologia di risorse di un’organizzazione.
Più le imprese accrescono e valorizzano il proprio patrimonio intangibile più sono valutate positivamente dai vari stakeholders del mercato.
Lo studio del capitale intellettuale risulta fondamentale per individuare le risorse intangibili che consentono all’impresa di essere più efficiente, competitiva e che le permettono di creare maggior valore per le varie categorie stakeholders; l’obiettivo che segue all’individuazione di tali risorse è quello di gestirle, valorizzarle e svilupparle. Quindi si tratta di uno strumento informativo che permette anche una maggiore trasparenza in quanto consente di approfondire la realtà aziendale su quegli elementi che non appaiono nel tradizionale bilancio d’esercizio, legati ad esempio alla componente umana, alle competenze, alla capacità di innovazione, alla reputazione.
La dottrina aziendalistica, solitamente, rappresenta il capitale intellettuale nelle seguenti componenti distintive: capitale strutturale (struttura interna); capitale relazionale (struttura esterna); capitale umano (competenze);
Il lavoro che segue si propone di esaminare il tema delle risorse intangibili, la loro evoluzione nell’attuale contesto economico, accompagnato da evidenze e dati empirici. Inoltre verranno esposti anche alcuni strumenti innovativi per la raccolta delle risorse finanziarie, che potrebbero aiutare e incentivare le aziende ad investire in assets intangibili. Si tratterà del tema della rappresentazione degli intangibles nel bilancio aziendale, che avviene attraverso la loro misurazione con i principi contabili internazionali e nazionali, e dei limiti che hanno le scritture contabili. Per superare, o quantomeno, ridurre i suddetti limiti, vengono proposti alcuni indicatori di natura extracontabile quali l’EVA, in cui emerge l’importanza di una corretta valutazione degli intangibili per evidenziare anche la creazione di valore delle aziende, e vengono proposti dei modelli multidimensionali per la misurazione della performance tra cui: lo Smart Model l’Intangible Assets Monitor, la Balanced Scorecard, lo Skandia Navigator, il Performance Prism.
Infine nel presente lavoro, si parlerà del bilancio del capitale intellettuale, uno strumento di rendicontazione che ha la finalità di esplicitare quali siano gli asset intangibili di un’azienda e di fornire un set di indicatori per controllare, sviluppare e gestire le performance, permettendo di superare alcuni limiti della misurazione strettamente economico finanziaria, con lo scopo di evidenziare meglio il “capitale nascosto".
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