Tesi etd-08282020-164545 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SPISSU, FEDERICA
URN
etd-08282020-164545
Titolo
Implicazioni tecniche e confronto degli esiti clinici e anatomici degli interventi di sospensione laterale e di sacrocolpopessi eseguiti con tecnica laparoscopica robot-assistita per il trattamento del prolasso multicompartimentale di grado avanzato degli organi pelvici
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Simoncini, Tommaso
correlatore Dott. Giannini, Andrea
correlatore Dott. Giannini, Andrea
Parole chiave
- prolasso apicale
- prolasso multicompartimentale
- sacrocolpopessi robot-assistita
- sospensione laterale robot-assistita
Data inizio appello
14/09/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/09/2090
Riassunto
Il trattamento del prolasso genitale di grado avanzato è essenzialmente chirurgico e costituisce un’ardua sfida per chi si occupa di chirurgia ricostruttiva del pavimento pelvico. La presenza di un difetto apicale di alto grado rappresenta una delle condizioni anatomiche di più difficile trattamento e che più comunemente espone al rischio di recidiva immediata o a distanza di tempo dalla chirurgia. L’approccio per via addominale, con l’ausilio di tecniche mininvasive come la via laparoscopica tradizionale o la più innovativa chirurgia robotica, rappresenta ad oggi il gold-standard nella chirurgia ricostruttiva del prolasso multicompartimentale di grado avanzato. In questo studio abbiamo confrontato l’efficacia a lungo termine nel trattamento del prolasso apicale avanzato di due tecniche laparoscopiche protesiche eseguite con assistenza robotica: la sospensione laterale robot-assistita (Robotic Abdominal Lateral Suspension, R-ALS) e la sacrocolpopessi robot-assistita (Robotic Abdominal Sacrocolplopexy, R-ASC).
Nella sospensione laterale si esegue la dissezione dello spazio vescico-vaginale, si inserisce una rete presagomata a T, con un segmento anteriore che viene suturato alla parete vaginale anteriore, alla cervice e all’istmo uterino, e due lunghe braccia laterali che vengono ancorate tension-free all’interno di un canale peritoneale, sviluppato dalla spina iliaca antero-superiore al legamento rotondo, bilateralmente.
La sacrocolpopessi prevede la sospensione dell’apice a livello del promontorio del sacro attraverso una mesh premodellata ad Y, in cui il flap anteriore e posteriore avvolgono la volta vaginale o la cervice e il braccio lungo viene suturato al legamento pre-sacrale.
Dal 2014 al 2018 abbiamo sottoposto 234 pazienti, con prolasso apicale di grado avanzato, a correzione chirurgica con tecnica protesica addominale robot-assistita.134 pazienti sono state sottoposte a R-ALS e 100 a R-ASC. Lo scopo è stato quello di confrontare le procedure in termini di cura anatomica del difetto apicale, anteriore e posteriore, valutare il tasso di cura soggettivo in relazione alla qualità di vita delle pazienti a lungo termine (follow-up medio 44.37 ± 16 mesi), e registrare le complicanze peri e postoperatorie.
Per il tipo di materiale protesico utilizzato, e la diversa inclinazione dell’asse vaginale che si ottiene, le due procedure chirurgiche, a nostro parere, correggono difetti di statica pelvica differenti. L’intervento di R-ALS risulta estremamente efficace per la correzione del difetto apicale di grado avanzato con associato prolasso del compartimento anteriore; l’intervento di R-ASC, invece, presenta esiti eccellenti per la correzione del prolasso multicompartimentale avanzato o in presenza di un difetto apicale con associato prolasso del segmento posteriore (enterocele o rettocele).
Il tasso di cura anatomico del difetto apicale, dopo più di 24 mesi di follow-up, si è attestato all’88.5% per R-ALS e all’88.2% per R-ASC. Per quanto concerne il compartimento anteriore, per R-ALS è stato dell’80.7%, nettamente superiore a quanto ottenuto con R-ASC (68.3%). Relativamente al tasso di cura anatomico del difetto posteriore i dati dei due gruppi non sono comparabili a causa della selezione preoperatoria non randomizzata delle pazienti. Tuttavia, il tasso di cura anatomico per la correzione del difetto posteriore dell’intervento di R-ASC è dell’87%, quindi risulta eccellente, come atteso.
Il tasso di reintervento non differisce tra le coorti ed è del 10.6% e dell’11.7%, rispettivamente in R-ALS e R-ASC.
Il tasso di cura soggettivo, identificato come assenza di bulge vaginale, è dell’89.4% nel gruppo sottoposto a R-ALS e dell’88.3% nelle pazienti indirizzate a R-ASC (p=0.899).
Nessuna paziente ha sviluppato complicanze postoperatorie maggiori, definite come superiori al grado 3b secondo la classificazione di Clavien-Dindo.
I dati del nostro studio dimostrano che le due procedure sono sicure ed efficaci per il trattamento del prolasso apicale avanzato dopo follow-up medio di 44.37 ± 16 mesi.
A nostro avviso, l’assistenza robotica potrebbe offrire una serie di vantaggi tecnici che potrebbero ridurre significativamente le complicanze associate al posizionamento di protesi e potrebbero garantire una maggior efficacia delle procedure. I dati riportati in letteratura sono ancora esigui e non completamente concordi, sono quindi mandatori ulteriori approfondimenti.
Nella sospensione laterale si esegue la dissezione dello spazio vescico-vaginale, si inserisce una rete presagomata a T, con un segmento anteriore che viene suturato alla parete vaginale anteriore, alla cervice e all’istmo uterino, e due lunghe braccia laterali che vengono ancorate tension-free all’interno di un canale peritoneale, sviluppato dalla spina iliaca antero-superiore al legamento rotondo, bilateralmente.
La sacrocolpopessi prevede la sospensione dell’apice a livello del promontorio del sacro attraverso una mesh premodellata ad Y, in cui il flap anteriore e posteriore avvolgono la volta vaginale o la cervice e il braccio lungo viene suturato al legamento pre-sacrale.
Dal 2014 al 2018 abbiamo sottoposto 234 pazienti, con prolasso apicale di grado avanzato, a correzione chirurgica con tecnica protesica addominale robot-assistita.134 pazienti sono state sottoposte a R-ALS e 100 a R-ASC. Lo scopo è stato quello di confrontare le procedure in termini di cura anatomica del difetto apicale, anteriore e posteriore, valutare il tasso di cura soggettivo in relazione alla qualità di vita delle pazienti a lungo termine (follow-up medio 44.37 ± 16 mesi), e registrare le complicanze peri e postoperatorie.
Per il tipo di materiale protesico utilizzato, e la diversa inclinazione dell’asse vaginale che si ottiene, le due procedure chirurgiche, a nostro parere, correggono difetti di statica pelvica differenti. L’intervento di R-ALS risulta estremamente efficace per la correzione del difetto apicale di grado avanzato con associato prolasso del compartimento anteriore; l’intervento di R-ASC, invece, presenta esiti eccellenti per la correzione del prolasso multicompartimentale avanzato o in presenza di un difetto apicale con associato prolasso del segmento posteriore (enterocele o rettocele).
Il tasso di cura anatomico del difetto apicale, dopo più di 24 mesi di follow-up, si è attestato all’88.5% per R-ALS e all’88.2% per R-ASC. Per quanto concerne il compartimento anteriore, per R-ALS è stato dell’80.7%, nettamente superiore a quanto ottenuto con R-ASC (68.3%). Relativamente al tasso di cura anatomico del difetto posteriore i dati dei due gruppi non sono comparabili a causa della selezione preoperatoria non randomizzata delle pazienti. Tuttavia, il tasso di cura anatomico per la correzione del difetto posteriore dell’intervento di R-ASC è dell’87%, quindi risulta eccellente, come atteso.
Il tasso di reintervento non differisce tra le coorti ed è del 10.6% e dell’11.7%, rispettivamente in R-ALS e R-ASC.
Il tasso di cura soggettivo, identificato come assenza di bulge vaginale, è dell’89.4% nel gruppo sottoposto a R-ALS e dell’88.3% nelle pazienti indirizzate a R-ASC (p=0.899).
Nessuna paziente ha sviluppato complicanze postoperatorie maggiori, definite come superiori al grado 3b secondo la classificazione di Clavien-Dindo.
I dati del nostro studio dimostrano che le due procedure sono sicure ed efficaci per il trattamento del prolasso apicale avanzato dopo follow-up medio di 44.37 ± 16 mesi.
A nostro avviso, l’assistenza robotica potrebbe offrire una serie di vantaggi tecnici che potrebbero ridurre significativamente le complicanze associate al posizionamento di protesi e potrebbero garantire una maggior efficacia delle procedure. I dati riportati in letteratura sono ancora esigui e non completamente concordi, sono quindi mandatori ulteriori approfondimenti.
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