Tesi etd-08282007-215624 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Martinelli, Silvia
URN
etd-08282007-215624
Titolo
Valutazione endocrinologica dei pazienti obesi candidati alla chirurgia bariatrica
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Vitti, Paolo
Parole chiave
- chirurgia bariatrica
- endocrinologia
- obesità
Data inizio appello
18/09/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’obesità è una condizione ad elevata incidenza e ad eziologia multifattoriale, accompagnata da un aumento del rischio di morbilità e mortalità e con una prevalenza in costante aumento in tutte le fasce d’età.
Dal punto di vista eziopatogenetico l’obesità è classificabile in una forma essenziale, che raggruppa la maggior parte dei casi (circa il 95%), e in una forma secondaria ad altre patologie, che rappresenta una quota esigua, intorno al 5% di tutti i casi. Le forme di obesità secondaria riconoscono nella patogenesi alterazioni genetiche, malattie neurologiche o psichiatriche, l’uso abituale di alcuni farmaci o malattie endocrine.
L’approccio clinico al paziente obeso si basa su un’attenta anamnesi, mirata a stabilire l’età di insorgenza dell’obesità, le eventuali patologie associate, la familiarità e lo stile di vita e su una valutazione antropometrica atta a definire le caratteristiche fenotipiche del soggetto. Una volta stabilito il grado e il tipo di obesità occorre valutare le eventuali patologie associate. L’internista e l’endocrinologo hanno il ruolo di inquadrare dal punto di vista metabolico il paziente e di escludere eventuali cause di obesità secondaria.
Dal punto di vista terapeutico, nei pazienti in cui non è stato possibile ottenere una significativa e permanente perdita del peso corporeo con la terapia dietetico-comportamentale e farmacologia, o nei casi in cui il grado di obesità o le complicanze associate siano tali da minacciare seriamente lo stato di salute, trova indicazione la chirurgia bariatrica.
Si tratta di una procedura gravata dal rischio di complicanze, sia nel periodo perioperatorio sia a distanza dall’intervento. Affinché la chirurgia sia seguita da risultati ottimali e non determini conseguenze inaccettabili nel lungo termine, è necessario selezionare adeguatamente il paziente ed escludere la presenza di patologie, anche endocrine, che possano interferire con la procedura chirurgica di per se, o aumentarne i rischi.
Lo scopo di questa tesi è stato quello di valutare la prevalenza delle patologie endocrine in pazienti obesi candidati alla chirurgia bariatrica.
Sono stati presi in considerazione 422 pazienti obesi (91 maschi e 331 femmine), di età media 44 anni, valutati in previsione di intervento di chirurgia bariatrica.
Ciascun paziente veniva sottoposto a: anamnesi, esame obiettivo, valutazione psicologica, valutazione dietistica, prelievo ematico per: studio del metabolismo glucidico, lipidico, della funzione renale ed epatica, della funzione tiroidea, del metabolismo fosfo-calcico, della funzione gonadica, dosaggio di GH, IGF-1, cortisolo e ACTH basali e dopo soppressione con 1 mg di desametasone. Veniva inoltre eseguita una ecografia tiroidea seguita, nel caso fossero presenti noduli, da una tireoscintigrafia e da un agoaspirato con esame citologico.
I risultati dello studio rivelano una prevalenza di patologia endocrina pari al 46% (193/422): il 43% (181/422) era rappresentato da tireopatie e il 3% (12/422) da altre endocrinopatie.
Nell’ambito delle tireopatie erano presenti 97 casi di patologia nodulare, di cui 31 di nuova diagnosi; 70 pazienti erano affetti da tiroidite cronica autoimmune: in 20 di questi la diagnosi non era nota prima della valutazione e in 5 di essi era presente un ipotiroidismo non trattato. Dei 50 pazienti con tiroidite cronica autoimmune diagnosticata in precedenza, 42 erano ipotiroidei in terapia sostitutiva con levotiroxina.
In una paziente veniva diagnosticato un ipotiroidismo conseguente ad un pregresso trattamento cronico con amiodarone.
17 pazienti erano in terapia con levotiroxina a dosi sostitutive per un ipotiroidismo acquisito in seguito a tiroidectomia (13 pazienti) o a terapia con radioiodio come trattamento definitivo dell’ipertiroidismo (4 pazienti). 1 paziente presentava un adenoma tossico con ipertiroidismo in trattamento con metimazolo. 1 paziente era stato trattato con terapia radioisotopica per un adenoma tossico ed era eutiroideo al momento della valutazione.
1 paziente risultava affetto da carcinoma papillare della tiroide dopo esame citologico su agoaspirato di un nodulo tiroideo rilevato occasionalmente durante la valutazione; veniva sottoposto a tiroidectomia totale e l’esame istologico confermava la diagnosi. In un paziente con nodulo tiroideo, per il riscontro di valori elevati di calcitoninemia veniva eseguita la tiroidectomia che confermava la diagnosi di carcinoma midollare. Due pazienti erano affetti da carcinoma papillare della tiroide, in remissione dopo tiroidectomia e terapia radio-metabolica.
Le altre endocrinopatie risultavano rappresentate da: 2 casi di iperparatiroidismo primitivo, 5 casi di sindrome di Cushing, di cui 3 ipofisari e 2 surrenalici, 2 adenomi ipofisari non secernenti e 3 casi di sella vuota, di cui 2 di nuova diagnosi.
Nel complesso, nei 422 pazienti esaminati sono stati evidenziati 193 casi di endocrinopatia di cui 74 (17,5% del totale dei pazienti esaminati) richiedevano un trattamento specifico prima dell’intervento o in alternativa allo stesso. In particolare, in 15 casi si trattava di nuove diagnosi che, ove la malattia non fosse stata riconosciuta, avrebbero reso l’intervento di chirurgia bariatrica inadeguato o gravato da un eccessivo rischio operatorio.
In conclusione, i risultati di questa tesi indicano che la valutazione della funzione tiroidea, surrenalica, paratiroidea e ipofisaria basale del paziente candidato a chirurgia bariatrica debba aggiungersi all’inquadramento metabolico, cardio-circolatorio e polmonare. La scoperta di disfunzioni endocrine quali l’ipercortisolismo, l’ipotiroidismo, l’iperparatiroidismo e la correzione, o comunque la verifica dell’adeguatezza della terapia ormonale in soggetti con endocrinopatia nota, sono pertanto indispensabili nell’iter diagnostico che precede l’avvio del paziente alla chirurgia bariatrica.
Dal punto di vista eziopatogenetico l’obesità è classificabile in una forma essenziale, che raggruppa la maggior parte dei casi (circa il 95%), e in una forma secondaria ad altre patologie, che rappresenta una quota esigua, intorno al 5% di tutti i casi. Le forme di obesità secondaria riconoscono nella patogenesi alterazioni genetiche, malattie neurologiche o psichiatriche, l’uso abituale di alcuni farmaci o malattie endocrine.
L’approccio clinico al paziente obeso si basa su un’attenta anamnesi, mirata a stabilire l’età di insorgenza dell’obesità, le eventuali patologie associate, la familiarità e lo stile di vita e su una valutazione antropometrica atta a definire le caratteristiche fenotipiche del soggetto. Una volta stabilito il grado e il tipo di obesità occorre valutare le eventuali patologie associate. L’internista e l’endocrinologo hanno il ruolo di inquadrare dal punto di vista metabolico il paziente e di escludere eventuali cause di obesità secondaria.
Dal punto di vista terapeutico, nei pazienti in cui non è stato possibile ottenere una significativa e permanente perdita del peso corporeo con la terapia dietetico-comportamentale e farmacologia, o nei casi in cui il grado di obesità o le complicanze associate siano tali da minacciare seriamente lo stato di salute, trova indicazione la chirurgia bariatrica.
Si tratta di una procedura gravata dal rischio di complicanze, sia nel periodo perioperatorio sia a distanza dall’intervento. Affinché la chirurgia sia seguita da risultati ottimali e non determini conseguenze inaccettabili nel lungo termine, è necessario selezionare adeguatamente il paziente ed escludere la presenza di patologie, anche endocrine, che possano interferire con la procedura chirurgica di per se, o aumentarne i rischi.
Lo scopo di questa tesi è stato quello di valutare la prevalenza delle patologie endocrine in pazienti obesi candidati alla chirurgia bariatrica.
Sono stati presi in considerazione 422 pazienti obesi (91 maschi e 331 femmine), di età media 44 anni, valutati in previsione di intervento di chirurgia bariatrica.
Ciascun paziente veniva sottoposto a: anamnesi, esame obiettivo, valutazione psicologica, valutazione dietistica, prelievo ematico per: studio del metabolismo glucidico, lipidico, della funzione renale ed epatica, della funzione tiroidea, del metabolismo fosfo-calcico, della funzione gonadica, dosaggio di GH, IGF-1, cortisolo e ACTH basali e dopo soppressione con 1 mg di desametasone. Veniva inoltre eseguita una ecografia tiroidea seguita, nel caso fossero presenti noduli, da una tireoscintigrafia e da un agoaspirato con esame citologico.
I risultati dello studio rivelano una prevalenza di patologia endocrina pari al 46% (193/422): il 43% (181/422) era rappresentato da tireopatie e il 3% (12/422) da altre endocrinopatie.
Nell’ambito delle tireopatie erano presenti 97 casi di patologia nodulare, di cui 31 di nuova diagnosi; 70 pazienti erano affetti da tiroidite cronica autoimmune: in 20 di questi la diagnosi non era nota prima della valutazione e in 5 di essi era presente un ipotiroidismo non trattato. Dei 50 pazienti con tiroidite cronica autoimmune diagnosticata in precedenza, 42 erano ipotiroidei in terapia sostitutiva con levotiroxina.
In una paziente veniva diagnosticato un ipotiroidismo conseguente ad un pregresso trattamento cronico con amiodarone.
17 pazienti erano in terapia con levotiroxina a dosi sostitutive per un ipotiroidismo acquisito in seguito a tiroidectomia (13 pazienti) o a terapia con radioiodio come trattamento definitivo dell’ipertiroidismo (4 pazienti). 1 paziente presentava un adenoma tossico con ipertiroidismo in trattamento con metimazolo. 1 paziente era stato trattato con terapia radioisotopica per un adenoma tossico ed era eutiroideo al momento della valutazione.
1 paziente risultava affetto da carcinoma papillare della tiroide dopo esame citologico su agoaspirato di un nodulo tiroideo rilevato occasionalmente durante la valutazione; veniva sottoposto a tiroidectomia totale e l’esame istologico confermava la diagnosi. In un paziente con nodulo tiroideo, per il riscontro di valori elevati di calcitoninemia veniva eseguita la tiroidectomia che confermava la diagnosi di carcinoma midollare. Due pazienti erano affetti da carcinoma papillare della tiroide, in remissione dopo tiroidectomia e terapia radio-metabolica.
Le altre endocrinopatie risultavano rappresentate da: 2 casi di iperparatiroidismo primitivo, 5 casi di sindrome di Cushing, di cui 3 ipofisari e 2 surrenalici, 2 adenomi ipofisari non secernenti e 3 casi di sella vuota, di cui 2 di nuova diagnosi.
Nel complesso, nei 422 pazienti esaminati sono stati evidenziati 193 casi di endocrinopatia di cui 74 (17,5% del totale dei pazienti esaminati) richiedevano un trattamento specifico prima dell’intervento o in alternativa allo stesso. In particolare, in 15 casi si trattava di nuove diagnosi che, ove la malattia non fosse stata riconosciuta, avrebbero reso l’intervento di chirurgia bariatrica inadeguato o gravato da un eccessivo rischio operatorio.
In conclusione, i risultati di questa tesi indicano che la valutazione della funzione tiroidea, surrenalica, paratiroidea e ipofisaria basale del paziente candidato a chirurgia bariatrica debba aggiungersi all’inquadramento metabolico, cardio-circolatorio e polmonare. La scoperta di disfunzioni endocrine quali l’ipercortisolismo, l’ipotiroidismo, l’iperparatiroidismo e la correzione, o comunque la verifica dell’adeguatezza della terapia ormonale in soggetti con endocrinopatia nota, sono pertanto indispensabili nell’iter diagnostico che precede l’avvio del paziente alla chirurgia bariatrica.
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