Tesi etd-07232018-115605 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
PASTORE, ALBERTO
URN
etd-07232018-115605
Titolo
Fattori predittivi di eventi tromboembolici nel paziente oncologico portatore di CVC port: studio clinico.
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ANESTESIA, RIANIMAZIONE, TERAPIA INTENSIVA E DEL DOLORE
Relatori
relatore Prof. Forfori, Francesco
relatore Dott.ssa Paolicchi, Adriana
relatore Dott.ssa Paolicchi, Adriana
Parole chiave
- catetere venoso centrale
- paziente oncologico
- port
- rischio tromboembolico
Data inizio appello
09/08/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il paziente oncologico sottoposto a chemioterapia necessita molto spesso di un accesso venoso efficiente per diversi mesi o anni. I farmaci chemioterapici, nella maggior parte dei casi, impongono un accesso diretto alle vene di grosso calibro, in quanto le loro caratteristiche in termini di pH, osmolarità e le loro proprietà urticanti o vescicanti ne controindicano l’ infusione in vena periferica. Questo accesso diretto alle vene di grosso calibro è possibile tramite un catetere venoso centrale (CVC). Il port è un tipo di CVC totalmente impiantatile, il che lo rende particolarmente adatto all’ utilizzo nel paziente oncologico, il quale ha una prospettiva di terapia di lungo termine; in tal modo, si ha un impatto sicuramente minore sulle attività della vita quotidiana e sulla vita di relazione.
Generalmente, il paziente oncologico che ha posizionato un CVC non intraprende alcuna terapia anticoagulante a scopo profilattico, sebbene la presenza del dispositivo lo esponga ad un rischio tromboembolico maggiore, che va a sommarsi al già più alto rischio di base del paziente oncologico.
L’ obiettivo di questo studio è di valutare l’ incidenza di eventi tromboembolici associati al posizionamento e alla presenza del port e di identificare un sottogruppo di pazienti ad alto rischio di sviluppare tali complicanze, suscettibili di tromboprofilassi dopo aver posizionato il dispositivo.
Generalmente, il paziente oncologico che ha posizionato un CVC non intraprende alcuna terapia anticoagulante a scopo profilattico, sebbene la presenza del dispositivo lo esponga ad un rischio tromboembolico maggiore, che va a sommarsi al già più alto rischio di base del paziente oncologico.
L’ obiettivo di questo studio è di valutare l’ incidenza di eventi tromboembolici associati al posizionamento e alla presenza del port e di identificare un sottogruppo di pazienti ad alto rischio di sviluppare tali complicanze, suscettibili di tromboprofilassi dopo aver posizionato il dispositivo.
File
Nome file | Dimensione |
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Fattori_..._port.pdf | 328.85 Kb |
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