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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08262016-182924


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MIGNOLI, ROSSANA
URN
etd-08262016-182924
Titolo
Il difficile cammino della democrazia paritaria: gli interventi normativi tra quote e preferenza di genere
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Sperti, Angioletta
Parole chiave
  • preferenza di genere
  • democrazia paritaria
  • pari opportunità
  • quote rosa
Data inizio appello
19/09/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro ha come obiettivo quello di analizzare il difficile cammino della democrazia paritaria in Italia procedendo con un’esposizione ragionata della giurisprudenza costituzionale sul tema, che ha tanto influenzato tutta la materia: a partire dalla bocciatura delle “quote rosa” con la sent. n. 422 del 1995, modificata però dalla successiva sent. n. 49 del 2003 che traccia le linee della legittimità di futuri provvedimenti; sino alla riforma dell’art. 51 Cost., avvenuta con l. cost. n. 1 del 2003. che ha costituito un nodo cruciale negli interventi in materia di pari opportunità che sono state, così, “costituzionalizzate”.La ricerca, espressa nel secondo capitolo della trattazione, è nata dall'esigenza di approfondire il quadro teorico normativo e di disporre di un’analisi dettagliata elle principali esperienze vigenti in Italia in tema di pari opportunità tra donne e uomini alle cariche elettive. Soffermandosi sulla riforma costituzionale del titolo V della Costituzione si è ampiamente sottolineato proprio come le modifiche costituzionali hanno affidato alle Regioni un importante ruolo, spesso propulsore, in materia. Si sono prese in considerazioni eventuali scelte del legislatore regionale che ammettono clausole antidiscriminatorie, seguendo modelli diversi. Oltre al consueto strumento delle quote, con la presente analisi ci si è soffermati su uno strumento peculiare ed innovativo in tema di pari opportunità ossia la “preferenza di genere” introdotta dalla regione Campania e ottenuto l’avallo dei giudici costituzionali diventa una soluzione alla questione della rappresentanza di genere intrapresa non solo da diversi legislatori regionali ma, con la nuova legge elettorale, diventa strumento che vedremo utilizzare anche nelle prossime elezioni politiche. La ricerca, infine, ha voluto dedicarsi anche all’analisi della tematica negli enti locali, in particolare nei comuni, attraverso il richiamo alle principali modifiche normative e alla giurisprudenza amministrativa, che insieme a quella costituzionale, hanno dato man forte bocciando giunte “monogenere” e, soprattutto, riconoscendo diretta applicabilità all’art. 51 Cost. La trattazione procede nel capitolo terzo analizzando le disposizioni a tutela della rappresentanza di genere incluse nella normativa elettorale nazionale dalla legge Calderoli all'italicum con cui si introduce la "doppia preferenza di genere".Inoltre, non si è voluto tralasciare il ruolo fondamentale che i partiti politici hanno nella promozione della rappresentata di genere ma, allo stesso tempo, si sono evidenziate le carenze di quest’ultimi. Nel quarto e ultimo capitolo della trattazione per completezza d indagine si è analizzato il principio delle pari opportunità nell'ordinamento europeo, della tripla preferenza di genere introdotta per l'elezione dei nostri eurodeputati ed infine si è fornita un'analisi comparatistica disegnando una mappa della diffusione delle quote riservate alle donne in Europa e elenca i molti e diversi tipi di quote utilizzate dagli stati membri che si muovono, sostanzialmente, nell'ambito di due modelli di riferimento: il modello francese che prevede quote imposte per legge e quote liberamente scelte dai partiti politici previste, invece, nel modello scandinavo.
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