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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08212014-114842


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SANNINO, CHIARA MADDALENA
URN
etd-08212014-114842
Titolo
Applicazione della Psicofisica al Dolore Neuropatico
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Dott.ssa Ciaramella, Antonella
Parole chiave
  • psicofisica
  • psychophysics
  • sensibilizzazione
  • sensitization
  • quantitative sensory testing
  • dolore neuropatico
  • neuropathic pain
  • psicopatologia
  • psychopathology
Data inizio appello
12/09/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il dolore neuropatico è una condizione cronica, definita dall’ International Association for the Study of Pain (IASP) come “quella forma di dolore scatenato o mantenuto da una lesione primaria di un nervo o da una disfunzione del sistema nervoso”(Merskey & Bogduck,1994).
Esso può essere distinto in dolore neuropatico periferico (dovuto a alterazioni che interessano principalmente il sistema nervoso periferico) e dolore neuropatico centrale (caratterizzato da alterazioni che riguardano il sistema nervoso centrale) (Bonezzi, 2000).
I dati della letteratura riportano una valutazione del paziente con dolore neuropatico prevalentemente di tipo qualitativa, ma è sempre più frequente l’integrazione con strumenti di misurazione quantitativa della sensibilità, come il Quantitative Sensory Testing o QST. La loro applicazione si basa sulle leggi della psicofisica, branca della psicologia che mira a valutare il legame tra il mondo fisico e quello psicologico (Zambianchi,1994). Attraverso le misurazioni psicofisiche è possibile, dunque, quantificare la sensibilità e la percezione del dolore.
La ricerca, classificabile in uno studio osservazionale trasversale, ha come obiettivi l'indagine psicofisica del dolore neuropatico e le sue relazioni con le componenti psicologiche. Nel primo caso la nostra indagine mira a esaminare le differenze nelle soglie sensoriali e dolorifiche, tra una area corporea in cui viene riferito dolore con caratteristiche neuropatiche ed un’area senza dolore, nel secondo,si propone di valutare la relazione tra soglie percettive, e variabili cliniche e psicopatologiche associate al dolore neuropatico.
Il campione esaminato è costituito da 28 soggetti di cui 15 soggetti mielolesi, scelti come gruppo omogeneo rappresentanti il dolore neuropatico centrale, e 13 soggetti affetti da dolore neuropatico periferico dovuto a differenti quadri clinici.
Ciascun soggetto è stato sottoposto a valutazioni psicofisiche, nella sede del dolore ed in una zona di controllo senza dolore, mediante Thermal Sensory Analyzer (TSA), per la valutazione delle soglie termiche e dolorifiche al freddo e caldo, con successiva esplorazione del fenomeno del Wind up e DNIC (Diffusion Noxious Inhibitory control). Per la valutazione clinica del dolore sono stati utilizzati come strumenti di autovalutazione il QUID (Questionario italiano del dolore De Benedittis et al., 1988) e LANSS (Leeds Assessment of Neuropathic Symptoms and Sign Pain Scale di Bennet, 2001) mentre la valutazione psicologica è stata eseguita mediante la somministrazione della SSAS (Somatosensory Amplification Scale, Barsky, et al. 1990), GHQ- 12 (General Health Questionnaire, Bellantuomo, 1987) HADS (Hospital Anxiety and Depression Scale, Zigmond & Snaith, 1999).Come analisi statistiche sono state utilizzate analisi non parametriche, in quanto i dati del campione non presentavano una distribuzione gaussiana al k-s Normality test. Dall’analisi dei primi dati (la ricerca è attualmente in corso) emerge che le manifestazioni si modificano in relazione alla persistenza del dolore nel tempo. Questa variazione, tuttavia, influisce maggiormente sulle componenti cliniche piuttosto che percettive, delle soglie. A differenza della letteratura, in questo piccolo gruppo di pazienti non è stato riscontrato il fenomeno tipico del dolore neuropatico definito Wind up (indice di una sensibilizzazione centrale) anche quando il campione viene distinto in base alla sede di origine del dolore. Le soglie sensoriali, più che quelle dolorifiche, distinguono il territorio leso da quello esente da lesioni, a dimostrazione che la percezione del dolore è un fenomeno molto complesso e multidimensionale. I nostri dati apportano nuove evidenze, che meritano, ampliando il campione, di essere suffragate da ulteriori indagini riguardanti la relazione tra dolore e componenti psicologiche. Dai nostri dati emerge, infatti, che se le variabili psicologiche quali la depressione, l’ansia, il distress si correlano con le variabili cliniche del dolore, la dimensione dell’amplificazione somatica sembra essere quella maggiormente correlata alla soglia percettiva sensoriale e dolorifica.

Parole chiave: Dolore neuropatico, Psicofisica, Sensibilizzazione, QST, psicopatologia
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