Tesi etd-08252021-132731 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PAZZAGLIA, CHIARA
Indirizzo email
c.pazzaglia@studenti.unipi.it, chiara.pazzaglia@sns.it
URN
etd-08252021-132731
Titolo
La decorazione pubblica degli anni Trenta in Italia tra centro e periferia: architettura, tecnica, sintassi, iconografia
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Patti, Mattia
correlatore Prof. Fergonzi, Flavio
correlatore Prof.ssa Gioli, Antonella
correlatore Dott.ssa Lanfranchi, Maria Rosa
correlatore Prof. Fergonzi, Flavio
correlatore Prof.ssa Gioli, Antonella
correlatore Dott.ssa Lanfranchi, Maria Rosa
Parole chiave
- affresco
- architettura
- arte fascista
- arte pubblica
- Corrado Cagli
- decorazione monumentale
- Mario Sironi
- muri ai pittori
- pittura di storia
- propaganda
- Scuola romana
- storia alternativa del muralismo
Data inizio appello
27/09/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/09/2091
Riassunto
Il problema del ritorno dei “muri ai pittori” durante il Ventennio fascista è sempre stato studiato, nell'ormai corposa bibliografia esistente, in riferimento alle personalità artistiche di maggior spicco, soprattutto dell'area romana e milanese. In questo modo, non solo è stata persa di vista l'ampiezza del fenomeno, ma sono stati aprioristicamente esclusi molti episodi di qualità disomogenea, interessanti da altri punti di vista: su tutti, quello dell'espressione di identità locali, o della necessità di elaborare un discorso a destinazione popolare.
La tesi imposta dunque un'analisi ad ampio raggio sul tema della decorazione pubblica in Italia negli anni Trenta tanto nei centri di elaborazione artistica, quanto nelle zone periferiche. La prima parte, incardinata su capitoli di taglio tematico, propone quattro lenti con cui leggere il fenomeno: il rapporto tra architettura e apparato decorativo, la tecnica della pittura murale, la sintassi spaziale e la questione della pittura di storia contemporanea. Ciascun problema è discusso in riferimento a concreti casi di studio, selezionati e messi in rapporto per affinità o divergenze in base alle tipologie architettoniche, alle aree geografiche, ai temi figurativi o agli artisti coinvolti.
A tali ‘campi lunghi’ tematici corrispondono nella seconda parte alcuni ‘primi piani’ monografici su episodi romani, ricondotti da Enrico Crispolti (1985) a una «storia alternativa del muralismo» in controtendenza rispetto alla linea monumentale ufficiale. Nello specifico, dopo aver ricostruito il clima artistico della capitale, gli affondi si concentreranno su tre interessanti opere murali realizzate da artisti gravitanti nell'orbita della Scuola romana: Corrado Cagli, Afro Basaldella e Mario Mafai. Di esse si prenderanno in considerazione le commissioni, lo stile, l'intreccio di iconografia e tecnica, nonché il destino a cui sono andate incontro.
Il doppio taglio della tesi – prima tematico e poi monografico – ha un duplice vantaggio: da una parte, agevola un approccio pluralistico che porta a considerare diverse tipologie architettoniche e decorative, nonché artisti di varia caratura. Dall'altra, permette di inquadrare meglio il tema mettendo in risalto l'originalità di alcune scelte, senza ridurre agli esempi meglio riusciti un fenomeno quanto mai sfaccettato.
Un'appendice finale con lo schema dello stato odierno degli edifici presi in esame concluderà il lavoro, proponendo una riflessione sul tema spinoso della tutela e valorizzazione delle testimonianze del Ventennio.
La tesi imposta dunque un'analisi ad ampio raggio sul tema della decorazione pubblica in Italia negli anni Trenta tanto nei centri di elaborazione artistica, quanto nelle zone periferiche. La prima parte, incardinata su capitoli di taglio tematico, propone quattro lenti con cui leggere il fenomeno: il rapporto tra architettura e apparato decorativo, la tecnica della pittura murale, la sintassi spaziale e la questione della pittura di storia contemporanea. Ciascun problema è discusso in riferimento a concreti casi di studio, selezionati e messi in rapporto per affinità o divergenze in base alle tipologie architettoniche, alle aree geografiche, ai temi figurativi o agli artisti coinvolti.
A tali ‘campi lunghi’ tematici corrispondono nella seconda parte alcuni ‘primi piani’ monografici su episodi romani, ricondotti da Enrico Crispolti (1985) a una «storia alternativa del muralismo» in controtendenza rispetto alla linea monumentale ufficiale. Nello specifico, dopo aver ricostruito il clima artistico della capitale, gli affondi si concentreranno su tre interessanti opere murali realizzate da artisti gravitanti nell'orbita della Scuola romana: Corrado Cagli, Afro Basaldella e Mario Mafai. Di esse si prenderanno in considerazione le commissioni, lo stile, l'intreccio di iconografia e tecnica, nonché il destino a cui sono andate incontro.
Il doppio taglio della tesi – prima tematico e poi monografico – ha un duplice vantaggio: da una parte, agevola un approccio pluralistico che porta a considerare diverse tipologie architettoniche e decorative, nonché artisti di varia caratura. Dall'altra, permette di inquadrare meglio il tema mettendo in risalto l'originalità di alcune scelte, senza ridurre agli esempi meglio riusciti un fenomeno quanto mai sfaccettato.
Un'appendice finale con lo schema dello stato odierno degli edifici presi in esame concluderà il lavoro, proponendo una riflessione sul tema spinoso della tutela e valorizzazione delle testimonianze del Ventennio.
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