Tesi etd-07272022-105853 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
PICARIELLO, SARA
URN
etd-07272022-105853
Titolo
Impatto della pubblicazione delle linee guida italiane sulla gestione dei bambini ricoverati per bronchiolite presso la Clinica Pediatrica di Pisa
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
PEDIATRIA
Relatori
relatore Di Cicco, Maria Elisa
Parole chiave
- bambini
- Bronchiolite
- linee guida
- Virus respiratorio sinciziale
Data inizio appello
06/09/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/09/2092
Riassunto
La bronchiolite è la principale causa di infezione delle vie aeree inferiori nei bambini con meno di 1 anno di età. Generalmente la bronchiolite è un infezione autolimitantesi, che va incontro a risoluzione spontanea nel giro di qualche giorno; in alcuni bambini, però, il decorso può essere severo, richiedendo ospedalizzazione e, talora un supporto ventilatorio in Unità di terapia intensiva (1). Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) rappresenta il principale agente eziologico della bronchiolite, in grado di determinare ogni anno a livello mondiale circa 33 milioni di casi, 1.4 milioni di ricoveri e oltre 27000 decessi (2). Bambini con fattori di rischio pre-esistenti, quali prematurità, displasia broncopolmonare, difetti cardiaci congeniti e immunodeficienza sono particolarmente a rischio di forme di bronchiolite grave.
La diagnosi clinica della bronchiolite si basa principalmente sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. La diagnosi eziologica, attraverso la ricerca dell’agente patogeno coinvolto, mediante tampone nasale, ha un ruolo nel ridurre la trasmissione intraospedaliera, ma non nella scelta del trattamento che ad oggi sappiamo consistere essenzialmente in una terapia di supporto (3)
Al fine di garantire un approccio diagnostico-terapeutico il più appropriato possibile, negli anni sono state rese disponibili molte linee guida a livello internazionale e, nel 2014, è stata pubblicata anche una consensus italiana che ha visto la partecipazione di tutte le principali società scientifiche nazionali, che hanno proposto una linea di condotta univoca nella gestione di questa patologia sulla base delle più recenti evidenze scientifiche (4).
Il nostro studio ha avuto come scopo proprio quello di andare a valutare l’impatto della pubblicazione delle raccomandazioni italiane nel 2014 sulla gestione delle bronchioliti in ambito ospedaliero, analizzando in maniera retrospettiva una casistica di bambini ricoverati per tale condizione presso la Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP) negli ultimi 10 anni prima dell’arrivo della pandemia da SARS-CoV-2, e confrontando gli approcci diagnostico terapeutici in epoca pre e post pubblicazione del documento.
Dai nostri dati è emerso come la pubblicazione e la diffusione delle linee guida italiane nel 2014 abbia contribuito decisamente a modificare l’approccio diagnostico-terapeutico in questi bambini. In particolare, si è assistito alla riduzione delle prescrizioni di terapia corticosteroidea sistemica sia prima che durante il ricovero, mentre sono stati progressivamente introdotti nella pratica clinica l’ossigenoterapia ad alti flussi e la somministrazione della soluzione salina ipertonica per via aerosolica. Invece, sebbene, l’impiego di antibiotici e broncodilatatori non sia raccomandato dalle linee guida, il ricorso a questi farmaci non ha subito cambiamenti significativi. E’ emerso, inoltre, che, in accordo con le linee guida, si è nettamente ridotto il ricorso alla radiografia del torace e agli esami ematochimici nei bambini ricoverati con bronchiolite.
La pubblicazione delle linee guida italiane del 2014 ha quindi contribuito a modificare la gestione diagnostico-terapeutica intraospedaliera dei pazienti ricoverati per bronchiolite, ma sicuramente saranno necessarie ulteriori ricerche per migliorare ulteriormente la sua appropriatezza, in attesa che la ricerca permetta di individuare nuove e più efficaci strategie di prevenzione e di terapia.
La diagnosi clinica della bronchiolite si basa principalmente sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. La diagnosi eziologica, attraverso la ricerca dell’agente patogeno coinvolto, mediante tampone nasale, ha un ruolo nel ridurre la trasmissione intraospedaliera, ma non nella scelta del trattamento che ad oggi sappiamo consistere essenzialmente in una terapia di supporto (3)
Al fine di garantire un approccio diagnostico-terapeutico il più appropriato possibile, negli anni sono state rese disponibili molte linee guida a livello internazionale e, nel 2014, è stata pubblicata anche una consensus italiana che ha visto la partecipazione di tutte le principali società scientifiche nazionali, che hanno proposto una linea di condotta univoca nella gestione di questa patologia sulla base delle più recenti evidenze scientifiche (4).
Il nostro studio ha avuto come scopo proprio quello di andare a valutare l’impatto della pubblicazione delle raccomandazioni italiane nel 2014 sulla gestione delle bronchioliti in ambito ospedaliero, analizzando in maniera retrospettiva una casistica di bambini ricoverati per tale condizione presso la Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP) negli ultimi 10 anni prima dell’arrivo della pandemia da SARS-CoV-2, e confrontando gli approcci diagnostico terapeutici in epoca pre e post pubblicazione del documento.
Dai nostri dati è emerso come la pubblicazione e la diffusione delle linee guida italiane nel 2014 abbia contribuito decisamente a modificare l’approccio diagnostico-terapeutico in questi bambini. In particolare, si è assistito alla riduzione delle prescrizioni di terapia corticosteroidea sistemica sia prima che durante il ricovero, mentre sono stati progressivamente introdotti nella pratica clinica l’ossigenoterapia ad alti flussi e la somministrazione della soluzione salina ipertonica per via aerosolica. Invece, sebbene, l’impiego di antibiotici e broncodilatatori non sia raccomandato dalle linee guida, il ricorso a questi farmaci non ha subito cambiamenti significativi. E’ emerso, inoltre, che, in accordo con le linee guida, si è nettamente ridotto il ricorso alla radiografia del torace e agli esami ematochimici nei bambini ricoverati con bronchiolite.
La pubblicazione delle linee guida italiane del 2014 ha quindi contribuito a modificare la gestione diagnostico-terapeutica intraospedaliera dei pazienti ricoverati per bronchiolite, ma sicuramente saranno necessarie ulteriori ricerche per migliorare ulteriormente la sua appropriatezza, in attesa che la ricerca permetta di individuare nuove e più efficaci strategie di prevenzione e di terapia.
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