Tesi etd-08232016-082823 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BORGIANI, GIULIA
URN
etd-08232016-082823
Titolo
L'ADHD materno influenza la risposta al trattamento in bambini con DCD?
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Dott. Muratori, Pietro
Parole chiave
- ADHD Materno
- Coping Power Program
- Disturbi del Comportamento
- Parenting
Data inizio appello
13/09/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il fil rouge del presente elaborato di tesi si basa sulla corrente di pensiero che vede una possibile interazione dinamica e articolata tra i fattori di rischio e le variabili protettive nello sviluppo infantile.
I disturbi del comportamento in età evolutiva sono molto frequenti e rappresentano il principale motivo di consultazione presso i servizi di salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza. Bambini con queste patologie presentano un significativo peggioramento del funzionamento in ambito familiare, sociale e scolastico; infatti sono considerati tra i disturbi a più alto dispendio economico (Loeber et al., 2000).
Nello specifico in ambito familiare, i modelli di attaccamento con il caregiver sono predittori di comportamento adattivo o disadattivo del bambino e sono connessi alla gravità e alla continuità dei problemi. Diversi disturbi psichici nei genitori sono stati associati all’aumento del rischio di insorgenza di psicopatologia nei figli. La letteratura, in particolare, ha messo in evidenza il ruolo della depressione in madri di bambini con diagnosi di Disturbo Oppositivo-Provocatorio o Disturbo della Condotta.
Lo scopo del nostro studio, invece, è stato quello di indagare se madri con Disturbo da Deficti di Attenzione/Iperattività possano influenzare l’esito del trattamento multimodale, come il Coping Power Program, su un campione clinico di soggetti in età evolutiva.
La possibile presenza di ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder) nelle madri di 66 bambini, diagnosticati con DOP, DC e ADHD, è stata misurata utilizzando una nuova scala di screening, e non di diagnosi, ipotizzata da Eich (2012), il quale ha selezionato, all’interno della SCL-90-R, nove possibili items considerati caratteristici dell’ADHD nell’adulto.
Eich, attraverso un’analisi fattoriale esplorativa su questi 9 items, ha individuato tre fattori significativi definiti: “Nervousness”, “Impaired Cognition” e “Irritabilità”; nei nostri risultati, dopo aver fatto un’analisi statistica utilizzando Mplus 4.2, solamente il fattore “Nervousness” correla significativamente con il cambiamento della CBCL externalizing, scala che valuta come misura di out come il comportamento del bambino. Anche la regressione logistica mostra come solo il fattore “Nervousness” predice una minore risposta al trattamento, valutata dal clinico utilizzando la CGI.
I disturbi del comportamento in età evolutiva sono molto frequenti e rappresentano il principale motivo di consultazione presso i servizi di salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza. Bambini con queste patologie presentano un significativo peggioramento del funzionamento in ambito familiare, sociale e scolastico; infatti sono considerati tra i disturbi a più alto dispendio economico (Loeber et al., 2000).
Nello specifico in ambito familiare, i modelli di attaccamento con il caregiver sono predittori di comportamento adattivo o disadattivo del bambino e sono connessi alla gravità e alla continuità dei problemi. Diversi disturbi psichici nei genitori sono stati associati all’aumento del rischio di insorgenza di psicopatologia nei figli. La letteratura, in particolare, ha messo in evidenza il ruolo della depressione in madri di bambini con diagnosi di Disturbo Oppositivo-Provocatorio o Disturbo della Condotta.
Lo scopo del nostro studio, invece, è stato quello di indagare se madri con Disturbo da Deficti di Attenzione/Iperattività possano influenzare l’esito del trattamento multimodale, come il Coping Power Program, su un campione clinico di soggetti in età evolutiva.
La possibile presenza di ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder) nelle madri di 66 bambini, diagnosticati con DOP, DC e ADHD, è stata misurata utilizzando una nuova scala di screening, e non di diagnosi, ipotizzata da Eich (2012), il quale ha selezionato, all’interno della SCL-90-R, nove possibili items considerati caratteristici dell’ADHD nell’adulto.
Eich, attraverso un’analisi fattoriale esplorativa su questi 9 items, ha individuato tre fattori significativi definiti: “Nervousness”, “Impaired Cognition” e “Irritabilità”; nei nostri risultati, dopo aver fatto un’analisi statistica utilizzando Mplus 4.2, solamente il fattore “Nervousness” correla significativamente con il cambiamento della CBCL externalizing, scala che valuta come misura di out come il comportamento del bambino. Anche la regressione logistica mostra come solo il fattore “Nervousness” predice una minore risposta al trattamento, valutata dal clinico utilizzando la CGI.
File
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TESI_GIU..._2016.pdf | 1.83 Mb |
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