Tesi etd-08262020-014105 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
DI FIORE, VALERIO
URN
etd-08262020-014105
Titolo
Valutazione del sistema vascolare periferico durante sforzo nella transizione da ipertensione arteriosa a scompenso cardiaco
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
correlatore Dott. Pugliese, Nicola Riccardo
correlatore Dott. Pugliese, Nicola Riccardo
Parole chiave
- ecocardiografia da stress
- frazione di eiezione preservata
- ipertensione arteriosa
- scompenso cardiaco
- test da sforzo cardiopolmonare
Data inizio appello
14/09/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/09/2090
Riassunto
Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato una forte correlazione tra ipertensione arteriosa (HT) e lo sviluppo di scompenso cardiaco (HF), in particolare del fenotipo con frazione di eiezione preservata (HFpEF). Il test da sforzo cardiopolmonare (CPET) combinato all’ecocardiografia da stress (ESE) offre la possibilità di inquadrare i pazienti con scompenso cardiaco in maniera non invasiva, permette di indagare sintomi quali dispnea ed intolleranza allo sforzo e di analizzare simultaneamente le componenti periferiche e centrali del consumo di ossigeno (VO2).
L’obiettivo di questo lavoro è analizzare le caratteristiche emodinamiche del sistema vascolare periferico in pazienti ipertesi con e senza HFpEF, al fine di comprendere le differenze presenti e le loro correlazioni con la transizione verso lo scompenso cardiaco.
In maniera prospettica sono stati arruolati pazienti ipertesi clinicamente stabili (n=113), suddivisi in pazienti con HT senza HFpEF (n=63) e pazienti con HT e HFpEF (n=50) e un gruppo di controllo (n=32) composto da pazienti sani. CPET-ESE è stato effettuato su un cicloergometro reclinabile, integrando un protocollo a rampa personalizzato per ogni paziente. Durante tutto il test sono stati rilevati i flussi e la concentrazione dei gas espirati, in particolare la minute ventilation (VE), la produzione di anidride carbonica (VCO2) e il consumo di ossigeno (VO2) e sono state effettuate analisi ecocardiografiche in differenti fasi: a riposo, dopo 4 minuti di esercizio (sforzo a basso carico), dopo aver raggiunto la soglia anaerobica e al picco dell’esercizio.
Il VO2 raggiunto al picco è risultato statisticamente più basso nei pazienti HT-HFpEF (15,2±2 mL/min/kg) rispetto ai pazienti HT (18,7±2 mL/min/kg) e ai controlli (24,4±3 mL/min/kg) (p < 0,01) e statisticamente più basso nei pazienti HT rispetto ai controlli sani (p < 0,01). Non sono state rilevate variazioni sostanziali nella differenza artero-venosa di ossigeno (AVO2diff) tra i gruppi in esame nella valutazione a riposo e durante sforzo a basso carico; al picco dell’esercizio invece, i pazienti HT ed i pazienti HFpEF risultavano avere valori significativamente ridotti rispetto ai controlli (rispettivamente 13,5±1 mL/dL e 13,3±1 mL/dL vs.16,9±1 mL/dL, p < 0,01). Si ritiene che l’alterata estrazione periferica di ossigeno registrata durante l’esercizio nei pazienti HT e HT-HFpEF possa essere legata all’incapacità di ridurre le resistenze sistemiche vascolari (SVR). I valori di SVR al picco dell’esercizio misurati nei controlli, nei pazienti HT e nei pazienti HT-HFpEF sono risultati rispettivamente di 904±42 dine∙s/cm, 1054±33 dine∙s/cm e 1066±36 dine∙s/cm, con una differenza statisticamente significativa tra i gruppi (p < 0,01). Inoltre, i valori di pressione arteriosa media (MAP) e di pressione differenziale (PP) registrati durante il picco dell’esercizio sono stati rispettivamente: 141,1±16 mmHg e 97,2±21 mmHg per i pazienti HT e 127,4±19 mmHg e 102,1±21 mmHg per i pazienti HT-HFpEF, con una differenza statisticamente significativa (p < 0,01) rispetto ai controlli. Questi dati, unitamente alla ridotta compliance arteriosa (TACI) rilevata nei pazienti HT (0,47±0,1 mL/mmHg⋅m2) e nei pazienti HT-HFpEF (0,46±0,1 mL/mmHg⋅m2) rispetto ai controlli (0,63±0,2 mL/mmHg⋅m2), indicano l’elevato postcarico pulsatile a cui è sottoposto il ventricolo sinistro dei pazienti HT e HT-HFpEF e possono contribuire all’alterazione della capacità di diffusione dell’ossigeno e della sua estrazione periferica.
In conclusione, la precoce disfunzione periferica riscontrata nei pazienti HT può rappresentare un target terapeutico utile allo scopo di prevenire la transizione verso lo scompenso cardiaco e il protocollo CPET-ESE, slatentizzando segni precoci di disfunzione cardiovascolare assenti a riposo, può favorire la fenotipizzazione di pazienti HT a maggior rischio di sviluppare HFpEF, portando ad una maggiore comprensione dei meccanismi fisiopatologici alla base dello stesso.
L’obiettivo di questo lavoro è analizzare le caratteristiche emodinamiche del sistema vascolare periferico in pazienti ipertesi con e senza HFpEF, al fine di comprendere le differenze presenti e le loro correlazioni con la transizione verso lo scompenso cardiaco.
In maniera prospettica sono stati arruolati pazienti ipertesi clinicamente stabili (n=113), suddivisi in pazienti con HT senza HFpEF (n=63) e pazienti con HT e HFpEF (n=50) e un gruppo di controllo (n=32) composto da pazienti sani. CPET-ESE è stato effettuato su un cicloergometro reclinabile, integrando un protocollo a rampa personalizzato per ogni paziente. Durante tutto il test sono stati rilevati i flussi e la concentrazione dei gas espirati, in particolare la minute ventilation (VE), la produzione di anidride carbonica (VCO2) e il consumo di ossigeno (VO2) e sono state effettuate analisi ecocardiografiche in differenti fasi: a riposo, dopo 4 minuti di esercizio (sforzo a basso carico), dopo aver raggiunto la soglia anaerobica e al picco dell’esercizio.
Il VO2 raggiunto al picco è risultato statisticamente più basso nei pazienti HT-HFpEF (15,2±2 mL/min/kg) rispetto ai pazienti HT (18,7±2 mL/min/kg) e ai controlli (24,4±3 mL/min/kg) (p < 0,01) e statisticamente più basso nei pazienti HT rispetto ai controlli sani (p < 0,01). Non sono state rilevate variazioni sostanziali nella differenza artero-venosa di ossigeno (AVO2diff) tra i gruppi in esame nella valutazione a riposo e durante sforzo a basso carico; al picco dell’esercizio invece, i pazienti HT ed i pazienti HFpEF risultavano avere valori significativamente ridotti rispetto ai controlli (rispettivamente 13,5±1 mL/dL e 13,3±1 mL/dL vs.16,9±1 mL/dL, p < 0,01). Si ritiene che l’alterata estrazione periferica di ossigeno registrata durante l’esercizio nei pazienti HT e HT-HFpEF possa essere legata all’incapacità di ridurre le resistenze sistemiche vascolari (SVR). I valori di SVR al picco dell’esercizio misurati nei controlli, nei pazienti HT e nei pazienti HT-HFpEF sono risultati rispettivamente di 904±42 dine∙s/cm, 1054±33 dine∙s/cm e 1066±36 dine∙s/cm, con una differenza statisticamente significativa tra i gruppi (p < 0,01). Inoltre, i valori di pressione arteriosa media (MAP) e di pressione differenziale (PP) registrati durante il picco dell’esercizio sono stati rispettivamente: 141,1±16 mmHg e 97,2±21 mmHg per i pazienti HT e 127,4±19 mmHg e 102,1±21 mmHg per i pazienti HT-HFpEF, con una differenza statisticamente significativa (p < 0,01) rispetto ai controlli. Questi dati, unitamente alla ridotta compliance arteriosa (TACI) rilevata nei pazienti HT (0,47±0,1 mL/mmHg⋅m2) e nei pazienti HT-HFpEF (0,46±0,1 mL/mmHg⋅m2) rispetto ai controlli (0,63±0,2 mL/mmHg⋅m2), indicano l’elevato postcarico pulsatile a cui è sottoposto il ventricolo sinistro dei pazienti HT e HT-HFpEF e possono contribuire all’alterazione della capacità di diffusione dell’ossigeno e della sua estrazione periferica.
In conclusione, la precoce disfunzione periferica riscontrata nei pazienti HT può rappresentare un target terapeutico utile allo scopo di prevenire la transizione verso lo scompenso cardiaco e il protocollo CPET-ESE, slatentizzando segni precoci di disfunzione cardiovascolare assenti a riposo, può favorire la fenotipizzazione di pazienti HT a maggior rischio di sviluppare HFpEF, portando ad una maggiore comprensione dei meccanismi fisiopatologici alla base dello stesso.
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