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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08302018-124554


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RANNO, ALESSIO
URN
etd-08302018-124554
Titolo
Pindaro e la 'poetica della trascendenza': poesia, rito e memoria nella Nemea VII per Sogene di Egina
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Medda, Enrico
Parole chiave
  • poesia lirica greca
  • Pindaro
  • Nemea 7
  • memoria poetica
  • Letteratura greca
  • epinicio
  • arti visive
  • rito
  • trascendenza
Data inizio appello
01/10/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/10/2088
Riassunto
Obiettivo di questo lavoro è fornire una lettura possibilmente originale della Nemea VII, una delle odi più celebri e complesse della produzione poetica di Pindaro, alla luce di innovativi approcci metodologici elaborati dalla critica contemporanea. Nello specifico, è mia intenzione soffermarmi sulle modalità con cui Pindaro elabora in questo carme una sistematica riflessione sullo statuto e le potenzialità della propria arte poetica, in particolare sulla capacità della propria poesia di trascendere confini spazio-temporali per imporsi come patrimonio letterario e culturale stabile e duraturo. Questa volontà di auto-promozione letteraria prende corpo nel disegno dell'ode in un sistematico confronto con le tradizionali forme espressive, di natura estetica e/o materiale (iconografia e arti manuali, culti religiosi, l'epica arcaica di Omero e dei poeti del Ciclo), impiegate dalla cultura greca a scopi encomiastici e commemorativi. Attraverso una suggestiva compenetrazione fra questi media espressivi, il poeta assicura alla propria poesia encomiastica la capacità di assurgere al rango di 'arte commemorativa', e in quanto tale fonte di tradizione culturale, e al contempo mettere in luce i suoi aspetti più virtuosi e innovativi rispetto a questi stessi media tradizionali. Sul piano dei contenuti, intendo mostrare come il filo conduttore che lega le varie parti dell'epinicio in un discorso coerente e unitario, dai racconti mitici alle sezioni gnomiche ed encomiastiche del carme, sia un interesse costante per i temi della memoria e della trascendenza, intesa sia come eternità poetica (cfr. il mito della morte di Aiace), sia come vera e propria attrazione dell'uomo mortale nella sfera del divino (cfr. il mito della morte di Neottolemo). Questa impostazione metodologica può fornire anche degli interessanti contributi alla discussione sui tradizionali problemi esegetici dell'ode, dalla più marginale questione della cronologia al più cruciale problema dell'intertestualità fra Nemea VII e Peana VI.
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