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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08252015-141207


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
FACINCANI, ARIANNA
URN
etd-08252015-141207
Titolo
Analisi comparativa di tre approcci di valutazione dell'emogas venoso in cani sottoposti a emodialisi
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Breghi, Gloria
correlatore Dott.ssa Briganti, Angela
Parole chiave
  • Stewart approach
  • haemodialysis
  • insufficienza renale acuta
  • emodialisi
  • equilibrio acido-base
  • base excess
  • base excess
  • approccio di Stewart
  • acute kidney injury
  • acid-base balance
Data inizio appello
18/09/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Obbiettivo: comparazione di tre differenti metodiche, l’approccio tradizionale, l’approccio del Base Excess e il modello di Stewart, per l’analisi dello stato acido-base in cani con insufficienza renale acuta e sottoposti ad emodialisi.
Materiali e metodi: lo studio è stato effettuato su 17 cani di varie razze ed età affetti da insufficienza renale acuta, di diversa origine, e sottoposti al trattamento emodialitico. I soggetti all’arrivo sono stati sottoposti ad un prelievo venoso tramite siringa eparinizzata per l’esecuzione dell’emogasanalisi e ad un altro prelievo venoso per la determinazione dei parametri ematobiochimici, in particolare urea, creatinina, fosfati ed albumina. Successivamente i soggetti sono stati ricoverati e sottoposti ad emodialisi. Entrambi i prelievi sono stati ripetuti dopo ogni dialisi. Per l’analisi dello stato acido-base secondo l’approccio tradizionale sono stati analizzati il pH, la pressione parziale di anidride carbonica, la concentrazione di bicarbonato, [HCO3-], calcolato l’Anion Gap e corretto in caso di ipoalbuminemia. Il Base Excess veniva fornito direttamente dall’emogasanalizzatore. Per la valutazione dell’equilibrio acido-base secondo l’approccio di Stewart sono state analizzate le tre variabili indipendenti, pCO2, strong ion difference apparente (SIDa), strong ion difference effettivo (SIDe), acidi deboli totali (ATOT), e lo strong ion gap (SIG).
Risultati: i tre metodi di valutazione dello stato acido-base sono risultati concordi là dove era presente un disturbo acido-base semplice. Nella maggior parte dei casi i soggetti presentavano disturbi misti, spesso anche caratterizzati da un pH normale. In questi casi, il metodo tradizionale non si è dimostrato efficiente nell’identificazione dei singoli disturbi, talvolta non riconoscendo neanche la presenza di acidosi metabolica. Il BE è risultato fortemente correlato con la concentrazione di HCO3-, ma è riuscito ad identificare la presenza di disturbi metabolici anche dove il metodo classico aveva fallito. Il modello di Stewart ha individuato la presenza di acidosi metabolica anche nei pazienti con pH, HCO3- e BE normali ed è riuscito a fornire una interpretazione più approfondita dei disturbi misti, individuando i singoli processi. Il SIG e l’AG hanno mostrato una forte correlazione nell’identificare la presenza di anioni non misurati, tranne che in otto situazioni, in cui era presente una forte iperfosfatemia, che probabilmente aumentava il valore dell’AG corretto. Infine, gli ATOT sono risultati diminuiti nella maggior parte dei soggetti come conseguenza dell’ipoalbuminemia. La presenza di un’iperfosfatemia importante in certi casi è riuscita a mascherare l’ipoalbuminemia, senza causare alterazione degli ATOT.
Conclusioni: L’approccio di Stewart è riuscito a diagnosticare un maggior numero di disordini acido-base, riuscendo a fornire un visione più approfondita relativamente alle cause delle alterazioni.
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