Thesis etd-07312018-104254 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
COCCA, SERENA
URN
etd-07312018-104254
Thesis title
Valutazione audiologica ed elettrofisiologica innovativa nel paziente sottoposto ad impianto cocleare.
Department
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Course of study
OTORINOLARINGOIATRIA
Supervisors
relatore Prof. Livi, Walter
Keywords
- dispositivo protesico uditivo
- Health-related Quality of life (HRQoL)
- Impianto Cocleare (IC)
- Italian Matrix Sentence test
- sordità gravi
- sordità profonde
- sostituzione sensoriale uditiva
- valutazione audiological
- valutazione elettrofisiologia
Graduation session start date
04/09/2018
Availability
Withheld
Release date
04/09/2088
Summary
L’ Impianto Cocleare (IC) è un dispositivo protesico di sostituzione sensoriale uditiva, ovvero è il metodo di trattamento delle sordità profonde o di selezionati casi di sordità gravi che non traggono beneficio dall’ausilio protesico. Sebbene tentativi di chirurgia implantologica risalgono agli anni ’60 (House, Simmons), solo nel 1984 la Food and Drug Administration approvava l’utilizzo dell’IC multicanale nell’adulto e, nel 1990, nei bambini di età superiore ai due anni affetti da sordità post-verbale. Da allora, nell’implantologia uditiva si sono verificati straordinari progressi tecnologici che hanno mutato gradualmente il profilo delle indicazioni cliniche, riducendo progressivamente l’età minima necessaria e ampliando le indicazioni audiologiche.
La presente tesi si inserisce all’interno di un’attività di ricerca svolta presso l’UOC di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Otologica dell’Università di Siena, e si propone di valutare le principali innovazioni nella diagnostica audiologica ed elettrofisiologica pre- e post-intervento dei pazienti con sordità post-verbale da grave a profonda candidati all’impianto cocleare, e l’impatto che quest’ultimo può avere in termini di ‘Health-related quality of life’, ovvero di qualità della vita correlata alla salute. Il lavoro è articolato in tre parti.
Nella prima parte sono descritte le principali nozioni morfologiche e funzionali dell’organo dell’udito e dell’apparato vestibolare, fondamentali per poter comprendere a fondo il senso dello studio. In questa sezione è stata descritta in maniera dettagliata l’anatomia chirurgica ‘step by step’ e il percorso diagnostico audiologico nella sua complessità ed eterogeneità, focalizzando l’interesse su recenti innovazioni audiologiche tra cui il Matrix Sentence Test. Tale test a differenza dell’audiometria vocale tradizionale, simula situazioni quotidiane (ascoltando frasi complete nel rumore) e misura la soglia di intellegibilità del parlato nel rumore in maniera rapida ed affidabile risultando uno strumento molto preciso.
Nella seconda parte vengono analizzati gli aspetti tecnici di un IC, le indicazioni e i rischi, le tecniche chirurgiche, i benefici riabilitativi e la natura del follow-up, l’impatto psicologico e pratico nella quotidianità del paziente, e infine, il tema della preservazione dei residui uditivi.
Nella terza parte, infine, viene presentato lo studio clinico che si propone di confrontare il livello di ansia e/o depressione, il grado di disabilità correlato alla vertigine e il funzionamento cognitivo presenti prima e dopo l’intervento di IC, fornendo così una valutazione neuropsicologica di base. È stata studiata inoltre, la correlazione tra i livelli elevati di ansia pre-impianto e le performance pre- e post-operatorie dell’impianto cocleare, misurate principalmente mediante l’Italian Matrix Test. Infine, è stata valutata la correlazione tra l’outcome dell’IC con il Matrix test e la latenza della V onda dell’ABR intraoperatorio.
Tutti i pazienti sono stati esaminati sia sotto il profilo audiologico che vestibolare mediante una batteria di esami eseguiti prima, e ripetuti dopo l’intervento e, alla luce dei risultati ottenuti, è stato possibile definire che l’impianto cocleare, in caso di sordità post-verbale grave-profonda, può offrire miglioramenti significativi in termini di qualità della vita dei pazienti adulti, grazie ad un aumento delle capacità di percezione del parlato nel rumore e di ridotto sforzo di ascolto. Inoltre, in conformità con i dati della letteratura, i nostri risultati hanno dimostrato che l’IC è un'opzione efficace nei pazienti adulti con sordità post-verbale in quanto migliora la disabilità correlata allo stato d’ansia, di tensione o depressione, condizioni che compromettono non solo i rapporti sociali, ma anche la convivenza con il resto dei familiari.
L’IC, dunque, rappresenta il modo con cui il paziente torna ad essere vivo e partecipe della sua vita, e dai risultati del nostro studio, anche il suo livello cognitivo ne ha beneficiato migliorando significativamente dopo l’intervento.
Un altro obiettivo perseguito nello studio, e che dovrebbe essere sempre uno degli obiettivi da tener presente, è stato quello di attuare una procedura il più possibile atraumatica per le strutture cocleari al fine di preservare l’udito residuo e migliorare ulteriormente l’outcome post-operatorio.
Alla luce delle migliori performance uditive post-chirurgiche registrate nei pazienti che presentavano una latenza della V onda inferiore a 4,5 msec, l’EABR, oltre ad essere un’indagine audiologica di indubbio valore, semplice e poco costosa, potrebbe essere usato sistematicamente come biomarker clinico, ovvero come strumento predittivo dell’outcome postoperatorio sia nella popolazione adulta che pediatrica. In futuro, quindi, sarebbe molto interessante proseguire in questa direzione con la ricerca per esempio, delle differenze elettrofisiologiche nei pazienti pediatrici con IC binaurale vs monolaterale, per favorire un follow-up molto più orientato sia per il paziente che per i professionisti del team multidisciplinare.
Lo studio dei potenziali evocati uditivi tronco-encefalici permette di ricercare la soglia uditiva ed eventuali sofferenze del nervo VIII, e più in generale, di indagare la funzionalità del sistema uditivo fino alle porzioni sottocorticali e bulbari. Invece, lo studio delle risposte uditive generate ad un livello più alto, ovvero a livello della corteccia cerebrale, è possibile solo con i potenziali uditivi corticali lenti (SVR), i quali, mediante l’analisi delle latenze e delle traiettorie di P1 e N1, consentono una mappatura di funzionamento completa del sistema uditivo centrale.
Pertanto, il proseguimento di questo studio, attualmente in fase di raccolta dati, è rappresentato dalla introduzione dei potenziali corticali da IC al fine di studiare le vie uditive ad un livello più alto per identificare il miglior ‘timing’ di esecuzione dell’impianto cocleare in termini di deprivazione uditiva nell’adulto, identificare precocemente i possibili “star patients” e monitorare le performance dell’IC in relazione al possibile decadimento cognitivo età-correlato.
La presente tesi si inserisce all’interno di un’attività di ricerca svolta presso l’UOC di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Otologica dell’Università di Siena, e si propone di valutare le principali innovazioni nella diagnostica audiologica ed elettrofisiologica pre- e post-intervento dei pazienti con sordità post-verbale da grave a profonda candidati all’impianto cocleare, e l’impatto che quest’ultimo può avere in termini di ‘Health-related quality of life’, ovvero di qualità della vita correlata alla salute. Il lavoro è articolato in tre parti.
Nella prima parte sono descritte le principali nozioni morfologiche e funzionali dell’organo dell’udito e dell’apparato vestibolare, fondamentali per poter comprendere a fondo il senso dello studio. In questa sezione è stata descritta in maniera dettagliata l’anatomia chirurgica ‘step by step’ e il percorso diagnostico audiologico nella sua complessità ed eterogeneità, focalizzando l’interesse su recenti innovazioni audiologiche tra cui il Matrix Sentence Test. Tale test a differenza dell’audiometria vocale tradizionale, simula situazioni quotidiane (ascoltando frasi complete nel rumore) e misura la soglia di intellegibilità del parlato nel rumore in maniera rapida ed affidabile risultando uno strumento molto preciso.
Nella seconda parte vengono analizzati gli aspetti tecnici di un IC, le indicazioni e i rischi, le tecniche chirurgiche, i benefici riabilitativi e la natura del follow-up, l’impatto psicologico e pratico nella quotidianità del paziente, e infine, il tema della preservazione dei residui uditivi.
Nella terza parte, infine, viene presentato lo studio clinico che si propone di confrontare il livello di ansia e/o depressione, il grado di disabilità correlato alla vertigine e il funzionamento cognitivo presenti prima e dopo l’intervento di IC, fornendo così una valutazione neuropsicologica di base. È stata studiata inoltre, la correlazione tra i livelli elevati di ansia pre-impianto e le performance pre- e post-operatorie dell’impianto cocleare, misurate principalmente mediante l’Italian Matrix Test. Infine, è stata valutata la correlazione tra l’outcome dell’IC con il Matrix test e la latenza della V onda dell’ABR intraoperatorio.
Tutti i pazienti sono stati esaminati sia sotto il profilo audiologico che vestibolare mediante una batteria di esami eseguiti prima, e ripetuti dopo l’intervento e, alla luce dei risultati ottenuti, è stato possibile definire che l’impianto cocleare, in caso di sordità post-verbale grave-profonda, può offrire miglioramenti significativi in termini di qualità della vita dei pazienti adulti, grazie ad un aumento delle capacità di percezione del parlato nel rumore e di ridotto sforzo di ascolto. Inoltre, in conformità con i dati della letteratura, i nostri risultati hanno dimostrato che l’IC è un'opzione efficace nei pazienti adulti con sordità post-verbale in quanto migliora la disabilità correlata allo stato d’ansia, di tensione o depressione, condizioni che compromettono non solo i rapporti sociali, ma anche la convivenza con il resto dei familiari.
L’IC, dunque, rappresenta il modo con cui il paziente torna ad essere vivo e partecipe della sua vita, e dai risultati del nostro studio, anche il suo livello cognitivo ne ha beneficiato migliorando significativamente dopo l’intervento.
Un altro obiettivo perseguito nello studio, e che dovrebbe essere sempre uno degli obiettivi da tener presente, è stato quello di attuare una procedura il più possibile atraumatica per le strutture cocleari al fine di preservare l’udito residuo e migliorare ulteriormente l’outcome post-operatorio.
Alla luce delle migliori performance uditive post-chirurgiche registrate nei pazienti che presentavano una latenza della V onda inferiore a 4,5 msec, l’EABR, oltre ad essere un’indagine audiologica di indubbio valore, semplice e poco costosa, potrebbe essere usato sistematicamente come biomarker clinico, ovvero come strumento predittivo dell’outcome postoperatorio sia nella popolazione adulta che pediatrica. In futuro, quindi, sarebbe molto interessante proseguire in questa direzione con la ricerca per esempio, delle differenze elettrofisiologiche nei pazienti pediatrici con IC binaurale vs monolaterale, per favorire un follow-up molto più orientato sia per il paziente che per i professionisti del team multidisciplinare.
Lo studio dei potenziali evocati uditivi tronco-encefalici permette di ricercare la soglia uditiva ed eventuali sofferenze del nervo VIII, e più in generale, di indagare la funzionalità del sistema uditivo fino alle porzioni sottocorticali e bulbari. Invece, lo studio delle risposte uditive generate ad un livello più alto, ovvero a livello della corteccia cerebrale, è possibile solo con i potenziali uditivi corticali lenti (SVR), i quali, mediante l’analisi delle latenze e delle traiettorie di P1 e N1, consentono una mappatura di funzionamento completa del sistema uditivo centrale.
Pertanto, il proseguimento di questo studio, attualmente in fase di raccolta dati, è rappresentato dalla introduzione dei potenziali corticali da IC al fine di studiare le vie uditive ad un livello più alto per identificare il miglior ‘timing’ di esecuzione dell’impianto cocleare in termini di deprivazione uditiva nell’adulto, identificare precocemente i possibili “star patients” e monitorare le performance dell’IC in relazione al possibile decadimento cognitivo età-correlato.
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