Tesi etd-08282020-121623 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BOTTAI, FEDERICO
URN
etd-08282020-121623
Titolo
Gli effetti dell' allenamento intervallato ad alta intensita' nello scompenso cardiaco
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE E TECNICHE DELLE ATTIVITA' MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE
Relatori
relatore Prof. Franzoni, Ferdinando
Parole chiave
- allenamento intervallato ad alta intensità
- hiit
- insufficienza cardiaca
- scompenso cardiaco
Data inizio appello
23/09/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/09/2090
Riassunto
Lo scompenso cardiaco (o insufficienza cardiaca) è causato da un disturbo cardiaco strutturale o funzionale che compromette il rilassamento o l'espulsione ventricolare e colpisce circa 26 milioni di persone nel mondo. Le indagini sulla popolazione hanno stimato la prevalenza di scompenso cardiaco al 2-3% nelle società occidentali e all'1,26-6,7% in Asia. L'onere globale stimato dello scompenso cardiaco è stato di $ 108 miliardi di USD nel 2012. Pertanto, l'assistenza ai pazienti con scompenso cardiaco è diventata una sfida significativa nella medicina moderna a causa dell'elevata mortalità e dell'aumento dei costi medici.
Gli approcci terapeutici sono limitati e si basano principalmente sulla gestione dei sintomi e sul controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, come l'ipertensione, l'ipercolesterolemia, l'abuso di alcol, il sovrappeso e la sedentarietà.
Quindi come intervento non farmacologico, l'allenamento fisico appare come una potenziale strategia da includere nell'arsenale terapeutico. L'allenamento ad intervalli ad alta intensità (HIIT) è emerso come una modalità di esercizio con un impatto positivo su alcuni esiti cardiovascolari. Esso si basa sull'effettuazione di brevi periodi di esercizio ad alta intensità ( frequenza cardiaca superiore all'80% della frequenza cardiaca massima), alternati a fasi di recupero attive o passive.
Tuttavia, devono ancora essere valutati con chiarezza gli effetti a breve e a lungo termine di questa tipologia di allenamento nei pazienti con scompenso cardiaco.
Per anni si è sempre considerato l'allenamento aerobico a moderata intensità come l'unica arma sicura a disposizione per migliorare la prognosi e la qualità di vita dei soggetti affetti da insufficienza cardiaca. Il presente lavoro infatti ha lo scopo di revisionare la recente letteratura scientifica per confrontare gli effetti indotti dall'allenamento aerobico a moderata intensità con quelli indotti dall'allenamento intervallato ad alta intensità, per verificare se quest'ultimo può considerarsi una valida alternativa di allenamento o addirittura un'alternativa migliore in questa categoria di pazienti.
Dall'analisi degli studi possiamo affermare che sono possibili miglioramenti significativi del picco di Vo2 e della funzione diastolica dopo appena 4 settimane di HIIT. Inoltre una singola sessione di HIIT ha promosso un aumento del diametro dell'arteria brachiale e una riduzione della pressione arteriosa sistolica.
Anche il tasso di sopravvivenza a 8 mesi è stato significativamente migliorato nei partecipanti HIIT rispetto ai partecipanti non attivi.
Tuttavia, lo studio di 12 settimane condotto da Ellingsen nel 2017 ha dato pareri discordanti mostrando come non ci sia differenza tra HIIT e MCT (allenamento aerobico a moderata intensità) sul rimodellamento del ventricolo sinistro e sul picco di Vo2.
C'è da considerare che durante gli studi non sono stati segnalati eventi cardiovascolari significativi o lesioni muscoloscheletriche, facendo pensare che l'HIIT possa essere un allenamento sicuro per lo scompenso cardiaco, anche se c'è ancora bisogno di ulteriori indagini in merito.
In conclusione, dai dati scientifici che abbiamo a disposizione in questo momento, possiamo affermare che l'allenamento HIIT ha dato riscontri positivi su pazienti con insufficienza cardiaca, dimostrandosi alla pari o addirittura in alcuni casi superiore al classico allenamento aerobico a moderata intensità.
Da sottolineare l'efficacia dell'high intensity interval training sia su pazienti con frazione di eiezione conservata, sia con frazione di eiezione ridotta.
Gli approcci terapeutici sono limitati e si basano principalmente sulla gestione dei sintomi e sul controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, come l'ipertensione, l'ipercolesterolemia, l'abuso di alcol, il sovrappeso e la sedentarietà.
Quindi come intervento non farmacologico, l'allenamento fisico appare come una potenziale strategia da includere nell'arsenale terapeutico. L'allenamento ad intervalli ad alta intensità (HIIT) è emerso come una modalità di esercizio con un impatto positivo su alcuni esiti cardiovascolari. Esso si basa sull'effettuazione di brevi periodi di esercizio ad alta intensità ( frequenza cardiaca superiore all'80% della frequenza cardiaca massima), alternati a fasi di recupero attive o passive.
Tuttavia, devono ancora essere valutati con chiarezza gli effetti a breve e a lungo termine di questa tipologia di allenamento nei pazienti con scompenso cardiaco.
Per anni si è sempre considerato l'allenamento aerobico a moderata intensità come l'unica arma sicura a disposizione per migliorare la prognosi e la qualità di vita dei soggetti affetti da insufficienza cardiaca. Il presente lavoro infatti ha lo scopo di revisionare la recente letteratura scientifica per confrontare gli effetti indotti dall'allenamento aerobico a moderata intensità con quelli indotti dall'allenamento intervallato ad alta intensità, per verificare se quest'ultimo può considerarsi una valida alternativa di allenamento o addirittura un'alternativa migliore in questa categoria di pazienti.
Dall'analisi degli studi possiamo affermare che sono possibili miglioramenti significativi del picco di Vo2 e della funzione diastolica dopo appena 4 settimane di HIIT. Inoltre una singola sessione di HIIT ha promosso un aumento del diametro dell'arteria brachiale e una riduzione della pressione arteriosa sistolica.
Anche il tasso di sopravvivenza a 8 mesi è stato significativamente migliorato nei partecipanti HIIT rispetto ai partecipanti non attivi.
Tuttavia, lo studio di 12 settimane condotto da Ellingsen nel 2017 ha dato pareri discordanti mostrando come non ci sia differenza tra HIIT e MCT (allenamento aerobico a moderata intensità) sul rimodellamento del ventricolo sinistro e sul picco di Vo2.
C'è da considerare che durante gli studi non sono stati segnalati eventi cardiovascolari significativi o lesioni muscoloscheletriche, facendo pensare che l'HIIT possa essere un allenamento sicuro per lo scompenso cardiaco, anche se c'è ancora bisogno di ulteriori indagini in merito.
In conclusione, dai dati scientifici che abbiamo a disposizione in questo momento, possiamo affermare che l'allenamento HIIT ha dato riscontri positivi su pazienti con insufficienza cardiaca, dimostrandosi alla pari o addirittura in alcuni casi superiore al classico allenamento aerobico a moderata intensità.
Da sottolineare l'efficacia dell'high intensity interval training sia su pazienti con frazione di eiezione conservata, sia con frazione di eiezione ridotta.
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