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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08222011-130736


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
SPATARO, FRANCESCO
URN
etd-08222011-130736
Titolo
aspetti clinico-organizzativi,tecnologici e innovativi nella presa in carico del soggetto amputato di arto inferiore
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE
Relatori
relatore Rossi, Bruno
Parole chiave
  • amputato
  • arto inferiore
  • aspetti
Data inizio appello
06/09/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il programma protezione nasce a Pisa nel 2004 allo scopo di fornire al paziente amputato e alla sua famiglia un riferimento concreto e vicino su cui fare affidamento. Si è cercato infatti attraverso la costituzione di una Associazione no profit di condurre una ricerca pilota con lo scopo di studiare i molteplici problemi correlati al fenomeno dell’amputazioni. Per l’indispensabile iter post-chirurgico che comprende gli aspetti della stabilizzazione dell’amputazione e tutti i provvedimenti necessari per la corretta definizione delle protesi, del loro inserimento e della riabilitazione funzionale oltre il 60% dei pazienti che subiscono una amputazione maggiore si rivolge a strutture nosocomiali extraregione Toscana. L’analisi di questo dato evidenzia un punto significativo: è notevole il numero dei pazienti che “emigra” dall’Area Vasta Pisana nel periodo successivo al post-intervento. Questo ricorso a strutture nosocomiali extraregionali somma ai disagi dei pazienti il contestuale costo economico a carico degli Enti dell’Area Vasta pisana. Dopo la dimissione che avviene mediamente in 4°-5° giornata, i pazienti e le loro famiglie si trovano senza una struttura dedicata cui fare affidamento; si generano una serie di disagi e di sofferenze anche psichiche che incidono molto negativamente sulla Qualità della Vita e rendono molto difficile il percorso riabilitativo. Il ricorso programmaticamente limitato nel tempo a strutture nosocomiali extraregionali non soddisfa i termini del fenomeno. Il problema esiste. Richiede una soluzione concepita oltre aggiustamenti parziali e contingenti
Occorre gettare le basi per creare un percorso innovativo che, analizzando razionalmente “dove siamo”, “dove vogliamo arrivare”, “cosa e come fare per raggiungere l’obiettivo”, rappresenti un salto di qualità, per le necessità dei pazienti e dei loro familiari e per gli aspetti organizzativi/economici. Programmare interventi riabilitativi sul paziente amputato e gestire i criteri generali di interventi di valutazione di diagnosi e terapeutici, fornire un binario sicuro sul quale viaggiare, necessitano di un efficace ed efficiente percorso socio-sanitario centrato sul soddisfacimento dei bisogni della persona diversamente abile, della sua famiglia e di conseguenza orientato all’outcome. Ci si è basati sul concetto che la riabilitazione dell’amputato non può prescindere dalle problematiche intrinseche, fisiatriche, ortopediche, neurologiche , psicologiche e sociali. Con la collaborazione delle U.O. di Chirurgia Vascolare, U.O. di Neuroriabilitazione, U.O. di Ortopedia e Traumatologia , si è creato un sistema sinergico che prende in carico il paziente ancor prima che subisca l’amputazione. Gestito da personale qualificato ed addestrato il Programma Protezione si propone come punto di riferimento capace di assicurare risposte concrete e complete alle questioni pendenti che spesso causano una dissezione inutile di risorse psicofisiche per il paziente e la famiglia che lo circonda creando un ambiente non più supportivo . Si instaura così da subito un rapporto di collaborazione tra paziente,familiari e personale medico e paramedico ed è per tutti sempre molto chiaro il percorso da seguire così come il giusto interlocutore per affrontare il problema del momento.
Un punto sicuramente vincente di questo progetto è la presenza nel Programma Protezione di persone amputate che si pongono all’attenzione del paziente quali esempi di come con un giusto percorso riabilitativo oltre che la volontà di recuperare autonomia e l’appoggio di un’equipe multidisciplinare che fa da guida, si possa ritornare ad avere una vita normale.
Se pensiamo a tutti gli aspetti psicologici che investono una persona che subisce un’amputazione ed alla complessità di questi , si può capire come l’amputato si senta diverso ed in svantaggio rispetto alle persone che lo assistono ed in molti casi questo determina un distaccamento psicologico dal professionista che cerca di motivarlo in quanto l’amputato penserà sempre che questi non possa capire realmente lo stato emozionale in cui si trova, quindi sarà refrattario alla terapia e non porrà fiducia nelle figure che compongono l’equipe assistenziale, compromettendo in questo modo tutti gli obiettivi del percorso riabilitativo.
Viceversa quando si creano le condizioni per cui il paziente può constatare con i propri occhi quello di cui magari non si era nemmeno accorto e cioè che la persona che l’ha accolto camminando è anch’esso amputato, ecco che rifiorisce la speranza di un futuro normale , la voglia di riconquistare l’autonomia che si credeva completamente persa con l’intervento. Questo concetto che il Programma Protezione definisce, “Evidenza Dimostrabile”, a supporto delle teorie, è ,un punto essenziale a favore della qualità della vita del paziente amputato perché rappresenta la capacità di un individuo di funzionare, dal punto di vista fisico, sociale, psicologico e di trarre soddisfazione, da quanto fa, in rapporto sia alle proprie aspettative che alla capacità di realizzare ciò che desidera.
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