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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08262017-101149


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PIAGGIO, ANDREA
URN
etd-08262017-101149
Titolo
Pompei L'immagine della strada
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
relatore Dott.ssa Anguissola, Anna
correlatore Dott. Calabrò, Antonio
Parole chiave
  • topografia
  • strade
  • Pompei
  • paesaggio urbano
  • infrastrutture
  • organizzazione
  • marciapiedi
  • panchine
Data inizio appello
25/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’obiettivo del mio lavoro è studiare la strada, non solo in quanto oggetto archeologico, ma anche come organismo capace di interagire con le strutture ed i servizi che la circondano. La società romana influisce sulla strada e la conduce in una dimensione più ampia: non ha più una funzione esclusivamente “carrabile”, ma anche sociale, luogo di incontro, di commercio e di riposo.
L'elemento archeologico della strada è al centro della maggior parte degli scavi di Pompei dei primi secoli: nel ‘700 gli archeologi seguiranno il tracciato della via dei Sepolcri (prima strada ad essere stata trovata e indagata insieme alle costruzioni che vi si affacciano) per scoprire porta Ercolano e quindi proseguire all’interno della città. Negli anni e nei secoli successivi le vie continueranno ad essere al centro dell’attenzione: per la liberazione delle varie insulae e regiones verrà seguito il tracciato viario cittadino. Ma è solo dalla fine dell’Ottocento che si inizierà a prendere coscienza di come anche le strade possano essere considerate oggetti archeologici a sé stanti, degni di essere studiati. Da questo momento le strade non verranno più liberate con l’unico scopo di ammirare le facciate degli edifici circostanti, ma vie ed edifici saranno intesi come un insieme, considerando entrambi all’interno di un unico e più ampio contesto.
Successivamente, verranno trattate le strade e i loro rapporti all’interno della città, come queste si relazionino con le strutture amministrative, gli edifici di spettacolo e religiosi e le abitazioni private. Grazie ad alcuni studi specialistici degli ultimi anni, come i lavori di R. Laurence sull’assetto viario della città, quelli di C. Saliou sui marciapiedi, le loro distinzioni di proprietà e i loro rapporti con gli edifici, o, ancora, gli studi sugli ingressi alle abitazioni di A. van Nes e C. van Tilburg, che arriva a paragonare nel suo lavoro, Streets and Streams, la rete viaria al corpo umano, si vuol far luce sugli aspetti della quotidianità pubblica, lungo le strade di una cittadina romana: si toccheranno questioni di amministrazione pubblica, fino ad arrivare ad aspetti più tecnici e meno frequentemente indagati, come il senso di marcia in una strada o la profondità dei solchi in rapporto al traffico cittadino. La descrizione tecnico - artistica della via romana parte dalla strada e passa attraverso il marciapiede alle abitazioni e agli altri edifici che vi si affacciano. In questo lavoro ho concentrato l’attenzione su alcune strade che ho ritenuto di peculiare interesse ai fini della ricerca: via Ercolanense o dei Sepolcri, via delle Scuole con la prosecuzione di vicolo della Regina e vicolo di Tesmo. La diversa collocazione fisica e i diversi edifici che vi si affacciano offrono un quadro abbastanza esauriente di come poteva essere la vita pubblica all’interno della città romana. Via dei Sepolcri si colloca al di fuori delle mura, oltre porta Ercolano, ed è fiancheggiata da due lunghe file di tombe, intervallate da alcune ville suburbane; questa strada può essere un ottimo punto di partenza per capire il passaggio dalla città alla campagna e alcuni aspetti delle aree esterne alle mura cittadine. Poiché, inoltre, fu la prima strada di Pompei ad essere scavata, la Via dei Sepolcri permette, meglio di altre, di osservare da vicino le sfide che la lettura integrata di uno spazio urbano ha posto agli studiosi nelle diverse epoche. Via delle Scuole e vicolo della Regina sono due strade estremamente simili e, allo stesso tempo, sostanzialmente diverse: entrambe sono affiancate sul lato sud, affacciato verso il mare, da grandi e ricche domus, che ne denotano il carattere di strade prestigiose. Tuttavia, la prima è molto larga e vi si accede direttamente dal foro; la seconda, invece, è estremamente stretta, soprattutto nel tratto occidentale. Queste due strade, situate nel perimetro sud della città, uniscono le due piazze principali, il foro e il Foro Triangolare. Infine, si prende in considerazione il vicolo di Tesmo, stradina che corre parallela a via di Stabia, estremamente importante per la circolazione interna fino alla sua chiusura, avvenuta dopo la costruzione delle terme Centrali in seguito al terremoto del 62 d.C. Lungo il vicolo si affacciano numerose entrate secondarie di abitazioni e di altre strutture, collocate lungo le vie principali circostanti, alcune domus di medie dimensioni e il retro delle vaste Terme Centrali. Ottimo esempio di strada secondaria, seppur centrale, si presta bene per uno studio su alcuni aspetti meno conosciuti e più nascosti della vita cittadina, che si svolgevano nelle zone meno trafficate e in vista. In questo modo si vuole offrire uno spaccato sulla fisionomia delle strade e sulla quotidianità all’interno di una cittadina romana di provincia.
Da ultimo si andrà a illustrare un arredo urbano liminare all’interno del contesto stradale: la panchina. Queste erano strumenti essenziali per alcuni momenti importanti della vita quotidiana: dalla pratica della salutatio matutina dei clientes ai loro domini, alla frequentazione degli esercizi commerciali affacciati sulle strade. Il presente lavoro propone un’indagine approfondita dei sedili esistenti: attraverso un’indagine sull’uso delle panchine e sul luogo di costruzione arriverò a descriverne dettagliatamente alcune che si possono trovare tuttora nella città.
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