Tesi etd-08302013-202713 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CECCHI, ROMINA
URN
etd-08302013-202713
Titolo
EFFETTI DELLA MINDFULNESS BASED STRESS REDUCTION (Riduzione dello Stress basata sulla Mindfulness) SULLA RIDUZIONE DELLO STRESS LAVORO ? CORRELATO NEL PERSONALE SANITARIO
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE
Relatori
relatore Dott.ssa Giuliano, Gabriella
Parole chiave
- Mindfulness
- Rischio cardiovascolare
- Stress lavoro correlato
Data inizio appello
27/09/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
La relazione tra stress e patologia è stata oggetto, nel corso degli anni, di numerosi studi che hanno riconosciuto il ruolo dello stress in molti disturbi sia fisici che psicologici. Sono ben noti quelli che riguardano il sistema cardiovascolare, come l’ipertensione arteriosa e l’infarto cardiaco. Dall’altra parte, alterazioni della sfera emotiva, come ansia e depressione, sostenute da eventi stressanti, a loro volta aumentano la vulnerabilità dell’individuo allo sviluppo di disturbi cardiovascolari.
Dati crescenti in letteratura indicano come la pratica della meditazione, in particolar modo la mindfulness (consapevolezza non concettuale), sia in grado di aumentare le capacità dell’individuo di rispondere in modo omeostatico alle sollecitazioni stressogene. La Mindfulness based Stress Reduction (MBSR; Riduzione dello Stress basata sulla Mindfulness), in particolare, si è distinta tra numerose pratiche meditative per la sua efficacia nel ridurre lo stress in tempi relativamente brevi.
A tale proposito, il Centro Extreme della Scuola Superiore S. Anna di Pisa ha deciso di avviare un trial sperimentale tra gli operatori del Ruolo Sanitario (Operatori socio-sanitari, infermieri, medici) appartenenti all’Azienda USL 6 di Livorno, allo scopo di verificare e misurare le modificazioni cardiorespiratorie, metaboliche e cerebrali indotte dalla MBSR, per approfondire la comprensione dei meccanismi fisiopatologici e valutare la possibile integrazione della MBSR in programmi di prevenzione dello stress lavoro correlato.
Pertanto, è stato organizzato un corso standard di MBSR che prevedeva un primo incontro di 7h, volto all’apprendimento delle diverse pratiche di consapevolezza, quali la meditazione seduta, la meditazione camminata e lo yoga consapevole e 8 incontri di pratica attiva di meditazione, a cadenza settimanale, di 2 ore e 30 min. ciascuno.
I partecipanti volontari allo studio, dopo aver firmato il consenso informato ed aver acconsentito al trattamento dei dati, secondo la vigente normativa sulla privacy, sono stati sottoposti, prima dell’inizio del ciclo di sessioni meditative e dopo la fine dello stesso, ad una serie di valutazioni del rischio cardiovascolare e a test psicometrici. Complessivamente, gli operatori sanitari che si sono iscritti al corso MBSR sono stati 98. Due di questi soggetti non hanno mai iniziato il corso e 10 non lo hanno terminato. La percentuale di “drop out” durante il corso è stata del 12,2%, abbastanza alta se si considera che tutti i soggetti, al momento dell’iscrizione al corso, erano verosimilmente molto motivati in quanto disposti a pagare. Sulla base dei risultati che al momento ci sono pervenuti e che riguardano i test psicometrici e gli esami ematochimici, le analisi statistiche effettuate, (t di student per dati appaiati) hanno fatto emergere una riduzione significativa nei punteggi relativi ad “ansia” e “stress”, una riduzione significativa di colesterolo LDL ed un aumento significativo di colesterolo HDL e di insulina.
Concludendo, i dati disponibili consentono di confermare che la MBSR può ridurre lo stress lavoro-correlato. Inoltre, le modificazioni dei parametri ematochimici, in particolare la riduzione del rapporto tra colesterolo LDL (aterogeno) e HDL (antiaterogeno), suggerisce che tale intervento possa ridurre il rischio cardiovascolare.
Sicuramente, corsi formativi di questo tipo possono avere un impatto positivo sui lavoratori maggiormente esposti al rischio stress come gli operatori sanitari, manca però l’effettiva conoscenza e cultura di cosa comporti l’impegno in tali attività. Tali corsi richiedono infatti pratica quotidiana e disciplina (e questa è la probabile causa della percentuale rilevante di soggetti drop-out). Un’altra criticità è stata la mancata consapevolezza, nei partecipanti, dell’importanza scientifica che i risultati avrebbero potuto fornire: alcuni soggetti infatti, pur completando il percorso, non si sono poi presentati per fornire i dati necessari alla validazione scientifica. Nell’idea, pertanto, di impostare studi analoghi in futuro, visti anche i significativi risultati sopra riportati, pare utile mettere in guardia i ricercatori, raccomandando un follow-up attento e bene organizzato.
Dati crescenti in letteratura indicano come la pratica della meditazione, in particolar modo la mindfulness (consapevolezza non concettuale), sia in grado di aumentare le capacità dell’individuo di rispondere in modo omeostatico alle sollecitazioni stressogene. La Mindfulness based Stress Reduction (MBSR; Riduzione dello Stress basata sulla Mindfulness), in particolare, si è distinta tra numerose pratiche meditative per la sua efficacia nel ridurre lo stress in tempi relativamente brevi.
A tale proposito, il Centro Extreme della Scuola Superiore S. Anna di Pisa ha deciso di avviare un trial sperimentale tra gli operatori del Ruolo Sanitario (Operatori socio-sanitari, infermieri, medici) appartenenti all’Azienda USL 6 di Livorno, allo scopo di verificare e misurare le modificazioni cardiorespiratorie, metaboliche e cerebrali indotte dalla MBSR, per approfondire la comprensione dei meccanismi fisiopatologici e valutare la possibile integrazione della MBSR in programmi di prevenzione dello stress lavoro correlato.
Pertanto, è stato organizzato un corso standard di MBSR che prevedeva un primo incontro di 7h, volto all’apprendimento delle diverse pratiche di consapevolezza, quali la meditazione seduta, la meditazione camminata e lo yoga consapevole e 8 incontri di pratica attiva di meditazione, a cadenza settimanale, di 2 ore e 30 min. ciascuno.
I partecipanti volontari allo studio, dopo aver firmato il consenso informato ed aver acconsentito al trattamento dei dati, secondo la vigente normativa sulla privacy, sono stati sottoposti, prima dell’inizio del ciclo di sessioni meditative e dopo la fine dello stesso, ad una serie di valutazioni del rischio cardiovascolare e a test psicometrici. Complessivamente, gli operatori sanitari che si sono iscritti al corso MBSR sono stati 98. Due di questi soggetti non hanno mai iniziato il corso e 10 non lo hanno terminato. La percentuale di “drop out” durante il corso è stata del 12,2%, abbastanza alta se si considera che tutti i soggetti, al momento dell’iscrizione al corso, erano verosimilmente molto motivati in quanto disposti a pagare. Sulla base dei risultati che al momento ci sono pervenuti e che riguardano i test psicometrici e gli esami ematochimici, le analisi statistiche effettuate, (t di student per dati appaiati) hanno fatto emergere una riduzione significativa nei punteggi relativi ad “ansia” e “stress”, una riduzione significativa di colesterolo LDL ed un aumento significativo di colesterolo HDL e di insulina.
Concludendo, i dati disponibili consentono di confermare che la MBSR può ridurre lo stress lavoro-correlato. Inoltre, le modificazioni dei parametri ematochimici, in particolare la riduzione del rapporto tra colesterolo LDL (aterogeno) e HDL (antiaterogeno), suggerisce che tale intervento possa ridurre il rischio cardiovascolare.
Sicuramente, corsi formativi di questo tipo possono avere un impatto positivo sui lavoratori maggiormente esposti al rischio stress come gli operatori sanitari, manca però l’effettiva conoscenza e cultura di cosa comporti l’impegno in tali attività. Tali corsi richiedono infatti pratica quotidiana e disciplina (e questa è la probabile causa della percentuale rilevante di soggetti drop-out). Un’altra criticità è stata la mancata consapevolezza, nei partecipanti, dell’importanza scientifica che i risultati avrebbero potuto fornire: alcuni soggetti infatti, pur completando il percorso, non si sono poi presentati per fornire i dati necessari alla validazione scientifica. Nell’idea, pertanto, di impostare studi analoghi in futuro, visti anche i significativi risultati sopra riportati, pare utile mettere in guardia i ricercatori, raccomandando un follow-up attento e bene organizzato.
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