Tesi etd-08142014-133831 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CALA', CLAUDIA
URN
etd-08142014-133831
Titolo
Sfruttamento delle risorse ittiche e impatto dello scarto nella pesca a strascico del Mar Tirreno Settentrionale. Valutazione degli effetti della riforma della Politica Comune della Pesca sull'obbligo di sbarco.
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. De Ranieri, Stefano
relatore Dott. Sartor, Paolo
correlatore Prof. Castelli, Alberto
correlatore Prof. Lardicci, Claudio
relatore Dott. Sartor, Paolo
correlatore Prof. Castelli, Alberto
correlatore Prof. Lardicci, Claudio
Parole chiave
- Discard
- Landing obligation
- Sfruttamento
Data inizio appello
18/09/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Sfruttamento delle risorse ittiche e impatto dello scarto nella pesca a strascico del Mar Tirreno Settentrionale. Valutazione degli effetti della riforma della Politica Comune della Pesca sull’obbligo di sbarco.
Tesi sperimentale
Candidata: CLAUDIA CALA’ n. matricola:
Nell’ambito della pesca commerciale, lo scarto si sostanzia di fauna marina salpata a bordo e restituita successivamente in mare; lo scarto può includere, oltre a specie di scarso o nullo interesse economico, anche quelle commerciali. Recenti stime FAO riportano che intorno al 15% della biomassa totale catturata a livello mondiale viene rigettata a mare.
Le ragioni che portano allo scarto riguardano aspetti regolamentari (specie sotto la taglia minima legale), economici (basso valore commerciale), tecnologico (caratteristiche degli attrezzi), biologici (struttura demografica delle specie), ambientali (ad esempio, le condizioni climatiche che condizionano le pratiche di smistamento a bordo). Gli scarti rappresentano un elemento non trascurabile e sullo sfruttamento delle risorse, sull’impatto ambientale della pesca ed anche sull’economia ittica (perdite in termini di produttività).
La pesca a strascico è indubbiamente la tipologia di pesca sono responsabili dei maggiori tassi di scarto mondiali. La pesca a strascico è largamente utilizzata nel Mediterraneo ed è caratterizzata da scarsa selettività e multi specificità delle catture. di questa tipologia di pesca. Stime di scarto per la pesca a strascico mediterranea riportano una frazione di rigetti che va dal 20 al 70% sul totale della biomassa catturata.
La riduzione o eliminazione degli scarti è uno degli aspetti fondamentali dell’approccio ecosistemico per la gestione della pesca raccomandato dalla FAO. Anche la recente riforma della PCP (Politica Comune della Pesca) ha come obiettivo la progressiva eliminazione degli scarti (almeno per le specie sottoposte ad obbligo di taglia minima), attraverso l’introduzione dell’obbligo di sbarco (“Landing obligation”). Il provvedimento, che sarà gradualmente introdotto a partire dal 2015 fino al 2019, e verrà applicato in base al tipo di pesca, avvalendosi di piani specifici pluriennali. E’ pertanto importante aumentare le informazioni disponibili sulle pratiche di scarto in mediterraneo, al fine di fornire elementi utili per una applicazione efficace dei nuovi regolamenti comunitari.
In questo contesto è stato svolto il presente lavoro di tesi, avente il principale obiettivo di caratterizzare lo sfruttamento, con particolare riferimento allo scarto, della pesca a strascico condotta sulla scarpata continentale del Mar Tirreno Settentrionale. Gli obiettivi specifici dello studio sono i seguenti:
- caratterizzare la composizione faunistica delle catture (in termini di frazione commerciale e scartata);
- valutare con un confronto tra le stagioni eventuali variazioni dei rendimenti per la frazione scartata e commerciale;
- caratterizzare lo scarto (distinguere i tipi di scarto in base alle cause);
Per un pool di specie, il nasello, Merluccius merluccius,il gambero rosa, Parapenaeus longirostris,, lo scampo, Nephrops norvegicus, la mostella di fondale, Phicys blennoides ed il gattuccio boccanera, Galeus melastomus, scelte tra le più rappresentative in termini di biomassa e di importanza commerciale sono state effettuate le seguenti analisi:
- stimate le frazioni commerciali e scartate;
- stimate le taglie alle quali il 50% degli organismi catturati vengono scartati.
Un ultimo obiettivo, attraverso le stime dei tassi di scarto per gruppo faunistico e per specie, è stato quello di valutare la biomassa totale catturata, sulla base delle statistiche ufficiali di sbarcato disponibili.
Come modello di riferimento per il presente lavoro di tesi, è stato svolto un monitoraggio dell’attività di pesca commerciale, raccogliendo dati tramite osservazioni a bordo, di un peschereccio a strascico commerciale appartenente alla marineria di Porto Ercole (GR) ed operante nella scarpata continentale del Mar Tirreno settentrionale. L’attività di pesca monitorata si svolge ad una batimetria media di 400 m ed è mirata principalmente allo sfruttamento di crostacei come P. longirostris e N. norvegicus e di pesci come M. merluccius e P. blennoides). Il disegno di campionamento ha previsto la raccolta dati per almeno 3 cale commerciali (repliche) per stagione, nel biennio 2012-2013. In totale sono stati realizzati 34 imbarchi: per ciascuna cala sono stati raccolti dati (numero e peso per ciascuna specie) sia sulla frazione commercializzata che su quella destinata ad essere scartata. Un campione dello scarto per ciascuna cala è successivamente stato analizzato in laboratorio per determinarne la composizione faunistica a livello di specie.
Per le 5 specie sopramenzionate sono stati rilevati dati sulla struttura in taglie (sia del commerciale che dello scarto), misurando (per i pesci: lunghezza totale, al mezzo cm inferiore; per i crostacei: lunghezza del carapace al mm inferiore) campioni della cattura di ciascuna cala.
Tutti i dati raccolti sono stati informatizzati utilizzando un supporto appositamente preparato. Prima delle analisi si è proceduto alla standardizzazione dei dati, rapportandoli all’ora di pesca oppure al Km2 (utilizzando in questo caso il metodo dell’area strascicata), per ottenere indici di biomassa e di abbondanza. La cattura a livello di taxon, è stata studiata per le seguenti frazioni: specie commerciali, scarto di specie commerciale soggette a taglia minima, scarto di altre specie commerciali, scarto di specie non commerciali.
Sono state catturate 123 specie in totale, la maggior parte appartenenti ai taxa Condroitti, Osteitti, Crostacei e Gasteropodi. E’ stata evidenziata una cospicua frazione di specie appartenenti allo scarto di tipo commerciale (soprattutto per Osteitti e Condroitti) e di specie sottoposte a taglia minima (Osteitti e Crostacei).
Dai primi risultati, è emerso che tra il 30 ed il 50% della cattura totale è costituita da scarto e che questo è composto principalmente da specie senza valore commerciale.
I tassi di scarto, sia in biomassa che in abbondanza, sono risultati bassi per P. longirostris e per N. norvegicus, leggermente più elevati per M. merluccius. Per le tre specie lo scarto è imputabile alla presenza della taglia minima legale. Lo scarto ha mostrato valori maggiori in coincidenza con la stagione con la maggiore presenza di esemplari di piccole dimensioni (reclutamento).
Per la specie P. blennoides lo scarto ha riguardato la frazione preponderante della cattura, sia in numero che in peso. Questo è dovuto alla massiccia presenza di esemplari di piccole-medie dimensioni (sotto 25 cm di lunghezza totale), che non sono apprezzati dal mercato.
Per il gattuccio, G. melastomus, la quasi totalità delle catture è stata scartata, a causa dello scarso valore commerciale della specie.
La verifica della significatività di eventuali differenze tra frazione commercializzata (C) e scartata (S), nonché di eventuali differenze stagionali, sia a livello di cattura totale, di gruppi faunistici e di ciascuna delle sei specie oggetto di indagine, è stata valutata per mezzo del non parametrico Kruskall Wallis. Per ciascuna delle 5 specie oggetto di studio è stato stimato il tasso di scarto, con i rispettivi intervalli di confidenza, sia in numero che in peso, espresso come rapporto tra frazione scartata e frazione commercializzata.
Infine, sempre per le 5 specie, è stata stimata, su base stagionale, la taglia alla quale il 50% degli organismi catturati sono stati catturati, adattando i dati sperimentali ad una funzione logistica.
Sulla base dei tassi di scarto ottenuti, a partire dalle statistiche ufficiali disponibili per lo sbarcato commerciale per la Toscana, è stata stimata la biomassa totale catturata, sia a livello totale, sia per ciascuna delle 5 specie.
Tesi sperimentale
Candidata: CLAUDIA CALA’ n. matricola:
Nell’ambito della pesca commerciale, lo scarto si sostanzia di fauna marina salpata a bordo e restituita successivamente in mare; lo scarto può includere, oltre a specie di scarso o nullo interesse economico, anche quelle commerciali. Recenti stime FAO riportano che intorno al 15% della biomassa totale catturata a livello mondiale viene rigettata a mare.
Le ragioni che portano allo scarto riguardano aspetti regolamentari (specie sotto la taglia minima legale), economici (basso valore commerciale), tecnologico (caratteristiche degli attrezzi), biologici (struttura demografica delle specie), ambientali (ad esempio, le condizioni climatiche che condizionano le pratiche di smistamento a bordo). Gli scarti rappresentano un elemento non trascurabile e sullo sfruttamento delle risorse, sull’impatto ambientale della pesca ed anche sull’economia ittica (perdite in termini di produttività).
La pesca a strascico è indubbiamente la tipologia di pesca sono responsabili dei maggiori tassi di scarto mondiali. La pesca a strascico è largamente utilizzata nel Mediterraneo ed è caratterizzata da scarsa selettività e multi specificità delle catture. di questa tipologia di pesca. Stime di scarto per la pesca a strascico mediterranea riportano una frazione di rigetti che va dal 20 al 70% sul totale della biomassa catturata.
La riduzione o eliminazione degli scarti è uno degli aspetti fondamentali dell’approccio ecosistemico per la gestione della pesca raccomandato dalla FAO. Anche la recente riforma della PCP (Politica Comune della Pesca) ha come obiettivo la progressiva eliminazione degli scarti (almeno per le specie sottoposte ad obbligo di taglia minima), attraverso l’introduzione dell’obbligo di sbarco (“Landing obligation”). Il provvedimento, che sarà gradualmente introdotto a partire dal 2015 fino al 2019, e verrà applicato in base al tipo di pesca, avvalendosi di piani specifici pluriennali. E’ pertanto importante aumentare le informazioni disponibili sulle pratiche di scarto in mediterraneo, al fine di fornire elementi utili per una applicazione efficace dei nuovi regolamenti comunitari.
In questo contesto è stato svolto il presente lavoro di tesi, avente il principale obiettivo di caratterizzare lo sfruttamento, con particolare riferimento allo scarto, della pesca a strascico condotta sulla scarpata continentale del Mar Tirreno Settentrionale. Gli obiettivi specifici dello studio sono i seguenti:
- caratterizzare la composizione faunistica delle catture (in termini di frazione commerciale e scartata);
- valutare con un confronto tra le stagioni eventuali variazioni dei rendimenti per la frazione scartata e commerciale;
- caratterizzare lo scarto (distinguere i tipi di scarto in base alle cause);
Per un pool di specie, il nasello, Merluccius merluccius,il gambero rosa, Parapenaeus longirostris,, lo scampo, Nephrops norvegicus, la mostella di fondale, Phicys blennoides ed il gattuccio boccanera, Galeus melastomus, scelte tra le più rappresentative in termini di biomassa e di importanza commerciale sono state effettuate le seguenti analisi:
- stimate le frazioni commerciali e scartate;
- stimate le taglie alle quali il 50% degli organismi catturati vengono scartati.
Un ultimo obiettivo, attraverso le stime dei tassi di scarto per gruppo faunistico e per specie, è stato quello di valutare la biomassa totale catturata, sulla base delle statistiche ufficiali di sbarcato disponibili.
Come modello di riferimento per il presente lavoro di tesi, è stato svolto un monitoraggio dell’attività di pesca commerciale, raccogliendo dati tramite osservazioni a bordo, di un peschereccio a strascico commerciale appartenente alla marineria di Porto Ercole (GR) ed operante nella scarpata continentale del Mar Tirreno settentrionale. L’attività di pesca monitorata si svolge ad una batimetria media di 400 m ed è mirata principalmente allo sfruttamento di crostacei come P. longirostris e N. norvegicus e di pesci come M. merluccius e P. blennoides). Il disegno di campionamento ha previsto la raccolta dati per almeno 3 cale commerciali (repliche) per stagione, nel biennio 2012-2013. In totale sono stati realizzati 34 imbarchi: per ciascuna cala sono stati raccolti dati (numero e peso per ciascuna specie) sia sulla frazione commercializzata che su quella destinata ad essere scartata. Un campione dello scarto per ciascuna cala è successivamente stato analizzato in laboratorio per determinarne la composizione faunistica a livello di specie.
Per le 5 specie sopramenzionate sono stati rilevati dati sulla struttura in taglie (sia del commerciale che dello scarto), misurando (per i pesci: lunghezza totale, al mezzo cm inferiore; per i crostacei: lunghezza del carapace al mm inferiore) campioni della cattura di ciascuna cala.
Tutti i dati raccolti sono stati informatizzati utilizzando un supporto appositamente preparato. Prima delle analisi si è proceduto alla standardizzazione dei dati, rapportandoli all’ora di pesca oppure al Km2 (utilizzando in questo caso il metodo dell’area strascicata), per ottenere indici di biomassa e di abbondanza. La cattura a livello di taxon, è stata studiata per le seguenti frazioni: specie commerciali, scarto di specie commerciale soggette a taglia minima, scarto di altre specie commerciali, scarto di specie non commerciali.
Sono state catturate 123 specie in totale, la maggior parte appartenenti ai taxa Condroitti, Osteitti, Crostacei e Gasteropodi. E’ stata evidenziata una cospicua frazione di specie appartenenti allo scarto di tipo commerciale (soprattutto per Osteitti e Condroitti) e di specie sottoposte a taglia minima (Osteitti e Crostacei).
Dai primi risultati, è emerso che tra il 30 ed il 50% della cattura totale è costituita da scarto e che questo è composto principalmente da specie senza valore commerciale.
I tassi di scarto, sia in biomassa che in abbondanza, sono risultati bassi per P. longirostris e per N. norvegicus, leggermente più elevati per M. merluccius. Per le tre specie lo scarto è imputabile alla presenza della taglia minima legale. Lo scarto ha mostrato valori maggiori in coincidenza con la stagione con la maggiore presenza di esemplari di piccole dimensioni (reclutamento).
Per la specie P. blennoides lo scarto ha riguardato la frazione preponderante della cattura, sia in numero che in peso. Questo è dovuto alla massiccia presenza di esemplari di piccole-medie dimensioni (sotto 25 cm di lunghezza totale), che non sono apprezzati dal mercato.
Per il gattuccio, G. melastomus, la quasi totalità delle catture è stata scartata, a causa dello scarso valore commerciale della specie.
La verifica della significatività di eventuali differenze tra frazione commercializzata (C) e scartata (S), nonché di eventuali differenze stagionali, sia a livello di cattura totale, di gruppi faunistici e di ciascuna delle sei specie oggetto di indagine, è stata valutata per mezzo del non parametrico Kruskall Wallis. Per ciascuna delle 5 specie oggetto di studio è stato stimato il tasso di scarto, con i rispettivi intervalli di confidenza, sia in numero che in peso, espresso come rapporto tra frazione scartata e frazione commercializzata.
Infine, sempre per le 5 specie, è stata stimata, su base stagionale, la taglia alla quale il 50% degli organismi catturati sono stati catturati, adattando i dati sperimentali ad una funzione logistica.
Sulla base dei tassi di scarto ottenuti, a partire dalle statistiche ufficiali disponibili per lo sbarcato commerciale per la Toscana, è stata stimata la biomassa totale catturata, sia a livello totale, sia per ciascuna delle 5 specie.
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