Tesi etd-08242015-213247 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CARA, PAOLA
URN
etd-08242015-213247
Titolo
Il Georadar: dalle indagini su aree vaste al riconoscimento dei materiali archeologici ( applicazioni nell'area di San Salvatore di Sinis e di Mont'e Prama, Sardegna)
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
GEOFISICA DI ESPLORAZIONE ED APPLICATA
Relatori
relatore Dott. Ribolini, Adriano
correlatore Prof. RANIERI, GAETANO
correlatore Prof. RANIERI, GAETANO
Parole chiave
- Georadar
- Processing avanzato
- Processing standard
- Riconoscimento materiali archeologici
Data inizio appello
25/09/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nelle indagini archeologiche su vasta scala l’uso del tradizionale sistema georadar risulta poco agevole, lento e dispendioso. In certe condizioni e sotto certi aspetti parrebbe addirittura inaffidabile.
Con il classico sistema monocanale risulta molto difficile garantire il parallelismo tra le linee, localizzare esattamente la posizione delle anomalie e riconoscere la loro geometria, seguirne la loro continuità tra profili adiacenti e quindi effettuare la ricostruzione tridimensionale e la conseguente interpretazione.
Argomento di questa tesi è l’ottimizzazione del segnale GPR e il riconoscimento delle anomalie correlate a target sepolti di natura antropica, in un ambiente di vaste dimensioni ancora poco conosciuto dal punto di vista geologico, storico e archeologico.
Il lavoro è stato organizzato per step successivi, con una preliminare ricerca bibliografica (che ha comportato anche la consultazione di archivi storici e documentali) seguita da una prospezione geofisica svolta utilizzando un sistema georadar multicanale, lo STREAM X dell’IDS di Pisa. Questo strumento consente un’acquisizione simultanea di segnali elettromagnetici riflessi da oggetti e strati del sottosuolo, garantendo un’alta risoluzione spaziale e tempi di lavoro ridotti rispetto al sistema monodimensionale.
I rilievi si sono concentrati al centro della costa occidentale della Sardegna, dove recenti ritrovamenti hanno portato alla luce numerose testimonianze archeologiche tutt’ora in fase di studio.
In particolare è stata studiata l’area di San Salvatore di Sinis, nella quale la presenza di un Ipogeo e testimonianze pittoriche di grande valenza storico-culturale offrono un’immagine ecumenica, unica al mondo: l’ipogeo rappresenta, tra l’altro, una delle prime testimonianze della presenza dei cristiani in Sardegna.
Uno degli obiettivi del presente lavoro è stato quello di verificare la presenza di strutture antropiche di impronta archeologica nel sito di San Salvatore e i suoi probabili legami con i ritrovamenti archeologici siti a Mont’e Prama di recente scoperta (2013), quello di Tharros e tutta la penisola del Sinis, così densa di strutture archeologiche, architettoniche e naturali, grazie alle quali può essere considerata una delle più interessanti d’Italia, a carattere mondiale.
Altro obiettivo di questa tesi è stato quello di mettere in luce le differenze tra un’elaborazione standard ed una più avanzata secondo un processing di nuova concezione, finalizzato a migliorare la leggibilità del dato GPR che, inizialmente poco comprensibile, necessita di essere elaborato per rendere interpretabile il suo contenuto informativo.
Il risultato della prospezione radar è rappresentato dai radar grammi, ossia profili verticali contenenti informazioni dipendenti da mezzo in cui l’onda radar si è propagata, e dove è possibile visualizzare i primi arrivi delle onde riflesse.
L’obiettivo della tesi è trovare un metodo che consenta di qualificare il mezzo su cui l’onda si è riflessa, o, rifratta, attraverso un modello fisico composto da materiali diversi, aventi stessa forma ed ubicati ad una stessa profondità, sui quali eseguire una sperimentazione con un sistema monocanale ad alta frequenza (frequenza centrale di 2GHz) e cercare di caratterizzare il tipo di materiale tramite la firma spettrale dei materiali impiegati.
Perseguire lo stesso obiettivo anche in campo archeologico significa eseguire scavi selettivi in corrispondenza delle diverse anomalie, con la contemporanea disponibilità di dati geofisici e archeologici.
Per elaborare la mole di dati prodotta in fase di acquisizione è stato scelto di utilizzare i programmi Gred HD e ReflexW 7, evidenziando le differenze dei due programmi di elaborazione in termini di qualità del dato. Infatti mentre il Gred HD offre un’elaborazione standard dei dati, con minime possibilità di approfondire il trattamento, il Reflex garantisce una elaborazione “più spinta” ed una “pulizia” del dato maggiore.
La fase successiva all’elaborazione dei dati è stata la costruzione di mappe del sottosuolo che mostrassero la distribuzione spaziale delle anomalie, dette Time Slice, fette temporali di ampiezze delle riflessioni, la cui visualizzazione in serie consente di osservare le variazioni del segnale lungo la profondità Z.
La chiusura del lavoro prevede la loro interpretazione, focalizzata alla ricostruzione delle geometrie presenti nel sottosuolo e alla distinzione di quelle aventi interesse archeologico da quelle di origine antropica, correlate però a interventi recenti.
Con il classico sistema monocanale risulta molto difficile garantire il parallelismo tra le linee, localizzare esattamente la posizione delle anomalie e riconoscere la loro geometria, seguirne la loro continuità tra profili adiacenti e quindi effettuare la ricostruzione tridimensionale e la conseguente interpretazione.
Argomento di questa tesi è l’ottimizzazione del segnale GPR e il riconoscimento delle anomalie correlate a target sepolti di natura antropica, in un ambiente di vaste dimensioni ancora poco conosciuto dal punto di vista geologico, storico e archeologico.
Il lavoro è stato organizzato per step successivi, con una preliminare ricerca bibliografica (che ha comportato anche la consultazione di archivi storici e documentali) seguita da una prospezione geofisica svolta utilizzando un sistema georadar multicanale, lo STREAM X dell’IDS di Pisa. Questo strumento consente un’acquisizione simultanea di segnali elettromagnetici riflessi da oggetti e strati del sottosuolo, garantendo un’alta risoluzione spaziale e tempi di lavoro ridotti rispetto al sistema monodimensionale.
I rilievi si sono concentrati al centro della costa occidentale della Sardegna, dove recenti ritrovamenti hanno portato alla luce numerose testimonianze archeologiche tutt’ora in fase di studio.
In particolare è stata studiata l’area di San Salvatore di Sinis, nella quale la presenza di un Ipogeo e testimonianze pittoriche di grande valenza storico-culturale offrono un’immagine ecumenica, unica al mondo: l’ipogeo rappresenta, tra l’altro, una delle prime testimonianze della presenza dei cristiani in Sardegna.
Uno degli obiettivi del presente lavoro è stato quello di verificare la presenza di strutture antropiche di impronta archeologica nel sito di San Salvatore e i suoi probabili legami con i ritrovamenti archeologici siti a Mont’e Prama di recente scoperta (2013), quello di Tharros e tutta la penisola del Sinis, così densa di strutture archeologiche, architettoniche e naturali, grazie alle quali può essere considerata una delle più interessanti d’Italia, a carattere mondiale.
Altro obiettivo di questa tesi è stato quello di mettere in luce le differenze tra un’elaborazione standard ed una più avanzata secondo un processing di nuova concezione, finalizzato a migliorare la leggibilità del dato GPR che, inizialmente poco comprensibile, necessita di essere elaborato per rendere interpretabile il suo contenuto informativo.
Il risultato della prospezione radar è rappresentato dai radar grammi, ossia profili verticali contenenti informazioni dipendenti da mezzo in cui l’onda radar si è propagata, e dove è possibile visualizzare i primi arrivi delle onde riflesse.
L’obiettivo della tesi è trovare un metodo che consenta di qualificare il mezzo su cui l’onda si è riflessa, o, rifratta, attraverso un modello fisico composto da materiali diversi, aventi stessa forma ed ubicati ad una stessa profondità, sui quali eseguire una sperimentazione con un sistema monocanale ad alta frequenza (frequenza centrale di 2GHz) e cercare di caratterizzare il tipo di materiale tramite la firma spettrale dei materiali impiegati.
Perseguire lo stesso obiettivo anche in campo archeologico significa eseguire scavi selettivi in corrispondenza delle diverse anomalie, con la contemporanea disponibilità di dati geofisici e archeologici.
Per elaborare la mole di dati prodotta in fase di acquisizione è stato scelto di utilizzare i programmi Gred HD e ReflexW 7, evidenziando le differenze dei due programmi di elaborazione in termini di qualità del dato. Infatti mentre il Gred HD offre un’elaborazione standard dei dati, con minime possibilità di approfondire il trattamento, il Reflex garantisce una elaborazione “più spinta” ed una “pulizia” del dato maggiore.
La fase successiva all’elaborazione dei dati è stata la costruzione di mappe del sottosuolo che mostrassero la distribuzione spaziale delle anomalie, dette Time Slice, fette temporali di ampiezze delle riflessioni, la cui visualizzazione in serie consente di osservare le variazioni del segnale lungo la profondità Z.
La chiusura del lavoro prevede la loro interpretazione, focalizzata alla ricostruzione delle geometrie presenti nel sottosuolo e alla distinzione di quelle aventi interesse archeologico da quelle di origine antropica, correlate però a interventi recenti.
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