Tesi etd-08242020-195233 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BIAGINI, MARGHERITA
URN
etd-08242020-195233
Titolo
Sensibilita' diagnostica dell'ecografia tiroidea nella diagnosi di carcinoma midollare della tiroide
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Elisei, Rossella
correlatore Dott. Matrone, Antonio
correlatore Dott. Matrone, Antonio
Parole chiave
- calcitonina
- caratteristiche ecografiche
- carcinoma midollare
- diagnosi
- ecografia
- nodulo
- sensibilità diagnostica
Data inizio appello
14/09/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/09/2090
Riassunto
Introduzione
Il carcinoma midollare della tiroide (CMT) è un tumore raro che origina dalle cellule C, secernenti calcitonina (CT), e può presentarsi in forma sporadica o familiare. Quest’ultima può manifestarsi come sindrome clinica (MEN 2A e MEN 2B) o con il CMT come unica manifestazione clinica (FMTC). L’età mediana di insorgenza è intorno alla quinta decade nella forma sporadica, mentre risulta anticipata nella forma familiare.
La patogenesi del CMT è legata alla mutazione del gene RET presente in tutte le forme familiari (mutazione germinale) e in circa il 50% delle forme sporadiche (mutazione somatica).
Il CMT si presenta come un nodulo spesso asintomatico, o come tumefazione evidente a livello del collo e nei 2/3 dei casi sono presenti metastasi ai linfonodi cervicali già alla diagnosi.
Il trattamento di scelta nei pazienti con CMT, sia sporadico che familiare, è la tiroidectomia totale associata a linfadenectomia del comparto centrale. La linfadenectomia latero-cervicale viene invece eseguita solo in caso di evidenza ecografica o citologia di coinvolgimento metastatico.
Diversamente dal carcinoma papillare della tiroide (CPT), istotipo più frequente di tutti i carcinomi tiroidei (circa 80%), il CMT beneficia dell’utilizzo della CT per la diagnosi (alta sensibilità diagnostica), mentre l’utilizzo dell’esame citologico su agoaspirato (FNAC) ed in particolare dell’ecografia tiroidea, oramai standardizzata per il CPT, presenta ancora aspetti critici.
Infatti, le caratteristiche ecografiche di sospetto di malignità del nodulo tiroideo, così come le classificazioni ecografiche per la stratificazione del rischio, sono state sviluppate basandosi sul carcinoma papillare, data la sua alta prevalenza, mentre sono limitati gli studi in letteratura sull’applicazione dell’ecografia nella diagnosi di CMT.
Scopo dello studio
Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare in un’ampia casistica di pazienti affetti da CMT sia sporadico che familiare, seguiti presso l’U.O. di Endocrinologia 1 dell’Università di Pisa, la sensibilità diagnostica dell’ecografia tiroidea nella diagnosi di CMT.
Ulteriore scopo è stato quello di confrontare il valore di CT basale prima della chirurgia ed il risultato del FNAC, con la diagnosi ecografica di CMT.
Pazienti e metodi
Abbiamo analizzato 134 pazienti consecutivi affetti da CMT istologicamente confermato. Tutti avevano eseguito una valutazione clinica, biochimica ed ecografica preoperatoria e successivamente erano stati sottoposti ad intervento chirurgico. Sono stati inclusi nello studio tutti i pazienti con diagnosi istologica di CMT trattati chirurgicamente nel periodo fra il 1º Gennaio 2014 ed il 31 Dicembre 2019.
Sono stati esclusi i pazienti di cui non disponevamo di una valutazione ecografica preoperatoria ed i pazienti nei quali la diagnosi istologica postoperatoria di CMT non si accompagnava all’identificazione ecografica preoperatoria di un nodulo tiroideo. Prendendo in considerazione le caratteristiche ecografiche del nodulo, abbiamo applicato i 3 principali sistemi di stratificazione del rischio di malignità dei noduli tiroidei (EU-TIRADS, ATA 2015 e AACE/ACE-AME) e successivamente abbiamo suddiviso la nostra popolazione in 2 gruppi di pazienti in base al sospetto ecografico di malignità (alto vs intermedio/basso) al fine di confrontare le eventuali differenze.
Abbiamo inoltre confrontato i valori di CT basale preoperatoria nei gruppi ad alto e intermedio/basso rischio ecografico di malignità, dividendo ulteriormente i pazienti sulla base della presenza o meno di linfonodi metastatici all’istologia, al fine di evitare l’interferenza della presenza delle metastasi linfonodali sulla CT preoperatoria.
Risultati
Caratteristiche ecografiche suggestive di malignità come margini irregolari (34.3%), spot iperecogeni (29.9%) o microcalcificazioni (17.9%) e forma “taller than wide” (10.4%), sono poco frequenti nel nostro gruppo di studio.
Applicando i sistemi di classificazione ecografica, infatti, meno della metà dei pazienti (47%) rientra nella categoria ad elevato sospetto ecografico.
I valori di CT basale preoperatoria, al contrario, sono risultati superiori ai cut-off suggeriti per la diagnosi di CMT sia nei pazienti con alto che in quelli con intermedio/basso sospetto di malignità, indipendentemente dalla presenza o meno di metastasi linfonodali.
Conclusioni
Il nostro studio conferma la limitata sensibilità diagnostica dell’ecografia tiroidea nella diagnosi di CMT. Inoltre, il dosaggio routinario della CT in tutti pazienti con noduli tiroidei, recentemente messo in discussione dalla comunità scientifica internazionale si conferma necessario per individuare i CMT con intermedio/basso sospetto ecografico di malignità, che diversamente non verrebbero diagnosticati con l’utilizzo esclusivo dell’ ecografia tiroidea.
Il carcinoma midollare della tiroide (CMT) è un tumore raro che origina dalle cellule C, secernenti calcitonina (CT), e può presentarsi in forma sporadica o familiare. Quest’ultima può manifestarsi come sindrome clinica (MEN 2A e MEN 2B) o con il CMT come unica manifestazione clinica (FMTC). L’età mediana di insorgenza è intorno alla quinta decade nella forma sporadica, mentre risulta anticipata nella forma familiare.
La patogenesi del CMT è legata alla mutazione del gene RET presente in tutte le forme familiari (mutazione germinale) e in circa il 50% delle forme sporadiche (mutazione somatica).
Il CMT si presenta come un nodulo spesso asintomatico, o come tumefazione evidente a livello del collo e nei 2/3 dei casi sono presenti metastasi ai linfonodi cervicali già alla diagnosi.
Il trattamento di scelta nei pazienti con CMT, sia sporadico che familiare, è la tiroidectomia totale associata a linfadenectomia del comparto centrale. La linfadenectomia latero-cervicale viene invece eseguita solo in caso di evidenza ecografica o citologia di coinvolgimento metastatico.
Diversamente dal carcinoma papillare della tiroide (CPT), istotipo più frequente di tutti i carcinomi tiroidei (circa 80%), il CMT beneficia dell’utilizzo della CT per la diagnosi (alta sensibilità diagnostica), mentre l’utilizzo dell’esame citologico su agoaspirato (FNAC) ed in particolare dell’ecografia tiroidea, oramai standardizzata per il CPT, presenta ancora aspetti critici.
Infatti, le caratteristiche ecografiche di sospetto di malignità del nodulo tiroideo, così come le classificazioni ecografiche per la stratificazione del rischio, sono state sviluppate basandosi sul carcinoma papillare, data la sua alta prevalenza, mentre sono limitati gli studi in letteratura sull’applicazione dell’ecografia nella diagnosi di CMT.
Scopo dello studio
Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare in un’ampia casistica di pazienti affetti da CMT sia sporadico che familiare, seguiti presso l’U.O. di Endocrinologia 1 dell’Università di Pisa, la sensibilità diagnostica dell’ecografia tiroidea nella diagnosi di CMT.
Ulteriore scopo è stato quello di confrontare il valore di CT basale prima della chirurgia ed il risultato del FNAC, con la diagnosi ecografica di CMT.
Pazienti e metodi
Abbiamo analizzato 134 pazienti consecutivi affetti da CMT istologicamente confermato. Tutti avevano eseguito una valutazione clinica, biochimica ed ecografica preoperatoria e successivamente erano stati sottoposti ad intervento chirurgico. Sono stati inclusi nello studio tutti i pazienti con diagnosi istologica di CMT trattati chirurgicamente nel periodo fra il 1º Gennaio 2014 ed il 31 Dicembre 2019.
Sono stati esclusi i pazienti di cui non disponevamo di una valutazione ecografica preoperatoria ed i pazienti nei quali la diagnosi istologica postoperatoria di CMT non si accompagnava all’identificazione ecografica preoperatoria di un nodulo tiroideo. Prendendo in considerazione le caratteristiche ecografiche del nodulo, abbiamo applicato i 3 principali sistemi di stratificazione del rischio di malignità dei noduli tiroidei (EU-TIRADS, ATA 2015 e AACE/ACE-AME) e successivamente abbiamo suddiviso la nostra popolazione in 2 gruppi di pazienti in base al sospetto ecografico di malignità (alto vs intermedio/basso) al fine di confrontare le eventuali differenze.
Abbiamo inoltre confrontato i valori di CT basale preoperatoria nei gruppi ad alto e intermedio/basso rischio ecografico di malignità, dividendo ulteriormente i pazienti sulla base della presenza o meno di linfonodi metastatici all’istologia, al fine di evitare l’interferenza della presenza delle metastasi linfonodali sulla CT preoperatoria.
Risultati
Caratteristiche ecografiche suggestive di malignità come margini irregolari (34.3%), spot iperecogeni (29.9%) o microcalcificazioni (17.9%) e forma “taller than wide” (10.4%), sono poco frequenti nel nostro gruppo di studio.
Applicando i sistemi di classificazione ecografica, infatti, meno della metà dei pazienti (47%) rientra nella categoria ad elevato sospetto ecografico.
I valori di CT basale preoperatoria, al contrario, sono risultati superiori ai cut-off suggeriti per la diagnosi di CMT sia nei pazienti con alto che in quelli con intermedio/basso sospetto di malignità, indipendentemente dalla presenza o meno di metastasi linfonodali.
Conclusioni
Il nostro studio conferma la limitata sensibilità diagnostica dell’ecografia tiroidea nella diagnosi di CMT. Inoltre, il dosaggio routinario della CT in tutti pazienti con noduli tiroidei, recentemente messo in discussione dalla comunità scientifica internazionale si conferma necessario per individuare i CMT con intermedio/basso sospetto ecografico di malignità, che diversamente non verrebbero diagnosticati con l’utilizzo esclusivo dell’ ecografia tiroidea.
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