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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08282012-143419


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CABRAS, EVA
URN
etd-08282012-143419
Titolo
Spettatori perturbati. Cinema horror e nuovi percorsi di visione contemporanea.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Dott. Ambrosini, Maurizio
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
17/09/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il seguente progetto di tesi magistrale è imperniato sull’individuazione e l’analisi dello spettatore di film horror contemporaneo. Il lavoro partirà dall’esposizione delle principali teorie sullo spettatore, tra le quali verrà individuato il metodo specifico del presente lavoro. Saranno presentate le Teorie del testo, le Teorie psicologico-psicanalitiche, il Modello etnografico-sociologico, il Modello cognitivista, i Cultural Studies e la Relazione Negoziale. In seguito verremo ad entrare nel vivo dell’argomento, ovvero, il cinema horror. Verrà tracciata una sua breve storia dalla nascita ad oggi, utilizzando una differenziazione per paesi – Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia, Francia, Giappone, Spagna – seguita dall’individuazione delle caratteristiche pregnanti del genere, cosa lo distingue e rende unico. Le caratteristiche irrinunciabili del genere horror sono individuate nella presenza di mostri, nella figura dell’estraneo, nella lotta tra Bene e Male, nella presenza di violenza, della morte e nella particolarità della figura femminile. Ci porremo, inoltre, delle domande, utili per comprendere i meccanismi e le motivazioni intrinseche del film horror: che cos’è la paura? e perché guardiamo film horror?. Per quest’ultima questione verranno elencati una serie di alibi che possono fungere da motivazione per lo spettatore medio, intrappolato in un paradosso complesso che lo pone in condizione di desiderare e godere di situazioni filmiche disturbanti e sgradevoli, che nella vita reale sarebbero accuratamente evitate: fascino dell’ignoto, sublimazione, catarsi, gusto dell’orrido. Il terzo e principale capitolo è dedicato a un esperimento di visione, nella quale sono stati coinvolti 14 volontari, sottoposti alla visione di 8 film horror di diversa tipologia e datazione. I film in questione sono “Poltergeist”, “Shutter”, “Lo Squartatore di New York”, “Diary of the dead”, “Non aprite quella porta”, “The Orphanage”, “L’Esorcista” e “REC”. L’esperimento ha avuto luogo tra marzo e maggio 2012 e i film sono stati proiettati con cadenza settimanale. I partecipanti sono stati intervistati subito dopo la visione di ogni film e hanno compilato un questionario con domande inerenti le sensazioni provocate dalle pellicole. Gli è stato chiesto di dare un voto al film in base alla qualità delle sensazioni provate, di giudicarne l’andamento e di specificarne la natura. Inoltre, sono stati invitati a definire il grado di coinvolgimento innescato e di evidenziare quale elemento del film provocasse le reazioni più forti ed intense. I volontari sono stati successivamente interrogati riguardo alle medesime domande generali utilizzate nel capitolo precedete, ovvero, caratterizzazione del genere e che cos’è la paura? L’esperimento è volto a scoprire se l’horror ha ancora il suo effetto sul pubblico contemporaneo e quali sono le tipologie e gli elementi che possono essere considerati più efficaci. I risultati saranno analizzati e attualizzati, seguiti, infatti, nel capitolo quarto da un percorso storico di mutazioni del concetto stesso di paura, affiancati dalle trasformazioni sociali e tecnologiche del pubblico italiano. Grazie a tale percorso avremo modo di ripensare il concetto di paura e la sua applicazione al cinema horror, sostituendo la paura filmica con il concetto di Perturbante, mutuato dall’omonimo testo freudiano dedicato all’opera letteraria fantastica di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. La nuova impostazione permetterà di riformulare il rapporto tra horror e spettatore contemporaneo, dando vita ad una teorizzazione attuale e figlia della pratica quanto della teoria. La classica idea di paura, definibile tale ormai soltanto nella vita reale, verrà, quindi, sostituita da un approccio emozionale più consapevole e razionale, specificatamente pensato per adattarsi alla natura del prodotto artistico cinematografico dell’orrore del XXI secolo.
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