Tesi etd-07222014-101416 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
ORLANDI, CECILIA
URN
etd-07222014-101416
Titolo
Influenza del ristagno idrico sulla produzione dei cereali autunno-vernini
Settore scientifico disciplinare
AGR/02
Corso di studi
SCIENZE AGRARIE E VETERINARIE
Relatori
tutor Prof. Masoni, Alessandro
Parole chiave
- cereali autunno-vernini
- produzione cereali
- ristagno idrico
Data inizio appello
17/09/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il ristagno idrico è uno dei maggiori fattori di stress per le piante coltivate e il danno che provoca ha effetti marcati sulla crescita, sullo sviluppo e sulla produzione delle colture agrarie; in particolare, per i cereali autunno-vernini, il danno più importante è la riduzione della produzione di granella. Tale riduzione è riconducibile a diminuzioni del numero di piante per unità di superficie, del tasso di accestimento, del tasso di formazione delle spighette e, conseguentemente, del numero di cariossidi per spiga e del peso delle singole cariossidi. L’intensità del danno è dipendente dal genotipo, dallo stadio fenologico in cui si trova la coltura al momento del ristagno idrico e dalla durata del ristagno stesso.
Al fine di valutare gli effetti del ristagno idrico sul frumento duro, sul frumento tenero e sull’orzo, sono state impostate due sperimentazioni: una volta a studiare l’effetto del ristagno idrico sulla germinabilità e sul tempo medio di germinazione dei semi e l’altra sulla produzione granellare delle tre specie indicate. Le modificazioni della germinabilità e del tempo medio di germinazione sono state studiate su 10 cultivar, in ambiente controllato e attuando periodi di ristagno idrico della durata di 0, 3, 6, 9, 12 e 15 giorni mentre le modificazioni sulla produzione granellare sono state studiate in condizioni di piena aria (in vaso) ed in due anni differenti. Il primo anno due cultivar per ciascuna specie sono state sottoposte a condizioni di ristagno idrico superficiale di durata pari a 0, 4, 8, 12, 16, 20 d mentre il secondo anno sono stati applicati tempi di ristagno di durata superiore (0, 20, 40 e 60 d). In entrambi gli anni di studio il ristagno idrico superficiale è stato realizzato in corrispondenza delle fasi di 3a e 4a foglia completamente estese.
Dai risultati ottenuti è emerso che il ristagno idrico determina una riduzione della germinabilità dei semi fino al suo completo azzeramento e che le tre specie considerate mostrano un diverso grado di tolleranza a tale condizione. Inoltre, all’interno di una stessa specie, le cultivar mostrano un diverso grado di sensibilità. Oltre alla riduzione della germinabilità, il ristagno idrico subito dopo la semina determina un allungamento del tempo di germinazione esponendo i semi a rischi associati alla proliferazione di muffe e batteri. In tutte e tre le specie, il ristagno idrico realizzato in corrispondenza delle fasi di 3a e 4a foglia completamente estese, determina una riduzione della produzione di granella che risulta significativa con 20 giorni di ristagno idrico e di entità diversa per le tre specie considerate.
Alla luce dei risultati ottenuti è evidente che, per tutte e tre le specie, la germinazione è la fase più sensibile al ristagno idrico, anche di breve durata, rendendo quindi necessario impedire l’insorgenza di questa condizione di stress nelle fasi più sensibili delle colture, in particolare subito dopo la semina.
Al fine di valutare gli effetti del ristagno idrico sul frumento duro, sul frumento tenero e sull’orzo, sono state impostate due sperimentazioni: una volta a studiare l’effetto del ristagno idrico sulla germinabilità e sul tempo medio di germinazione dei semi e l’altra sulla produzione granellare delle tre specie indicate. Le modificazioni della germinabilità e del tempo medio di germinazione sono state studiate su 10 cultivar, in ambiente controllato e attuando periodi di ristagno idrico della durata di 0, 3, 6, 9, 12 e 15 giorni mentre le modificazioni sulla produzione granellare sono state studiate in condizioni di piena aria (in vaso) ed in due anni differenti. Il primo anno due cultivar per ciascuna specie sono state sottoposte a condizioni di ristagno idrico superficiale di durata pari a 0, 4, 8, 12, 16, 20 d mentre il secondo anno sono stati applicati tempi di ristagno di durata superiore (0, 20, 40 e 60 d). In entrambi gli anni di studio il ristagno idrico superficiale è stato realizzato in corrispondenza delle fasi di 3a e 4a foglia completamente estese.
Dai risultati ottenuti è emerso che il ristagno idrico determina una riduzione della germinabilità dei semi fino al suo completo azzeramento e che le tre specie considerate mostrano un diverso grado di tolleranza a tale condizione. Inoltre, all’interno di una stessa specie, le cultivar mostrano un diverso grado di sensibilità. Oltre alla riduzione della germinabilità, il ristagno idrico subito dopo la semina determina un allungamento del tempo di germinazione esponendo i semi a rischi associati alla proliferazione di muffe e batteri. In tutte e tre le specie, il ristagno idrico realizzato in corrispondenza delle fasi di 3a e 4a foglia completamente estese, determina una riduzione della produzione di granella che risulta significativa con 20 giorni di ristagno idrico e di entità diversa per le tre specie considerate.
Alla luce dei risultati ottenuti è evidente che, per tutte e tre le specie, la germinazione è la fase più sensibile al ristagno idrico, anche di breve durata, rendendo quindi necessario impedire l’insorgenza di questa condizione di stress nelle fasi più sensibili delle colture, in particolare subito dopo la semina.
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