Tesi etd-08262016-095716 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TOMMASINI, LUCA
URN
etd-08262016-095716
Titolo
Definizione dei profili neurocognitivi nei sottotipi clinici di Malattia di Parkinson
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Sportiello Timpano, Marco Rossano
Parole chiave
- deficit cognitivi
- Malattia di Parkinson
- rigido/acinetico
- sottotipi
- tremorigeno
Data inizio appello
13/09/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Malattia di Parkinson (MP) è una patologia progressivamente ingravescente, rappresenta la seconda forma neurodegenerativa per frequenza dopo la malattia di Alzheimer (Lonneke ML de Lau and Breteler, 2006). La MP viene riconosciuta oggi come una patologia neurodegenerativa complessa caratterizzata da una vasta gamma di sintomi motori e non motori. Tenendo conto di tale variabilità, la comunità scientifica ha orientato la propria attenzione e le proprie risorse verso l’obiettivo di identificare i diversi fenotipi clinico-patologici della malattia, con la consapevolezza che tale definizione sia indispensabile per migliorare l’accuratezza della prognosi e favorire la scelta di un trattamento terapeutico adeguato.
Gli studi che si propongono di delineare i fenotipi della MP hanno evidenziato risultati in buona parte sovrapponibili. I sottotipi più frequentemente individuati sono: esordio precoce, tremorigeno, non-tremorigeno, rapida progressione di malattia. È ampiamente riconosciuto come ciascun sottotipo di malattia sia caratterizzato da un quadro neurocognitivo specifico (Lewis, Foltynie et al. 2005; Reijnders, Ehrt et al. 2009; Tremblay, Achim et al. 2013; Herman, Weiss et al. 2015).
Malgrado la loro rilevanza clinica, in letteratura gli aspetti cognitivi dei fenotipi di MP sono stati analizzati in modo poco approfondito, spesso utilizzando semplici test di screening cognitivo (vedi MMSE) (Reijnders, Ehrt et al. 2009; Liu, Feng et al. 2011; Tremblay, Achim et al. 2013; Herman, Weiss et al. 2015). Un quadro più completo del funzionamento cognitivo di questi pazienti potrebbe risultare invece di grande utilità nella pratica clinica quotidiana.
Partendo da questa necessità, abbiamo utilizzato un’ampia batteria testologica al fine di fornire una descrizione accurata del profilo neurocognitivo dei due principali sottotipi motori: il sottotipo prevalentemente tremorigeno (TD) e il sottotipo rigido/acinetico (ARD).
Nello specifico, il lavoro sperimentale si articola in tre fasi:
1. in primo luogo, al fine di mettere in luce le differenze prestazionali dei soggetti affetti da MP rispetto alla popolazione generale, verranno confrontati i risultati ottenuti dai due gruppi sperimentali (gruppo TD e gruppo ARD) con quelli di un gruppo di controllo;
2. successivamente, saranno comparate le performance del gruppo TD con quelle del gruppo ARD, in modo da evidenziare eventuali differenze significative;
3. infine, per ciascun sottotipo di MP analizzato verrà effettuato un esame del profilo cognitivo.
Mentre le prime due fasi dello studio consistono in un confronto tra gruppi (controllo vs TD; controllo vs ARD; TD vs ARD), l’ultima fase ha l’obiettivo di mettere in luce la specifica modalità di funzionamento cognitivo di ciascun gruppo sperimentale, andando ad indagare la presenza di differenze significative tra le prestazioni del singolo gruppo ai differenti reattivi somministrati.
A tale scopo, sono stati valutati presso il Laboratorio di Neuropsicologia Clinica (Psicologia Ospedaliera, Azienda USL Toscana Nord-Ovest) 25 soggetti con diagnosi di MP ad uno stadio evolutivo compreso tra il primo e il terzo della scala Hoehn & Yahr.
Questi soggetti sono stati suddivisi in due gruppi in base alla prevalenza delle manifestazioni motorie (gruppo TD, N=10; gruppo ARD, N=15). Successivamente, sono stati confrontati con una terza popolazione, gruppo di controllo, di 18 soggetti. La valutazione neurocognitiva dei pazienti ha compreso: uno screening generale delle funzioni cognitive attraverso il Milan Overall Dementia Assessment (Brazzelli et al., 1994); la valutazione delle autonomie attraverso il Activities of Daily Living (Katz, 1970) e l’ Instrumental Activities of Daily Living (Lawton e Brody, 1969); una batteria di test neuropsicologici per ciascun dominio cognitivo. In particolare, sono stati somministrati: per la valutazione neurocognitiva della memoria la Batteria di Memoria (Spinnler e Tognoni,1987) comprensiva di 4 sub-test (Test di apprendimento di coppie di parole, Digit Span, Span di Corsi, Memoria di Prosa, Apprendimento Supra-span di Corsi) e il Test di Memoria Comportamentale Rivermead (Brazzelli et al., 1993); per la valutazione dell’attenzione le Matrici Attentive (Spinnler e Tognoni, 1987) e lo Stroop Color Word Interference Test (Golden, 1978); per la valutazione del linguaggio il Boston Naming Test (Goodglass et al., 1983) e il Test di Fluenza Verbale per Categorie (Novelli et al., 1986); per le prassie costruttive il Test dell’Aprassia Costruttiva (Arrigoni e De Renzi, 1964); per le gnosie visive lo Street’s Completion Test (Spinnler e Tognoni, 1987); per le funzioni esecutive il Frontal Assessment Battery (Apollonio et al., 2005), il Brixton Test (Burgess and Shallice, 1997) e il Test delle Torri di Londra (Shallice, 1982).
Ai soggetti dei due gruppi sperimentali sono stati somministrati inoltre alcuni test specifici per la MP, quali: la “Hoehn and Yahr Scale” (Hoehn e Yahr, 1967), la “Unified Parkinson’s Disease rating scale” (MDS) e la “39-item PD Questionnaire” (Peto, 1998). Inoltre, per la valutazione del quoziente intellettivo premorboso è stato utilizzato il “Brief Intelligence Test” (Sartori, 1997), mentre per la valutazione dei sintomi psichiatrici la “Geriatric Depression Scale” (Yesavage, 2000) e il “Neuropsychiatric Inventory” (Cummings, 1994).
Gli studi che si propongono di delineare i fenotipi della MP hanno evidenziato risultati in buona parte sovrapponibili. I sottotipi più frequentemente individuati sono: esordio precoce, tremorigeno, non-tremorigeno, rapida progressione di malattia. È ampiamente riconosciuto come ciascun sottotipo di malattia sia caratterizzato da un quadro neurocognitivo specifico (Lewis, Foltynie et al. 2005; Reijnders, Ehrt et al. 2009; Tremblay, Achim et al. 2013; Herman, Weiss et al. 2015).
Malgrado la loro rilevanza clinica, in letteratura gli aspetti cognitivi dei fenotipi di MP sono stati analizzati in modo poco approfondito, spesso utilizzando semplici test di screening cognitivo (vedi MMSE) (Reijnders, Ehrt et al. 2009; Liu, Feng et al. 2011; Tremblay, Achim et al. 2013; Herman, Weiss et al. 2015). Un quadro più completo del funzionamento cognitivo di questi pazienti potrebbe risultare invece di grande utilità nella pratica clinica quotidiana.
Partendo da questa necessità, abbiamo utilizzato un’ampia batteria testologica al fine di fornire una descrizione accurata del profilo neurocognitivo dei due principali sottotipi motori: il sottotipo prevalentemente tremorigeno (TD) e il sottotipo rigido/acinetico (ARD).
Nello specifico, il lavoro sperimentale si articola in tre fasi:
1. in primo luogo, al fine di mettere in luce le differenze prestazionali dei soggetti affetti da MP rispetto alla popolazione generale, verranno confrontati i risultati ottenuti dai due gruppi sperimentali (gruppo TD e gruppo ARD) con quelli di un gruppo di controllo;
2. successivamente, saranno comparate le performance del gruppo TD con quelle del gruppo ARD, in modo da evidenziare eventuali differenze significative;
3. infine, per ciascun sottotipo di MP analizzato verrà effettuato un esame del profilo cognitivo.
Mentre le prime due fasi dello studio consistono in un confronto tra gruppi (controllo vs TD; controllo vs ARD; TD vs ARD), l’ultima fase ha l’obiettivo di mettere in luce la specifica modalità di funzionamento cognitivo di ciascun gruppo sperimentale, andando ad indagare la presenza di differenze significative tra le prestazioni del singolo gruppo ai differenti reattivi somministrati.
A tale scopo, sono stati valutati presso il Laboratorio di Neuropsicologia Clinica (Psicologia Ospedaliera, Azienda USL Toscana Nord-Ovest) 25 soggetti con diagnosi di MP ad uno stadio evolutivo compreso tra il primo e il terzo della scala Hoehn & Yahr.
Questi soggetti sono stati suddivisi in due gruppi in base alla prevalenza delle manifestazioni motorie (gruppo TD, N=10; gruppo ARD, N=15). Successivamente, sono stati confrontati con una terza popolazione, gruppo di controllo, di 18 soggetti. La valutazione neurocognitiva dei pazienti ha compreso: uno screening generale delle funzioni cognitive attraverso il Milan Overall Dementia Assessment (Brazzelli et al., 1994); la valutazione delle autonomie attraverso il Activities of Daily Living (Katz, 1970) e l’ Instrumental Activities of Daily Living (Lawton e Brody, 1969); una batteria di test neuropsicologici per ciascun dominio cognitivo. In particolare, sono stati somministrati: per la valutazione neurocognitiva della memoria la Batteria di Memoria (Spinnler e Tognoni,1987) comprensiva di 4 sub-test (Test di apprendimento di coppie di parole, Digit Span, Span di Corsi, Memoria di Prosa, Apprendimento Supra-span di Corsi) e il Test di Memoria Comportamentale Rivermead (Brazzelli et al., 1993); per la valutazione dell’attenzione le Matrici Attentive (Spinnler e Tognoni, 1987) e lo Stroop Color Word Interference Test (Golden, 1978); per la valutazione del linguaggio il Boston Naming Test (Goodglass et al., 1983) e il Test di Fluenza Verbale per Categorie (Novelli et al., 1986); per le prassie costruttive il Test dell’Aprassia Costruttiva (Arrigoni e De Renzi, 1964); per le gnosie visive lo Street’s Completion Test (Spinnler e Tognoni, 1987); per le funzioni esecutive il Frontal Assessment Battery (Apollonio et al., 2005), il Brixton Test (Burgess and Shallice, 1997) e il Test delle Torri di Londra (Shallice, 1982).
Ai soggetti dei due gruppi sperimentali sono stati somministrati inoltre alcuni test specifici per la MP, quali: la “Hoehn and Yahr Scale” (Hoehn e Yahr, 1967), la “Unified Parkinson’s Disease rating scale” (MDS) e la “39-item PD Questionnaire” (Peto, 1998). Inoltre, per la valutazione del quoziente intellettivo premorboso è stato utilizzato il “Brief Intelligence Test” (Sartori, 1997), mentre per la valutazione dei sintomi psichiatrici la “Geriatric Depression Scale” (Yesavage, 2000) e il “Neuropsychiatric Inventory” (Cummings, 1994).
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