Tesi etd-08242022-153009 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CANTINI, MATTEO
URN
etd-08242022-153009
Titolo
Processi di riorganizzazione nella filiera cerealicola. Le strategie delle imprese sementiere di piccola-media dimensione
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof.ssa Rossi, Adanella
Parole chiave
- cerealicoli
- sementieri
- sistemi
Data inizio appello
10/10/2022
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il settore sementiero cerealicolo sta assistendo negli ultimi tempi ad una serie di cambiamenti di pari passo con il quadro di evoluzione in atto nei sistemi agroalimentari, che coinvolge la domanda da parte dei consumatori, le strategie di marketing delle imprese dell’agroindustria, le sollecitazioni che vengono da alcune criticità più generali. Oltre al particolare dinamismo che caratterizza tutto il sistema agroalimentare, il mondo delle sementi risente di un nuovo interesse per il “seme”, che si manifesta anche al di fuori degli operatori del sistema.
Come si comportano le ditte sementiere cerealicole medio-piccole di fronte ai cambiamenti in atto? Il presente lavoro di tesi si propone di approfondire l’evoluzione delle strategie messe in atto da imprese sementiere di piccola-media dimensione in relazione alle dinamiche del contesto in cui operano. L’obiettivo è cercare di comprendere se ed in quale modo venga percepito il cambiamento e se e quali scelte specifiche vengano messe in atto.
La tesi è così articolata. Apre con un primo capitolo dedicato alla descrizione del contesto di riferimento, in cui vengono evidenziate le sollecitazioni a cui il sistema agroalimentare è sottoposto: la necessità di affrontare la transizione ecologica, la spinta che a tale riguardo viene dalle politiche europee in materia di agricoltura e più in generale di sviluppo, le opportunità che vengono dalla transizione, in termini di maggiori opportunità di sviluppo economico (rientrano in questo ambito i percorsi di rilocalizzazione dei sistemi agroalimentari). Nel secondo capitolo si passa a una descrizione del settore cerealicolo italiano. Dopo alcuni dati recenti sull’evoluzione del settore si focalizza sul comparto sementiero cerealicolo, sugli orientamenti del miglioramento genetico nella produzione di sementi, sulle specificità della produzione di sementi per l’agricoltura biologica e sulle dinamiche introdotte dal venir meno del sistema delle deroghe. Nel terzo capitolo viene sviluppata l’indagine condotta direttamente sulle strategie delle piccole ditte sementiere. Si apre con la descrizione delle scelte metodologiche e analitiche. L’indagine è stata svolta attraverso interviste qualitative dirette a tre aziende operanti nel centro Italia, due toscane e una marchigiana. Sono state inoltre utilizzate altre tre interviste a persone esperte del comparto sementiero e delle dinamiche che interessano in modo specifico il settore cerealicolo. Sui materiali informativi raccolti, l’analisi delle scelte delle imprese è stata condotta attraverso il metodo della SWOT analysis, al fine di capire il grado di consapevolezza delle opportunità e minacce esterne e dei punti di forza e debolezza interni. Nel quarto capitolo vengono discussi i risultati attraverso un’analisi trasversale, finalizzata ad evidenziare i comportamenti e le scelte delle imprese rispetto ai punti illustrati nella prima parte del lavoro.
L’analisi dei risultati ha messo in evidenza come il quadro di riferimento sia molto variegato e non si possa parlare di "specificità strategica” delle piccole ditte sementiere locali. Le tre ditte sementiere prese in considerazione sono tutte consapevoli della transizione ecologica verso cui sta andando l’agricoltura e ognuna reagisce a suo modo. I cambiamenti in atto sono percepiti sia come un’opportunità che come una minaccia: chi è già dentro la transizione ecologica si trova in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti; questi ultimi però si stanno già organizzando per rispondere al nuovo mercato. Le diverse strategie presenti nella gestione delle sementi rispecchiano la diversità delle filiere di cui le imprese sementiere sono parte. Si possono distinguere: medie realtà che si stanno riorganizzando per entrare nel biologico attraverso forme organizzative (come le O.P.) che consentano di gestire meglio le relazioni di filiera; realtà consortili che si creano l’esclusiva per vecchie varietà di sementi ricercate sul mercato; piccole realtà che, da sempre nel biologico, hanno intrapreso una strada di ulteriore specializzazione, diventando ditte sementiere per consolidare le nicchie in cui sono inserite; piccole ditte sementiere che sono fuori da determinati circuiti e che non si sentono in grado di entrare da sole nel biologico, continuando a rimanere legate alla clientela tradizionale. Le prospettive non sono ancora ben definite ma certamente la fine delle deroghe sulle sementi biologiche di cereali porterà un forte cambiamento. Forse le piccole ditte sementiere saranno più agili nel diversificare la produzione, o forse quelle più grandi, avvantaggiate da economie di scala e di rete, entreranno nel comparto biologico con piede pesante, portando a una diminuzione di costi di produzione e prezzi al dettaglio ma anche al rischio di perdita di specificità e qualità. Quello che sta succedendo nel sistema sementiero sembra rispecchiare quello che si sta profilando nell’intero sistema agroalimentare: stiamo andando verso un sistema agroalimentare più diversificato rispetto al modello dominante, rivelatosi in gran parte non sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, così come spesso non solido né equo dal punto di vista economico. La diversificazione del sistema sementiero può svolgere in tale processo un ruolo fondamentale, e divenire particolarmente significativa per le imprese di piccole-medie dimensioni.
Come si comportano le ditte sementiere cerealicole medio-piccole di fronte ai cambiamenti in atto? Il presente lavoro di tesi si propone di approfondire l’evoluzione delle strategie messe in atto da imprese sementiere di piccola-media dimensione in relazione alle dinamiche del contesto in cui operano. L’obiettivo è cercare di comprendere se ed in quale modo venga percepito il cambiamento e se e quali scelte specifiche vengano messe in atto.
La tesi è così articolata. Apre con un primo capitolo dedicato alla descrizione del contesto di riferimento, in cui vengono evidenziate le sollecitazioni a cui il sistema agroalimentare è sottoposto: la necessità di affrontare la transizione ecologica, la spinta che a tale riguardo viene dalle politiche europee in materia di agricoltura e più in generale di sviluppo, le opportunità che vengono dalla transizione, in termini di maggiori opportunità di sviluppo economico (rientrano in questo ambito i percorsi di rilocalizzazione dei sistemi agroalimentari). Nel secondo capitolo si passa a una descrizione del settore cerealicolo italiano. Dopo alcuni dati recenti sull’evoluzione del settore si focalizza sul comparto sementiero cerealicolo, sugli orientamenti del miglioramento genetico nella produzione di sementi, sulle specificità della produzione di sementi per l’agricoltura biologica e sulle dinamiche introdotte dal venir meno del sistema delle deroghe. Nel terzo capitolo viene sviluppata l’indagine condotta direttamente sulle strategie delle piccole ditte sementiere. Si apre con la descrizione delle scelte metodologiche e analitiche. L’indagine è stata svolta attraverso interviste qualitative dirette a tre aziende operanti nel centro Italia, due toscane e una marchigiana. Sono state inoltre utilizzate altre tre interviste a persone esperte del comparto sementiero e delle dinamiche che interessano in modo specifico il settore cerealicolo. Sui materiali informativi raccolti, l’analisi delle scelte delle imprese è stata condotta attraverso il metodo della SWOT analysis, al fine di capire il grado di consapevolezza delle opportunità e minacce esterne e dei punti di forza e debolezza interni. Nel quarto capitolo vengono discussi i risultati attraverso un’analisi trasversale, finalizzata ad evidenziare i comportamenti e le scelte delle imprese rispetto ai punti illustrati nella prima parte del lavoro.
L’analisi dei risultati ha messo in evidenza come il quadro di riferimento sia molto variegato e non si possa parlare di "specificità strategica” delle piccole ditte sementiere locali. Le tre ditte sementiere prese in considerazione sono tutte consapevoli della transizione ecologica verso cui sta andando l’agricoltura e ognuna reagisce a suo modo. I cambiamenti in atto sono percepiti sia come un’opportunità che come una minaccia: chi è già dentro la transizione ecologica si trova in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti; questi ultimi però si stanno già organizzando per rispondere al nuovo mercato. Le diverse strategie presenti nella gestione delle sementi rispecchiano la diversità delle filiere di cui le imprese sementiere sono parte. Si possono distinguere: medie realtà che si stanno riorganizzando per entrare nel biologico attraverso forme organizzative (come le O.P.) che consentano di gestire meglio le relazioni di filiera; realtà consortili che si creano l’esclusiva per vecchie varietà di sementi ricercate sul mercato; piccole realtà che, da sempre nel biologico, hanno intrapreso una strada di ulteriore specializzazione, diventando ditte sementiere per consolidare le nicchie in cui sono inserite; piccole ditte sementiere che sono fuori da determinati circuiti e che non si sentono in grado di entrare da sole nel biologico, continuando a rimanere legate alla clientela tradizionale. Le prospettive non sono ancora ben definite ma certamente la fine delle deroghe sulle sementi biologiche di cereali porterà un forte cambiamento. Forse le piccole ditte sementiere saranno più agili nel diversificare la produzione, o forse quelle più grandi, avvantaggiate da economie di scala e di rete, entreranno nel comparto biologico con piede pesante, portando a una diminuzione di costi di produzione e prezzi al dettaglio ma anche al rischio di perdita di specificità e qualità. Quello che sta succedendo nel sistema sementiero sembra rispecchiare quello che si sta profilando nell’intero sistema agroalimentare: stiamo andando verso un sistema agroalimentare più diversificato rispetto al modello dominante, rivelatosi in gran parte non sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, così come spesso non solido né equo dal punto di vista economico. La diversificazione del sistema sementiero può svolgere in tale processo un ruolo fondamentale, e divenire particolarmente significativa per le imprese di piccole-medie dimensioni.
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