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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08272010-182726


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MASETTI, MARGHERITA
URN
etd-08272010-182726
Titolo
"Declinazioni del noi. Comunita, corpo e sentimenti in Jean-Luc Nancy"
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Fabris, Adriano
Parole chiave
  • Nancy
  • noi
  • comunità
  • corpo
  • sentimenti
  • us
  • community
  • body
  • feelings
Data inizio appello
20/09/2010
Consultabilità
Completa
Riassunto
Dopo la nietzscheana “morte di Dio” e gli orrori del Novecento, un vuoto di senso apparentemente incolmabile ha riempito la nostra vita, ed è innegabile che la reazione più forte a tale situazione si sia avuta con il “nichilismo”, non solo filosofico ma anche politico. Come uscire da una simile situazione? Dopo la morte della Metafisica, dopo il necessario passaggio dall’esperienza decostruzionista, c’è bisogno di una filosofia della Ricostruzione che reinventi il pensiero occidentale. La filosofia di Jean-Luc Nancy volge in tale direzione, e lo fa senza compromessi con la tradizione precedente da cui, certo, non ci si può congedare prima di aver sostenuto un serrato confronto intellettuale con i suoi massimi esponenti (tra cui spiccano Cartesio,Kant, Hegel e Heidegger). Si dovrà dunque affermare dapprima una necessaria esenzione del senso, un’esenzione come sospensione e non esclusione di esso; una volta superato il primo grande scoglio del nostro pensiero, si dovrà ripartire da una nuova ontologia, un’ontologia prima basata… sul “noi”: per Nancy, infatti, non esiste “essere” che non sia fin già da subito “essere-in-comune”, e l’unico vero senso lo facciamo, siamo noi, noi esseri umani nel nostro con-vivere quotidiano, nel nostro essere prima di tutto corpi, nei rapporti politici e carnali che intessiamo, nel reticolo del nostro essere singolari plurali. Per questo non solo si può, ma si deve tornare a parlare di “noi”, poiché il senso si ha solo quando gli uomini e il resto dell’essente rimandano gli uni agli altri «senza asservire nessuno a un’istanza prima o ultima».
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