Tesi etd-08282017-114738 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BILIA, SILVIA
URN
etd-08282017-114738
Titolo
Terapia con Iloprost nella microangiopatia sclerodermica: due regimi a confronto
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Mosca, Marta
correlatore Dott.ssa Della Rossa, Alessandra
correlatore Dott.ssa Della Rossa, Alessandra
Parole chiave
- iloprost
- microangiopatia
- prostanoidi
- sclerosi sistemica
- terapia
Data inizio appello
19/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
La terapia con prostanoidi infusionali è utilizzata da molti anni nel trattamento della vasculopatia in pazienti con sclerosi sistemica (SSc); tuttavia, nei vari studi presenti in letteratura, il dosaggio e le modalità di somministrazione utilizzati sono molto eterogenei. Lo scopo del presente lavoro è stato valutare tollerabilità e efficacia di due diverse modalità infusionali di iloprost in una coorte monocentrica di pazienti con sclerosi sistemica (SSc).
47 pazienti consecutivi con SSc reclutati in base ai criteri EULAR 2013 sono stati inclusi (M:F=3:44, Età media 62 ± 13.9 anni, 32 pz con subset cutaneo limitato, 15 con subset diffuso; Durata di malattia media 21 anni dall’esordio del fenomeno di Raynaud (RP) e 14 anni dal 1° sintomo non Raynaud; sierologicamente 24/47 ACA+, 18/47 Scl-70+, 5/47 esclusivamente ANA+).
Tutti i pazienti sono stati trattati dapprima tra Ottobre 2014 e Marzo 2015 con iloprost 100 microgrammi in infusione continua della durata di 24-36 ore in base alla tollerabilità del paziente (periodo A). Gli stessi pazienti sono stati trattati da Ottobre 2016 a Marzo 2017 con 2 infusioni da 25 mcg ciascuna in due giornate consecutive con velocità di infusione come da scheda tecnica del farmaco (periodo B). Sono stati valutati il numero di ulcere acrali medie all’inizio e al termine di ciascun periodo, il numero di ulcere prevalenti, incidenti e cumulative, la scala VAS di severità del fenomeno di Raynaud, la tollerabilità del farmaco e la necessità di ricorrere a terapia aggiuntiva vasoattiva o terapia antibiotica per ulcere infette o ricoveri ospedalieri per peggioramento del quadro microvascolare. L’analisi statistica è stata condotta con test t di Student per dati appaiati.
Nel periodo complessivo di osservazione, 26 pazienti hanno presentato ulcera digitale, 13 (27.7%) nel periodo A e 23 (48.9%) nel periodo B. I pazienti con ulcere digitali hanno sviluppato una media di lesioni al termine del follow up di 0.68 ± 1.2 nel periodo A e 1.64 ± 1.53 nel periodo B (p=0.0273). Non è emersa differenza statisticamente significativa riguardo alla VAS severità del FdR, né nella necessità di ricorrere a terapia aggiuntiva (vasoattiva e/o antibiotica). Inoltre il numero di ospedalizzazioni per complicanze di malattia non è risultato diverso in modo statisticamente significativo nei due periodi di trattamento.
Nella coorte globale (47 pazienti) è stato evidenziato un miglioramento al termine del periodo di osservazione dei singoli studi della VAS Raynaud ( p= 0.011 e p=0.087), seppure quando posti a confronto non hanno mostrato differenze significative. Il numero di ulcere cumulative è di 37.7 nel periodo A e 49.3 nel periodo B (p= 0.099), con 9 pazienti (19.2%) in cui le ulcere non sono andate incontro a guarigione nel periodo A e 20 (42.6%) nel periodo B (p= 0.0215). Il numero medio di ulcere acrali al termine del follow up è di 0.935 ± 0.98 nel periodo A e 0.932 ± 1.35 nel periodo B (p= 0.0226). Né il ricorso a ricovero né a terapia antibiotica ha mostrato differenze significative, sebbene 24 pazienti (51.1%) hanno avuto necessità di terapia vasoattiva incrementale nel periodo A e 12 (25.5%) nel periodo B (p= 0.0165).
Inoltre, valutando la tollerabilità del farmaco, abbiamo osservato come i pazienti trattati nel periodo A presentassero meno eventi avversi rispetto al periodo B (10.6% vs 40.4%) e in 4 casi (8.5%) tali eventi avversi hanno comportato l’interruzione del trattamento. Gli eventi avversi maggiormente riportati sono stati cefalea, nausea, flushing, vomito, contrattura dei muscoli della bocca.
I dati del nostro studio evidenziano come sia il trattamento continuo che quello discontinuo con prostanoidi consenta un buon controllo del RP nei pazienti con SSc; tuttavia, le manifestazioni maggiori della vascolopatia, in particolare le ulcere digitali, aumentano come frequenza e numero quando il paziente viene trattato con uno schema di infusione discontinuo. Studi prospettici su casistiche più ampie potranno meglio definire lo schema terapeutico più adeguato al singolo paziente.
47 pazienti consecutivi con SSc reclutati in base ai criteri EULAR 2013 sono stati inclusi (M:F=3:44, Età media 62 ± 13.9 anni, 32 pz con subset cutaneo limitato, 15 con subset diffuso; Durata di malattia media 21 anni dall’esordio del fenomeno di Raynaud (RP) e 14 anni dal 1° sintomo non Raynaud; sierologicamente 24/47 ACA+, 18/47 Scl-70+, 5/47 esclusivamente ANA+).
Tutti i pazienti sono stati trattati dapprima tra Ottobre 2014 e Marzo 2015 con iloprost 100 microgrammi in infusione continua della durata di 24-36 ore in base alla tollerabilità del paziente (periodo A). Gli stessi pazienti sono stati trattati da Ottobre 2016 a Marzo 2017 con 2 infusioni da 25 mcg ciascuna in due giornate consecutive con velocità di infusione come da scheda tecnica del farmaco (periodo B). Sono stati valutati il numero di ulcere acrali medie all’inizio e al termine di ciascun periodo, il numero di ulcere prevalenti, incidenti e cumulative, la scala VAS di severità del fenomeno di Raynaud, la tollerabilità del farmaco e la necessità di ricorrere a terapia aggiuntiva vasoattiva o terapia antibiotica per ulcere infette o ricoveri ospedalieri per peggioramento del quadro microvascolare. L’analisi statistica è stata condotta con test t di Student per dati appaiati.
Nel periodo complessivo di osservazione, 26 pazienti hanno presentato ulcera digitale, 13 (27.7%) nel periodo A e 23 (48.9%) nel periodo B. I pazienti con ulcere digitali hanno sviluppato una media di lesioni al termine del follow up di 0.68 ± 1.2 nel periodo A e 1.64 ± 1.53 nel periodo B (p=0.0273). Non è emersa differenza statisticamente significativa riguardo alla VAS severità del FdR, né nella necessità di ricorrere a terapia aggiuntiva (vasoattiva e/o antibiotica). Inoltre il numero di ospedalizzazioni per complicanze di malattia non è risultato diverso in modo statisticamente significativo nei due periodi di trattamento.
Nella coorte globale (47 pazienti) è stato evidenziato un miglioramento al termine del periodo di osservazione dei singoli studi della VAS Raynaud ( p= 0.011 e p=0.087), seppure quando posti a confronto non hanno mostrato differenze significative. Il numero di ulcere cumulative è di 37.7 nel periodo A e 49.3 nel periodo B (p= 0.099), con 9 pazienti (19.2%) in cui le ulcere non sono andate incontro a guarigione nel periodo A e 20 (42.6%) nel periodo B (p= 0.0215). Il numero medio di ulcere acrali al termine del follow up è di 0.935 ± 0.98 nel periodo A e 0.932 ± 1.35 nel periodo B (p= 0.0226). Né il ricorso a ricovero né a terapia antibiotica ha mostrato differenze significative, sebbene 24 pazienti (51.1%) hanno avuto necessità di terapia vasoattiva incrementale nel periodo A e 12 (25.5%) nel periodo B (p= 0.0165).
Inoltre, valutando la tollerabilità del farmaco, abbiamo osservato come i pazienti trattati nel periodo A presentassero meno eventi avversi rispetto al periodo B (10.6% vs 40.4%) e in 4 casi (8.5%) tali eventi avversi hanno comportato l’interruzione del trattamento. Gli eventi avversi maggiormente riportati sono stati cefalea, nausea, flushing, vomito, contrattura dei muscoli della bocca.
I dati del nostro studio evidenziano come sia il trattamento continuo che quello discontinuo con prostanoidi consenta un buon controllo del RP nei pazienti con SSc; tuttavia, le manifestazioni maggiori della vascolopatia, in particolare le ulcere digitali, aumentano come frequenza e numero quando il paziente viene trattato con uno schema di infusione discontinuo. Studi prospettici su casistiche più ampie potranno meglio definire lo schema terapeutico più adeguato al singolo paziente.
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