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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08022021-162314


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
SCOPPETTUOLO, ELENA
URN
etd-08022021-162314
Titolo
Ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza: un'indagine tra teoria e prassi
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Gargani, Alberto
Parole chiave
  • Art. 2638 c.c.
Data inizio appello
27/09/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/09/2091
Riassunto
Sono plurime le ragioni che inducono, a diciannove anni dall’introduzione dell’art. 2638 c.c., ad una nuova riflessione sul delitto di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, un reato societario del tutto singolare, invero forse difficilmente etichettabile come tale se non fosse per la sua collocazione sistematica.
Quella tipizzata dal legislatore è una condotta che nella concreta esperienza del mercato riveste un ruolo strategico nella trama criminale tessuta dai vertici societari, posto che nella quasi totalità dei casi è la commissione di altri e spesso più gravi reati l’occasione o il movente dell’elusione della vigilanza.
Un altro - e più rilevante motivo – alla base del rinnovato interesse nei confronti di questo reato è legato al fatto che quest’ultimo è “sbarcato in provincia”, non riguardando più solo le grandi piazze finanziarie, ma anche i ben più numerosi istituti bancari o finanziari di dimensioni più circoscritte operanti in ambito locale o regionale.
La fattispecie, cioè, è una delle norme maggiormente ricorrenti nella prassi applicativa degli ultimi anni, non più legata, come in origine, ai soli grandi scandali di rinomati gruppi bancari italiani.
Tuttavia, la sua inconfutabile natura sintomatica e la sua utile funzione di “indicatore” si confrontano con una formulazione problematica, di inusitata latitudine, per di più accompagnata da una notevole severità sanzionatoria (inferiore solo a quella dell’aggiotaggio e a quella delle false comunicazioni sociali post riforma 2015).
Tutto ciò rende assai sentita l’esigenza di definire con maggiore precisione i confini applicativi di questo importante reato societario, specie a fronte di orientamenti giurisprudenziali ondivaghi, talora opinabili nelle conclusioni.
Scopo della presente tesi sarà proprio quella di analizzare le peculiarità della fattispecie incriminatrice di cui all’art. 2638 c.c., evidenziandone gli aspetti di indeterminatezza e di criticità.
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