Tesi etd-08302015-180049 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ELIA, GIOVANNI BATTISTA
URN
etd-08302015-180049
Titolo
Frantz Fanon. Per un approccio decoloniale del sapere
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA'
Relatori
relatore Prof.ssa Fiorino, Vinzia
correlatore Prof. Paoletti, Giovanni
correlatore Prof. Paoletti, Giovanni
Parole chiave
- Aimé Césaire
- Chakrabarty
- Condizione coloniale
- Critica Postcoloniale
- Decolonizzazione
- Frantz Fanon
- Jean-Paul Sartre
- Said
- Soggettivazione
- Spivak
- Storia culturale
- Subaltern Studies
Data inizio appello
28/09/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
L'elaborato, suddiviso in due parti ha nei suoi intendimenti l'obiettivo di rintracciare le coordinate e la portata del pensiero critico del medico e psichiatra martinicano Frantz Fanon.
In particolare, attraverso una preliminare ricostruzione delle vicende che hanno strettamente legato la figura di Fanon a Aimé Césaire e A Jean-Paul Sartre si è posta l'attenzione sulla necessità di ripartire criticamene da un'analisi del suo primo scritto “Pelle nera, maschere bianche”, in sintesi, un'autentica denuncia attraverso una narrazione in parte autobiografica, della condizione di assoggettamento vissuta dall'uomo di colore come diretta conseguenza della retorica e della visione pseudo scientifica dell'uomo bianco come emblema della perfezione e della presunta superiorità razziale.
L'analisi si sposta necessariamente anche sulla pubblicazione più nota del medico martinicano, “I dannati della terra” opera oggetto di una lettura che soprattutto negli anni successivi alla morte del medico (Sessanta-Settanta) ha portato ad un distorsione del pensiero e della figura che Fanon ha rappresentato. Tale distorsione ha adombrato un pensiero che soprattutto negli anni Ottanta ha cominciato ad interessare tutta una serie di studiosi che abbracciando ed ispirandosi alla Critica Postcoloniale, ai Cultural Studies e ai Subaltern Studies, hanno (ri)scoperto il pensiero critico del medico martinicano privandolo sostanzialmente dell'alone di fascinazione per l'eversione rivoluzionaria e per il gesto violento di rivolta (frutto soprattutto del non celato sostegno alla causa dell'indipendenza algerina) restituendoci un pensiero funzionale ad una differente interpretazione del periodo coloniale e del nostro presente post-coloniale.
In particolare, attraverso una preliminare ricostruzione delle vicende che hanno strettamente legato la figura di Fanon a Aimé Césaire e A Jean-Paul Sartre si è posta l'attenzione sulla necessità di ripartire criticamene da un'analisi del suo primo scritto “Pelle nera, maschere bianche”, in sintesi, un'autentica denuncia attraverso una narrazione in parte autobiografica, della condizione di assoggettamento vissuta dall'uomo di colore come diretta conseguenza della retorica e della visione pseudo scientifica dell'uomo bianco come emblema della perfezione e della presunta superiorità razziale.
L'analisi si sposta necessariamente anche sulla pubblicazione più nota del medico martinicano, “I dannati della terra” opera oggetto di una lettura che soprattutto negli anni successivi alla morte del medico (Sessanta-Settanta) ha portato ad un distorsione del pensiero e della figura che Fanon ha rappresentato. Tale distorsione ha adombrato un pensiero che soprattutto negli anni Ottanta ha cominciato ad interessare tutta una serie di studiosi che abbracciando ed ispirandosi alla Critica Postcoloniale, ai Cultural Studies e ai Subaltern Studies, hanno (ri)scoperto il pensiero critico del medico martinicano privandolo sostanzialmente dell'alone di fascinazione per l'eversione rivoluzionaria e per il gesto violento di rivolta (frutto soprattutto del non celato sostegno alla causa dell'indipendenza algerina) restituendoci un pensiero funzionale ad una differente interpretazione del periodo coloniale e del nostro presente post-coloniale.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
TESI.pdf | 2.28 Mb |
Contatta l’autore |