Tesi etd-08192013-190634 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
TASCON GRAJALES, NICOLLE
URN
etd-08192013-190634
Titolo
LA RICOSTRUZIONE POST-TRAUMATICA DELLA GAMBA: NUOVE PROSPETTIVE
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Lisanti, Michele
Parole chiave
- Gamba
- Lembi
- Ricostruzione
- Sostituti dermici
- Trauma
- VAC Therapy
Data inizio appello
24/09/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/09/2053
Riassunto
INTRODUZIONE:
A fronte delle molteplici cause (post- traumatiche, da chirurgia demolitiva, da ustione) che determinano la perdita di sostanza dell’arto inferiore, appaiono numerose le tecniche chirurgiche ricostruttive e i differenti tipi di approcci che hanno come finalità quella di ripristinare l’integrità tissutale. Col passare degli anni, inoltre, la medicina ricostruttiva è andata verso un affinamento delle tecnologie necessarie per l’ottenimento di risultati clinici ottimali, in tempi sempre più brevi.
Il lavoro presentato è uno studio retrospettivo degli ultimi 5 anni analizzando le diverse possibilità ricostruttive sulla base dell’evidenza scientifica, valutando i risultati, le complicanze, i tempi di terapia e il supporto medico-chirurgico necessario, nel trattamento delle lesioni complesse della gamba.
MATERIALI E METODI
Lo studio retrospettivo che comprende 30 pazienti, con differenti cause determinanti la perdita di sostanza dell’arto inferiore. Il campione è stato successivamente suddiviso in 4 gruppi che corrispondono a 4 differenti terapie ricostruttive, sia mediche che chirurgiche. Il gruppo 1 prevede la copertura di perdita di sostanza mediante trapianto di lembo libero; il gruppo 2 prevede l’utilizzo di sostituti dermici; il gruppo 3 contempla solo l’applicazione di pressione negativa (VAC Therapy); il gruppo 4, infine, utilizza la tecnica combinata.
I parametri che sono stati presi in considerazione per la valutazione delle diverse tecniche sono: impegno dell’equipe medico-chirurgica, tempo di degenza, complicanze, follow-up post-operatorio, compliance del paziente al trattamento, risultato estetico, risultato funzionale, costo del trattamento.
RISULTATI
I pazienti facenti parte del gruppo 1 hanno necessitato di un maggiore impegno da parte dell’equipe medica, maggiore tempo di degenza e un più intenso follow-up; i risultati estetici sono discreti e a fronte di un ottima ricostruzione della perdita di sostanza, si ha la perdita funzionale del muscolo donatore nei lembi miocutanei. La complicanze sono state considerate in precoci o tardive a seconda della insorgenza entro la prima decade successiva al primo intervento ricostruttivo.
I pazienti del gruppo 2 hanno subito interventi chirurgici meno invasivi, hanno avuto una degenza meno lunga, ma i risultati estetici e funzionali sono apparsi scarsi. Buona la compliance del paziente e frequenti le complicanze durante il follow-up (infezioni, diastasi di ferita, necessità di reintervento).
I pazienti del gruppo 3 hanno necessitato di tempi di guarigione più lunghi, con controlli ambulatoriali più frequenti. Non buona la resa estetica e funzionale. Scarse le complicanze; anzi il suddetto trattamento è risultato utile per la risoluzione di alcune complicanze venutasi a creare per i trattamenti degli altri gruppi.
I pazienti del gruppo 4 hanno presentato un ottima resa estetica e funzionale, con scarsissime complicanze. I costi del trattamento sono risultati elevati.
CONCLUSIONI
I nostri risultati evidenziano che la chirurgia ricostruttiva attraverso l’utilizzo di lembi microchirurgici rimane il gold standard per il trattamento delle perdite di sostanza gravi nell’arto inferiore, in particolare nei casi di possibile trattamento precoce entro le prime 72 ore.
Tuttavia, alla luce di un ottimo controllo delle complicanze relative all’intervento chirurgico da parte di alcuni presidi come la VAC Therapy, si ritiene che l’associazione di diverse tecniche sia il giusto tipo di approccio per l’ottenimento dei risultati migliori dal punto di vista estetico e funzionale.
A fronte delle molteplici cause (post- traumatiche, da chirurgia demolitiva, da ustione) che determinano la perdita di sostanza dell’arto inferiore, appaiono numerose le tecniche chirurgiche ricostruttive e i differenti tipi di approcci che hanno come finalità quella di ripristinare l’integrità tissutale. Col passare degli anni, inoltre, la medicina ricostruttiva è andata verso un affinamento delle tecnologie necessarie per l’ottenimento di risultati clinici ottimali, in tempi sempre più brevi.
Il lavoro presentato è uno studio retrospettivo degli ultimi 5 anni analizzando le diverse possibilità ricostruttive sulla base dell’evidenza scientifica, valutando i risultati, le complicanze, i tempi di terapia e il supporto medico-chirurgico necessario, nel trattamento delle lesioni complesse della gamba.
MATERIALI E METODI
Lo studio retrospettivo che comprende 30 pazienti, con differenti cause determinanti la perdita di sostanza dell’arto inferiore. Il campione è stato successivamente suddiviso in 4 gruppi che corrispondono a 4 differenti terapie ricostruttive, sia mediche che chirurgiche. Il gruppo 1 prevede la copertura di perdita di sostanza mediante trapianto di lembo libero; il gruppo 2 prevede l’utilizzo di sostituti dermici; il gruppo 3 contempla solo l’applicazione di pressione negativa (VAC Therapy); il gruppo 4, infine, utilizza la tecnica combinata.
I parametri che sono stati presi in considerazione per la valutazione delle diverse tecniche sono: impegno dell’equipe medico-chirurgica, tempo di degenza, complicanze, follow-up post-operatorio, compliance del paziente al trattamento, risultato estetico, risultato funzionale, costo del trattamento.
RISULTATI
I pazienti facenti parte del gruppo 1 hanno necessitato di un maggiore impegno da parte dell’equipe medica, maggiore tempo di degenza e un più intenso follow-up; i risultati estetici sono discreti e a fronte di un ottima ricostruzione della perdita di sostanza, si ha la perdita funzionale del muscolo donatore nei lembi miocutanei. La complicanze sono state considerate in precoci o tardive a seconda della insorgenza entro la prima decade successiva al primo intervento ricostruttivo.
I pazienti del gruppo 2 hanno subito interventi chirurgici meno invasivi, hanno avuto una degenza meno lunga, ma i risultati estetici e funzionali sono apparsi scarsi. Buona la compliance del paziente e frequenti le complicanze durante il follow-up (infezioni, diastasi di ferita, necessità di reintervento).
I pazienti del gruppo 3 hanno necessitato di tempi di guarigione più lunghi, con controlli ambulatoriali più frequenti. Non buona la resa estetica e funzionale. Scarse le complicanze; anzi il suddetto trattamento è risultato utile per la risoluzione di alcune complicanze venutasi a creare per i trattamenti degli altri gruppi.
I pazienti del gruppo 4 hanno presentato un ottima resa estetica e funzionale, con scarsissime complicanze. I costi del trattamento sono risultati elevati.
CONCLUSIONI
I nostri risultati evidenziano che la chirurgia ricostruttiva attraverso l’utilizzo di lembi microchirurgici rimane il gold standard per il trattamento delle perdite di sostanza gravi nell’arto inferiore, in particolare nei casi di possibile trattamento precoce entro le prime 72 ore.
Tuttavia, alla luce di un ottimo controllo delle complicanze relative all’intervento chirurgico da parte di alcuni presidi come la VAC Therapy, si ritiene che l’associazione di diverse tecniche sia il giusto tipo di approccio per l’ottenimento dei risultati migliori dal punto di vista estetico e funzionale.
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