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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08222022-090309


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
SANLAZZARO, DILETTA
URN
etd-08222022-090309
Titolo
"Safety" ed "efficacy" di medical devices in ambito oftalmologico: set up di un modello di dry eye in vitro e di metodica analitica HPLC correlata al modello.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Calderone, Vincenzo
relatore Dott.ssa Citi, Valentina
correlatore Dott.ssa Galgani, Giulia
Parole chiave
  • Sindrome dell'occhio secco
  • Dry eye
  • Modelli 3D in vitro
  • Acido ialuronico
  • TSP
  • HPLC
Data inizio appello
05/10/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/10/2092
Riassunto
La sindrome dell’occhio secco (DED) è il disturbo oculare più diffuso a livello mondiale ed è legata ad una serie di sintomi e segni clinici che, associati all’alterata lubrificazione oculare, sono spesso causa di malessere, sensazioni dolorifiche ed alterazioni della vista che impattano la qualità di vita e limitano lo svolgimento di comuni attività quotidiane.
Questa condizione clinica è caratterizzata da una natura multifattoriale e, di conseguenza, i fattori implicati nella fisiopatologia spesso si sommano e interagiscono tra loro. Se non trattata efficacemente, la DED può degenerare in uno stato infiammatorio cronico irreversibile associato ad una condizione di refrattarietà al trattamento e al danno permanente sulla superficie oculare.
Questo lavoro di tesi si è concentrato sul set up di un modello tridimensionale in vitro di dry eye che, utilizzando innovativi tessuti corneali ricostruiti di derivazione umana, è stato poi applicato allo studio del profilo farmaco-tossicologico di dispositivi medici potenziali candidati per il trattamento della DED.
In seguito, è stata messa a punto e validata una metodica analitica mediante cromatografia liquida ad alta prestazione con rivelatore a fotodiodo (HPLC-PDA) per la determinazione quantitativa della caffeina che, nel caso specifico, è stata utilizzata come marcatore di permeabilità tissutale. Ciò ha permesso di effettuare, in seguito, una valutazione specifica del profilo di assorbimento dei dispositivi medici considerati.
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