Tesi etd-07252016-174913 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SALANI, FRANCESCA
URN
etd-07252016-174913
Titolo
Epidemia da N. meningitidis gruppo C in Toscana: caratteristiche epidemiologiche, cliniche ed approcci terapeutici
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Menichetti, Francesco
Parole chiave
- 2015-2016
- andamento clinico
- epidemia toscana
- genotipo ST11
- Neisseria meningitidis
- outcome.
- sepsi
- studio osservazionale retrospettivo
- timing terapeutico
Data inizio appello
20/09/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/09/2086
Riassunto
Nonostante in Italia, come in Europa, le Malattie Meningococciche Invasive siano rare, nel biennio 2015-2016 la Regione Toscana è stata interessata da un outbreak epidemico di infezioni da Neisseria meningitidis sierogruppo C genotipo ST-11, come precedentemente avvenuto in Francia, Germania e Norvegia. Tale epidemia si è caratterizzata per una elevata letalità (22%) e ha avuto un forte impatto sull'opinione pubblica e sull'ambito sanitario.
Il presente studio analizza in modo retrospettivo la caratteristiche epidemiologiche, cliniche, laboratoristiche e microbiologiche di 32 casi toscani (per problemi burocratici non è stato possibile descrivere l'intera epidemiologia costituita di 50 casi) e li confronta, attraverso un'analisi statistica comparativa, con un campione napoletano costituito dai 35 casi di Malattie Meningococciche Invasive registrati nello stesso biennio presso l'Ospedale Cotugno di Napoli, centro di riferimento per le emergenze-urgenze infettivologiche.
Il caso toscano si distingue per la maggior proporzione di sierogruppi C fra i meningococchi isolati, di pazienti che hanno presentato sepsi o porpora fulminante, di utilizzo in terapia di metodiche di clearence della sepsi (quali Coupled Plasma Filtration Adsorption) e per l'età media inusualmente elevata della popolazione colpita. \par
Tutte queste variabili, a meno dell'utilizzo della CPFA, risultano effettivamente associate a una letalità maggiore; sono inoltre confermate quali fattori di rischio per un outcome negativo le variabili già note in letteratura che descrivono la maggior gravità del quadro clinico (porpora fulminante, shock settico, lattati elevati, Multi Organ Failure, valori elevati di procalcitonina).
Il dato sulla letalità è contrastante: nel setting delle porpore fulminanti va dallo 0% di alcune aree al 100% di altre. Tuttavia poiché non sono state individuate lacune nell'approccio terapeutico, sia empirico che mirato, la misura più efficace per limitare la mortalità dell'infezione resta la vaccinazione.
Il presente studio analizza in modo retrospettivo la caratteristiche epidemiologiche, cliniche, laboratoristiche e microbiologiche di 32 casi toscani (per problemi burocratici non è stato possibile descrivere l'intera epidemiologia costituita di 50 casi) e li confronta, attraverso un'analisi statistica comparativa, con un campione napoletano costituito dai 35 casi di Malattie Meningococciche Invasive registrati nello stesso biennio presso l'Ospedale Cotugno di Napoli, centro di riferimento per le emergenze-urgenze infettivologiche.
Il caso toscano si distingue per la maggior proporzione di sierogruppi C fra i meningococchi isolati, di pazienti che hanno presentato sepsi o porpora fulminante, di utilizzo in terapia di metodiche di clearence della sepsi (quali Coupled Plasma Filtration Adsorption) e per l'età media inusualmente elevata della popolazione colpita. \par
Tutte queste variabili, a meno dell'utilizzo della CPFA, risultano effettivamente associate a una letalità maggiore; sono inoltre confermate quali fattori di rischio per un outcome negativo le variabili già note in letteratura che descrivono la maggior gravità del quadro clinico (porpora fulminante, shock settico, lattati elevati, Multi Organ Failure, valori elevati di procalcitonina).
Il dato sulla letalità è contrastante: nel setting delle porpore fulminanti va dallo 0% di alcune aree al 100% di altre. Tuttavia poiché non sono state individuate lacune nell'approccio terapeutico, sia empirico che mirato, la misura più efficace per limitare la mortalità dell'infezione resta la vaccinazione.
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