Tesi etd-08292019-112133 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
OROFINO, JACOPO
URN
etd-08292019-112133
Titolo
Valutazione retrospettiva del ruolo dei derivati del platino e dello stato mutazionale di BRCA nel trattamento neoadiuvante di pazienti con carcinoma mammario triplo negativo in stadio precoce
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Falcone, Alfredo
correlatore Dott. Fontana, Andrea
correlatore Dott. Fontana, Andrea
Parole chiave
- BRCA
- breast cancer
- carcinoma mammario
- neoadiuvante
- neoadjuvant
- platino
- platinum
- TNBC
- triple negative
- triplo negativo
Data inizio appello
24/09/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Riassunto
Il tumore “triplo negativo” rappresenta il sottotipo molecolare di neoplasia mammaria a prognosi peggiore sia nella fase avanzata che nella fase precoce. Nel setting preoperatorio, l’utilizzo di un trattamento chemioterapico permette di ottenere una chirurgia mammaria conservativa laddove non fosse possibile in prima battuta e di selezionare pazienti non responsivi per ulteriori trattamenti postoperatori.
Dati preclinici suggeriscono che i tumori al seno triplo negativo sono sensibili agli agenti intercalanti ossia composti che hanno la capacità di inserirsi nel filamento di DNA provocandone il blocco della sintesi o la rottura. Inoltre è stata ipotizzata l’esistenza di una sinergia fra taxani, antracicline e sali di platino. Abbiamo quindi mirato a valutare l'efficacia dell'aggiunta di carboplatino alla terapia neoadiuvante per il carcinoma mammario triplonegativo.
È stato deciso di effettuare uno studio retrospettivo a carattere esplorativo condotto su una casistica di pazienti con diagnosi di carcinoma della mammella triplo negativo trattate con chemioterapia neoadiuvante il cui obiettivo primario è valutare se l’aggiunta dei derivati del platino ai classici schemi di chemioterapia neoadiuvante basati su taxani e antracicline porti ad un vantaggio in termini di risposta patologica completa.
Sono state arruolate 116 pazienti con diagnosi di tumore al seno triplo negativo, non metastatico, trattate con chemioterapia neoadiuvante: 19 pazienti sono state trattate con carboplatino in aggiunta ai classici schemi chemioterapici, 94 non hanno ricevuto il platino mentre 3 pazienti non sono state inserite perché in attesa di effettuare la chirurgia e ottenere il referto istologico.
Complessivamente il 27% delle pazienti ha ottenuto la risposta patologica completa (pCR) mentre nei sottogruppi platino vs no platino il 47% delle pazienti trattate con carboplatino ha raggiunto la pCR vs il 23% delle pazienti trattate con schemi classici (OR 2.95, 95% CI 1.06-8.16, p=0,038).
Per quanto concerne le tossicità quelle ematologiche sono risultate significativamente maggiori nel gruppo con carboplatino rispetto al gruppo senza carboplatino: neutropenia di grado 3-4 56% vs 20%, anemia di grado 3-4 12% vs 2% mentre non si sono rilevate particolari differenze negli altri tipi di tossicità.
Per questo motivo il carboplatino è stato associato a un più alto grado di interruzione del trattamento neoadiuvante rispetto al gruppo di controllo (36% vs 5%).
In conclusione, sebbene con i limiti di una analisi retrospettiva, il nostro studio dimostra, in accordo con i dati della letteratura, come un trattamento a base di sali di platino determini un incremento significativo del tasso di risposte patologiche complete in pazienti con tumori triplo negativi sottoposti ad un trattamento preoperatorio. L’aggiunta dei sali di platino determina tuttavia un incremento della tossicità ematologica.
Abstract
The "triple negative" tumor represents the molecular subtype of mammary neoplasia with a worse prognosis both in the advanced phase and in the early phase. In the pre-operative setting, the use of a chemotherapy treatment allows to obtain a conservative breast surgery where it is not possible in the first instance and to select patients who are not responsive for further post-operative treatments.
Preclinical data suggest that triple negative breast tumors are sensitive to intercalating agents or compounds that have the ability to insert into the DNA strand causing it to block synthesis or rupture. Furthermore, the existence of a synergy between taxanes, anthracyclines and platinum salts has been hypothesized. We therefore aimed to evaluate the efficacy of carboplatin addition to neoadjuvant therapy for triplonegative breast cancer.
It was decided to carry out a retrospective exploratory study conducted on a series of patients diagnosed with triple-negative breast cancer treated with neoadjuvant chemotherapy whose primary objective is to evaluate whether the addition of platinum derivatives to classic neoadjuvant chemotherapy based schemes on taxanes and anthracyclines it leads to an advantage in terms of complete pathological response. 116 patients diagnosed with triple negative, non-metastatic breast cancer treated with neoadjuvant chemotherapy were enrolled: 19 patients were treated with carboplatin in addition to the classic chemotherapy schemes, 94 did not receive platinum while 3 patients were not included because waiting to perform surgery and get the histological report.
Overall, 27% of patients achieved complete pathological response (pCR) while in platinum vs no platinum subgroups 47% of patients treated with carboplatin achieved pCR versus 23% of patients treated with classical schemes (OR 2.95, 95% CI 1.06-8.16, p=0,038).
With regard to toxicity, the hematological findings were significantly greater in the carboplatin group than in the carboplatin-free group: 3-4 grade neutropenia 56% vs 20%, 3-4 grade anemia 12% vs 2% while no particular differences in other types of toxicity.
For this reason, carboplatin was associated with a higher degree of discontinuation of neoadjuvant treatment compared to the control group (36% vs 5%).
In conclusion, although with the limitations of a retrospective analysis, our study demonstrates, in agreement with the literature data, how a treatment based on platinum salts determines a significant increase in the rate of complete pathological responses in patients with triple negative tumors subjected to preoperative treatment. However, the addition of platinum salts leads to an increase in haematological toxicity.
Il tumore “triplo negativo” rappresenta il sottotipo molecolare di neoplasia mammaria a prognosi peggiore sia nella fase avanzata che nella fase precoce. Nel setting preoperatorio, l’utilizzo di un trattamento chemioterapico permette di ottenere una chirurgia mammaria conservativa laddove non fosse possibile in prima battuta e di selezionare pazienti non responsivi per ulteriori trattamenti postoperatori.
Dati preclinici suggeriscono che i tumori al seno triplo negativo sono sensibili agli agenti intercalanti ossia composti che hanno la capacità di inserirsi nel filamento di DNA provocandone il blocco della sintesi o la rottura. Inoltre è stata ipotizzata l’esistenza di una sinergia fra taxani, antracicline e sali di platino. Abbiamo quindi mirato a valutare l'efficacia dell'aggiunta di carboplatino alla terapia neoadiuvante per il carcinoma mammario triplonegativo.
È stato deciso di effettuare uno studio retrospettivo a carattere esplorativo condotto su una casistica di pazienti con diagnosi di carcinoma della mammella triplo negativo trattate con chemioterapia neoadiuvante il cui obiettivo primario è valutare se l’aggiunta dei derivati del platino ai classici schemi di chemioterapia neoadiuvante basati su taxani e antracicline porti ad un vantaggio in termini di risposta patologica completa.
Sono state arruolate 116 pazienti con diagnosi di tumore al seno triplo negativo, non metastatico, trattate con chemioterapia neoadiuvante: 19 pazienti sono state trattate con carboplatino in aggiunta ai classici schemi chemioterapici, 94 non hanno ricevuto il platino mentre 3 pazienti non sono state inserite perché in attesa di effettuare la chirurgia e ottenere il referto istologico.
Complessivamente il 27% delle pazienti ha ottenuto la risposta patologica completa (pCR) mentre nei sottogruppi platino vs no platino il 47% delle pazienti trattate con carboplatino ha raggiunto la pCR vs il 23% delle pazienti trattate con schemi classici (OR 2.95, 95% CI 1.06-8.16, p=0,038).
Per quanto concerne le tossicità quelle ematologiche sono risultate significativamente maggiori nel gruppo con carboplatino rispetto al gruppo senza carboplatino: neutropenia di grado 3-4 56% vs 20%, anemia di grado 3-4 12% vs 2% mentre non si sono rilevate particolari differenze negli altri tipi di tossicità.
Per questo motivo il carboplatino è stato associato a un più alto grado di interruzione del trattamento neoadiuvante rispetto al gruppo di controllo (36% vs 5%).
In conclusione, sebbene con i limiti di una analisi retrospettiva, il nostro studio dimostra, in accordo con i dati della letteratura, come un trattamento a base di sali di platino determini un incremento significativo del tasso di risposte patologiche complete in pazienti con tumori triplo negativi sottoposti ad un trattamento preoperatorio. L’aggiunta dei sali di platino determina tuttavia un incremento della tossicità ematologica.
Abstract
The "triple negative" tumor represents the molecular subtype of mammary neoplasia with a worse prognosis both in the advanced phase and in the early phase. In the pre-operative setting, the use of a chemotherapy treatment allows to obtain a conservative breast surgery where it is not possible in the first instance and to select patients who are not responsive for further post-operative treatments.
Preclinical data suggest that triple negative breast tumors are sensitive to intercalating agents or compounds that have the ability to insert into the DNA strand causing it to block synthesis or rupture. Furthermore, the existence of a synergy between taxanes, anthracyclines and platinum salts has been hypothesized. We therefore aimed to evaluate the efficacy of carboplatin addition to neoadjuvant therapy for triplonegative breast cancer.
It was decided to carry out a retrospective exploratory study conducted on a series of patients diagnosed with triple-negative breast cancer treated with neoadjuvant chemotherapy whose primary objective is to evaluate whether the addition of platinum derivatives to classic neoadjuvant chemotherapy based schemes on taxanes and anthracyclines it leads to an advantage in terms of complete pathological response. 116 patients diagnosed with triple negative, non-metastatic breast cancer treated with neoadjuvant chemotherapy were enrolled: 19 patients were treated with carboplatin in addition to the classic chemotherapy schemes, 94 did not receive platinum while 3 patients were not included because waiting to perform surgery and get the histological report.
Overall, 27% of patients achieved complete pathological response (pCR) while in platinum vs no platinum subgroups 47% of patients treated with carboplatin achieved pCR versus 23% of patients treated with classical schemes (OR 2.95, 95% CI 1.06-8.16, p=0,038).
With regard to toxicity, the hematological findings were significantly greater in the carboplatin group than in the carboplatin-free group: 3-4 grade neutropenia 56% vs 20%, 3-4 grade anemia 12% vs 2% while no particular differences in other types of toxicity.
For this reason, carboplatin was associated with a higher degree of discontinuation of neoadjuvant treatment compared to the control group (36% vs 5%).
In conclusion, although with the limitations of a retrospective analysis, our study demonstrates, in agreement with the literature data, how a treatment based on platinum salts determines a significant increase in the rate of complete pathological responses in patients with triple negative tumors subjected to preoperative treatment. However, the addition of platinum salts leads to an increase in haematological toxicity.
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