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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08312007-172708


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Giachetti, Silvia
URN
etd-08312007-172708
Titolo
Progetto per un maggiore inserimento degli immigrati nel tessuto cittadino a Pisa
Dipartimento
INTERFACOLTA'
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO, MEDIAZIONE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI
Relatori
Relatore Malavolti, Giancarlo
Parole chiave
  • immigrati
Data inizio appello
27/09/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
Uno degli scopi del presente elaborato è quello di mettere in evidenza le caratteristiche salienti dei principali gruppi di migranti rilevati nel territorio pisano, tentando di spiegare le maggiori differenze nei modelli di insediamento e di integrazione dei quattro principali gruppi osservati.
La convinzione, infatti, è che il fenomeno dell'immigrazione rientri nelle politiche nuove ed importanti delle amministrazioni locali, chiamate a rispondere in maniera integrata ai bisogni e alle esigenze di nuovi attori sociali, quali, le donne, i mi¬nori, le famiglie migranti, che la "maturità" dei flussi migratori portano sempre di più ad abitare la nostra città, a vivere il suo territorio, ad usufruire dei suoi ser¬vizi e a frequentare le sue scuole.
I flussi migratori rappresentano oggi, anche nel nostro paese, un’evidenza demografica. Probabilmente questa definizione è quella che meglio rappresenta e qualifica il vero significato dei consistenti movimenti di persone e gruppi umani che, in particolare negli ultimi anni, attraversano la penisola, in parte perché la hanno scelta come destinazione finale di percorsi lunghi e talvolta drammatici di sradicamento; in altri casi perché il suo territorio bene si presta sia dal punto di vista geografico che probabilmente anche sociale come tappa intermedia verso traguardi ben più lontani e difficili da raggiungere (Europa centro settentrionale, Stati Uniti, Canada, ecc. ).
La ricerca ha messo in evidenza come a specificare lo stato e le traiettorie dei modelli di comportamento (e degli atteggiamenti) predominanti non siano tanto alcune singole variabili prese in sé (sesso, paese di origine, stato civile, condizione lavorativa, etc.) quanto piuttosto alcune specifiche loro combinazioni e strutturazioni d'insieme.
La presenza straniera sul territorio ha ormai assunto caratteri di tale complessità e differenziazione da obbligarci a parlare di veri e propri "mondi paralleli": non tanto con riferimento alla distanza che li separa tutti dai modelli relazionali italiani (anche se alcuni li stanno esplicitamente metabolizzando), quanto piuttosto in relazione ai reciproci distanziamenti riferibili alle prospettive di integrazione ed ai progetti futuri, agli stili di vita ed ai modelli di socialità e comportamento.
I dati ci segnalano la presenza nella galassia straniera di almeno quattro mondi, ciascuno dei quali esprime bisogni e prospettive diverse.
I lavoratori-ospiti sono sostanzialmente soli e diffidenti, chiusi all'interno delle proprie enclaves e fortemente legati da vincoli di responsabilità con le comunità di origine (di cui rappresentano una importantissima componente extra territoriale). La loro configurazione sembra corrispondere a quella tipica delle prime fasi di radicamento delle catene migratorie, quando un singolo membro di un nucleo familiare assume la decisione di espatriare in funzione del miglioramento delle condizioni generali della comunità d'origine. I processi di integrazione con la popolazione del paese di destinazione sono in questa fase scarsi e difficili, tanto che la parola che meglio rappresenta l'atteggiamento degli italiani verso gli immigrati è intolleranza.
I ricongiunti sono tendenzialmente più integrati. Il raggiungimento dei familiari espatriati e la stabilizzazione delle relazioni più significative induce nei membri di questo gruppo modelli di comportamento più aperti anche all'incontro con la comunità ospitante, rispetto alla quale si ambisce a stabilire relazioni permanenti ed integrate.
Questa specifica modalità sembra corrispondere alla seconda fase del ciclo migratorio, quando cioè i pionieri della prima ora ricostruiscono all'estero le proprie famiglie e trasformano da temporaneo in definitivo il proprio progetto. E' significativa, sotto questo profilo, la segnalazione che la parola che meglio rappresenta l'atteggiamento degli italiani verso gli immigrati sia rispetto.
I nuovi italiani sono molto ben integrati nel tessuto sociale del paese ospitante; i loro figli ormai sono perfettamente accettati e non risultano riscontrare problematiche di emarginazione razziale e sociale. Gli appartenenti a questa categoria ormai hanno trovato un lavoro gratificante ed adeguato alle loro caratteristiche; dopo aver superato le difficoltà derivate dalla solitudine dei primi anni di immigrazione e gli ostacoli per ¬poter ricongiungersi con i propri familiari nel nuovo paese stanno raccogliendo frutti dei loro sforzi, tanto che è esplicativo il loro desiderio di rimanere in Italia per sempre.
I giramondo, invece, risultano distaccarsi fortemente dalle altre categorie di immigrati, proprio per il motivo che li ha spinti ad intraprendere il loro viaggio. Non sono state infatti le difficoltà economiche bensì la voglia di avventura ed il desiderio di acquisire conoscenze e capacità difficilmente conseguibili nei paesi di origine. Risultano quindi far parte di una immigrazione di "alto livello" che ha peculiari necessità e problematiche, ma risulta molto significativo il fatto che, per la crescita culturale che l’Italia sta loro fornendo, questa categoria di immigrati percepisca gli italiani come un popolo solidale.
Questa differenziazione stimola profondamente il sistema delle politiche sociali e di accoglienza, dal momento che ne impone una radicale trasformazione a fronte della contemporanea presenza sullo stesso territorio di gruppi e tipologie di immigrati che sperimentano fasi diverse del percorso di integrazione.
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