Tesi etd-08292014-124416 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
CHITI, ALBERTO
URN
etd-08292014-124416
Titolo
Mild cognitive impairment su base vascolare e transizione a demenza: aspetti clinico-neuropsicologici e di neuroimaging avanzato con task cognitivo
Settore scientifico disciplinare
MED/26
Corso di studi
NEUROSCIENZE E SCIENZE ENDOCRINOMETABOLICHE
Relatori
tutor Orlandi, Giovanni
Parole chiave
- malattia dei piccoli vasi
- small vessel disease
Data inizio appello
09/09/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione: i pazienti con “mild cognitive impairment” su base vascolare sottocorticale (VMCI) sono a rischio di ictus e transizione a demenza. L’accurata caratterizzazione dei casi con VMCI potrebbe avere rilevanti implicazioni prognostiche e terapeutiche.
Scopo dello studio: valutare le caratteristiche clinico-neuropsicologiche e di neuroimaging avanzato (MRI 3Tesla con fMRI con task di memoria) di pazienti con VMCI; è stato inoltre valutato il rischio di ictus e di transizione a demenza ad un follow-up di 1 e 2 anni.
Materiali e metodi: sono stati considerati 29 pazienti con VMCI (con impegno vascolare definito da leucoaraiosi di grado moderato-grave secondo la scala di Fazekas modificata; età media 75.4 anni, range 65-84, 48.3% maschi). Ai fini della caratterizzazione neuropsicologica (compromissione singolo dominio vs multidominio, amnesica vs non-amnesica), tale gruppo è stato confrontato con 24 pazienti con “mild cognitive impairment” privi di significativo impegno vascolare (NVMCI: 24 pazienti, età media 75.2 anni, range 69-88, 45.8% maschi). Per la valutazione fMRI, sono stati confrontati pazienti con VMCI, NVMCI e soggetti di controllo (normal elderly, NE).
Risultati: i fattori di rischio maggiormente rappresentati nei pazienti con VMCI sono stati sedentarietà (79.3%) e ipertensione arteriosa (62.1%); circa un terzo dei casi aveva sofferto di ictus, mentre tutti lamentavano disturbi della memoria. Pazienti con VMCI e NVMCI hanno presentato analogo profilo cognitivo. I pazienti con VMCI hanno presentato un pattern di attivazione fMRI profondamente modificato rispetto a NVMCI e NE: nell’encoding, era presente un’attivazione additiva parieto-occipitale bilaterale (rispetto ai NE), ma una minor attivazione anteriore e controlaterale (rispetto a NVMCI e NE); nel retrieval, era invece presente un’ estesa riduzione dell’attivazione rispetto ai NE, senza significative differenze rispetto ai casi con NVMCI. Al follow-up, ictus e demenza si sono verificati in 1 caso (3.4%) e 6 casi (20.7%), rispettivamente, in assenza di significative differenze (cliniche, neuropsicologiche e neuroradiologiche) al baseline tra i pazienti che hanno raggiunto l’endpoint e quelli che non lo hanno raggiunto.
Discussione: il presente studio supporta l’importanza di una dettagliata caratterizzazione e follow-up di pazienti con VMCI per migliorarne la gestione nella pratica clinica, e, ai fini di ricerca, per chiarire i meccanismi fisiopatologici sottesi alla malattia, realizzare score prognostici ed individuare potenziali target terapeutici.
Scopo dello studio: valutare le caratteristiche clinico-neuropsicologiche e di neuroimaging avanzato (MRI 3Tesla con fMRI con task di memoria) di pazienti con VMCI; è stato inoltre valutato il rischio di ictus e di transizione a demenza ad un follow-up di 1 e 2 anni.
Materiali e metodi: sono stati considerati 29 pazienti con VMCI (con impegno vascolare definito da leucoaraiosi di grado moderato-grave secondo la scala di Fazekas modificata; età media 75.4 anni, range 65-84, 48.3% maschi). Ai fini della caratterizzazione neuropsicologica (compromissione singolo dominio vs multidominio, amnesica vs non-amnesica), tale gruppo è stato confrontato con 24 pazienti con “mild cognitive impairment” privi di significativo impegno vascolare (NVMCI: 24 pazienti, età media 75.2 anni, range 69-88, 45.8% maschi). Per la valutazione fMRI, sono stati confrontati pazienti con VMCI, NVMCI e soggetti di controllo (normal elderly, NE).
Risultati: i fattori di rischio maggiormente rappresentati nei pazienti con VMCI sono stati sedentarietà (79.3%) e ipertensione arteriosa (62.1%); circa un terzo dei casi aveva sofferto di ictus, mentre tutti lamentavano disturbi della memoria. Pazienti con VMCI e NVMCI hanno presentato analogo profilo cognitivo. I pazienti con VMCI hanno presentato un pattern di attivazione fMRI profondamente modificato rispetto a NVMCI e NE: nell’encoding, era presente un’attivazione additiva parieto-occipitale bilaterale (rispetto ai NE), ma una minor attivazione anteriore e controlaterale (rispetto a NVMCI e NE); nel retrieval, era invece presente un’ estesa riduzione dell’attivazione rispetto ai NE, senza significative differenze rispetto ai casi con NVMCI. Al follow-up, ictus e demenza si sono verificati in 1 caso (3.4%) e 6 casi (20.7%), rispettivamente, in assenza di significative differenze (cliniche, neuropsicologiche e neuroradiologiche) al baseline tra i pazienti che hanno raggiunto l’endpoint e quelli che non lo hanno raggiunto.
Discussione: il presente studio supporta l’importanza di una dettagliata caratterizzazione e follow-up di pazienti con VMCI per migliorarne la gestione nella pratica clinica, e, ai fini di ricerca, per chiarire i meccanismi fisiopatologici sottesi alla malattia, realizzare score prognostici ed individuare potenziali target terapeutici.
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