Tesi etd-08292016-120521 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
TOGNI, TOMMASO
URN
etd-08292016-120521
Titolo
IL NUOVO VOLTO DELLA GIURISDIZIONE
“IN EXECUTIVIS”
Tra crisi di identità e prospettive di riforma
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Bresciani, Luca
Parole chiave
- fase esecutiva
- giudice dell'esecuzione
- pena illegale
- rideterminazione della pena
Data inizio appello
19/09/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro tenta di eseguire una ricognizione dei nuovi poteri che, le Sezioni Unite, hanno riconosciuto in capo al giudice dell'esecuzione penale. Ciò in riposta alle pressioni provenienti da Strasburgo, di una maggiore tutela dei diritti fondamentali, di cui fa parte la libertà personale. Diritto pregiudicato da una disciplina rigida, che non permette modificazioni del trattamento sanzionatorio una volta che la sentenza di condanna acquista i crismi della "cosa giudicata".
Pressati dalla necessità di conformarsi alle pronunce di Strasburgo e della Corte costituzionale, i giudici di legittimità, pur in assenza di una espressa disposizione normativa, hanno cercato la strada per riportare nell’alveo della legalità le pene inflitte sulla base di norme dichiarate incostituzionali. Ripercorrendo i momenti salienti della giurisprudenza degli ultimi 5-6 anni, si analizza l’opera di equilibrismo della Corte di Cassazione che, in definitiva, ha portato ad una progressiva demolizione del mito dell’intangibilità del giudicato; affermando la supremazia del diritto fondamentale della libertà personale su quello di stabilità dei rapporti giuridici. Per realizzare questa finalità, i giudici, hanno rinvenuto, attraverso un’interpretazione a maglie molto larghe delle previsioni del codice di procedura penale, nel giudice dell’esecuzione, l’organo deputato alle necessarie modifiche della pena.
Pressati dalla necessità di conformarsi alle pronunce di Strasburgo e della Corte costituzionale, i giudici di legittimità, pur in assenza di una espressa disposizione normativa, hanno cercato la strada per riportare nell’alveo della legalità le pene inflitte sulla base di norme dichiarate incostituzionali. Ripercorrendo i momenti salienti della giurisprudenza degli ultimi 5-6 anni, si analizza l’opera di equilibrismo della Corte di Cassazione che, in definitiva, ha portato ad una progressiva demolizione del mito dell’intangibilità del giudicato; affermando la supremazia del diritto fondamentale della libertà personale su quello di stabilità dei rapporti giuridici. Per realizzare questa finalità, i giudici, hanno rinvenuto, attraverso un’interpretazione a maglie molto larghe delle previsioni del codice di procedura penale, nel giudice dell’esecuzione, l’organo deputato alle necessarie modifiche della pena.
File
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