Tesi etd-07272010-121059 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CEPPODOMO, ALICE
URN
etd-07272010-121059
Titolo
La prima ricezione di Der Untergang des Abendlandes di Oswald Spengler in Austria, nello specchio dell'opera di Robert Musil
Dipartimento
INTERFACOLTA'
Corso di studi
LETTERATURE E FILOLOGIE EUROPEE
Relatori
relatore Prof. Crescenzi, Luca
Parole chiave
- erfahrung
- filosofia austriaca
- geist
- musil
- spengler
Data inizio appello
20/09/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/09/2050
Riassunto
La presente tesi si propone di indagare le cause e i termini del confronto di Robert Musil con la più celebre opera di Oswald Spengler, Der Untergang des Abendlandes; si propone, quindi, di comprendere, con esattezza, dove risiede l'avversione – se si può usare questo temine – del primo verso il secondo e da dove essa scaturisca. L'interrogativo nasce da una semplicissima osservazione: i temi del confronto (che vertono principalmente sul fenomeno civilizzatorio, ovvero sulla situazione spirituale europea prima e dopo la Grande Guerra) non rimangono circoscritti ai luoghi testuali in cui Musil "attacca" Spengler, ma si estendono su un ampio settore della produzione musiliana, inclusa la “neblige Masse” di Der Mann ohne Eigenschaften. Da questa osservazione preliminare è nato il desiderio di vedere più chiaro nello scontro ideologico e, soprattutto, metodologico. Come scopriremo, la questione si spinge ben oltre a quella di un divario personale fra due pensatori – spesso nel testo Musil verrà indicato come pensatore – e tange il problema epocale. Spengler, per Musil, non è solo Oswald Spengler, un filosofo tedesco nato nel 1880 e morto nel 1936, ma rappresenta un fenomeno contemporaneo: in Der Untergang des Abendlandes, Musil vede confluire tutta una serie di errori filosofici e gnoseologici. In fondo, a Musil non preme contestare Spengler in sé, ma contestare in lui il tempo presente. Da questo sunto di partenza, tuttavia, emergeranno delle contraddizioni. Sotto alcuni aspetti, il pensiero dei due si fa, inaspettatamente, vicino: quando le manifestazioni della cultura contemporanea si incanalano sempre più nel processo di razionalizzazione e parcellizzazione del sapere, Musil e Spengler contemplano l'abbattimento di ogni barriera interdisciplinare, e coltivano il desiderio di unificazione di diverse forme del sapere.
Tuttavia, dopo aver iniziato la disamina del confronto attraverso l'analisi dei testi di Robert Musil, è sorta una lacuna ermeneutica sul piano della filosofia mitteleuropea; di conseguenza, sotto suggerimento del prof. Luca Crescenzi, relatore di questa tesi, è stata condotta una ricerca sulla ricezione del pensiero di Spengler in Austria – qui, appunto, si collocava la lacuna –, o meglio su quell'atmosfera culturale sopravvissuta, suo modo, alla disgregazione dell'Impero absburgico. Al fine di situare con maggiore precisione la collocazione della morfologia spengleriana all'interno della produzione letteraria austriaca degli anni Venti, si è preferito muovere da un inquadramento di carattere più generale, filosofico e socio-politico; in tal modo, la ricerca letteraria è stata contestualizzata con un respiro molto ampio anche nel tempo, prendendo in considerazione l'evoluzione del pensiero e della politica sin dal periodo fin-de-siècle.
La composizione del presente lavoro si è svolta, pertanto, a ritroso. Nel primo capitolo si troverà l'indagine generale sulla ricezione di Spengler in Austria. Il secondo capitolo svolge la funzione di fornire le informazioni necessarie, biografiche e culturali, riguardo ai due protagonisti del confronto; mentre nel terzo saranno motivo di approfondimento le rispettive elaborazioni filosofiche di Musil e di Spengler. Il quarto e il quinto capitolo, infine, si occupano dei termini con cui Musil si esprime su Spengler e il suo sistema filosofico, prima nello specchio della produzione saggistica e poi della produzione romanzesca.
Un ultima parola sulla scelta, personale, di approfondire le due figure intellettuali di Musil e di Spengler. Robert Musil affascina, senz'altro, per la sua acutissima intelligenza, e per una scrittura densa, spesso così piena di sottintesi da risultare arcana o, paradossalmente, “stupida”. Oswald Spengler è una figura filosofica che, probabilmente, viene dileggiata con troppa facilità. Al di là di un giudizio di valore sulle sue opinioni o sulla morfologia, la cosa che colpisce di Spengler è il suo anticonformismo. In poche parole, siamo di fronte a un filosofo che si cimenta con la sistematica a Novecento inoltrato, senza tenere conto della parabola, ormai calata, dei grandi sistemi di pensiero e, così almeno sembra, ignorando la rivoluzione gnoseologica di Nietzsche. Inoltre, questa sorta di paradossale anticonformismo si riverbera anche sul piano ideologico: Spengler, malgrado il suo forte conservatorismo e la sua intima ambizione politica, si ritira in un baleno dalla scena pubblica davanti alla possibilità di una carriera nel regime nazionalsocialista.
Tuttavia, dopo aver iniziato la disamina del confronto attraverso l'analisi dei testi di Robert Musil, è sorta una lacuna ermeneutica sul piano della filosofia mitteleuropea; di conseguenza, sotto suggerimento del prof. Luca Crescenzi, relatore di questa tesi, è stata condotta una ricerca sulla ricezione del pensiero di Spengler in Austria – qui, appunto, si collocava la lacuna –, o meglio su quell'atmosfera culturale sopravvissuta, suo modo, alla disgregazione dell'Impero absburgico. Al fine di situare con maggiore precisione la collocazione della morfologia spengleriana all'interno della produzione letteraria austriaca degli anni Venti, si è preferito muovere da un inquadramento di carattere più generale, filosofico e socio-politico; in tal modo, la ricerca letteraria è stata contestualizzata con un respiro molto ampio anche nel tempo, prendendo in considerazione l'evoluzione del pensiero e della politica sin dal periodo fin-de-siècle.
La composizione del presente lavoro si è svolta, pertanto, a ritroso. Nel primo capitolo si troverà l'indagine generale sulla ricezione di Spengler in Austria. Il secondo capitolo svolge la funzione di fornire le informazioni necessarie, biografiche e culturali, riguardo ai due protagonisti del confronto; mentre nel terzo saranno motivo di approfondimento le rispettive elaborazioni filosofiche di Musil e di Spengler. Il quarto e il quinto capitolo, infine, si occupano dei termini con cui Musil si esprime su Spengler e il suo sistema filosofico, prima nello specchio della produzione saggistica e poi della produzione romanzesca.
Un ultima parola sulla scelta, personale, di approfondire le due figure intellettuali di Musil e di Spengler. Robert Musil affascina, senz'altro, per la sua acutissima intelligenza, e per una scrittura densa, spesso così piena di sottintesi da risultare arcana o, paradossalmente, “stupida”. Oswald Spengler è una figura filosofica che, probabilmente, viene dileggiata con troppa facilità. Al di là di un giudizio di valore sulle sue opinioni o sulla morfologia, la cosa che colpisce di Spengler è il suo anticonformismo. In poche parole, siamo di fronte a un filosofo che si cimenta con la sistematica a Novecento inoltrato, senza tenere conto della parabola, ormai calata, dei grandi sistemi di pensiero e, così almeno sembra, ignorando la rivoluzione gnoseologica di Nietzsche. Inoltre, questa sorta di paradossale anticonformismo si riverbera anche sul piano ideologico: Spengler, malgrado il suo forte conservatorismo e la sua intima ambizione politica, si ritira in un baleno dalla scena pubblica davanti alla possibilità di una carriera nel regime nazionalsocialista.
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