Tesi etd-07212008-183200 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CUCINI, SARA
URN
etd-07212008-183200
Titolo
Monasteri femminili nella Toscana Occidentale tra storia e archeologia
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
Relatore Prof. Milanese, Marco
Relatore Prof.ssa Ceccarelli Lemut, Maria Luisa
Relatore Dott.ssa Baldassarri, Monica
Relatore Prof.ssa Ceccarelli Lemut, Maria Luisa
Relatore Dott.ssa Baldassarri, Monica
Parole chiave
- monasteri femminili
- Pisa
- S. Maria Assunta di Montescudaio
- San Matteo in Soarta
- San Paolo di Pugnano
Data inizio appello
22/09/2008
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
22/09/2048
Riassunto
La tesi è costituita da un confronto tra tre monasteri femminili localizzati nella Toscana Occidentale, in particolare in aree geografiche pertinenti alla città di Pisa e al suo contado. I tre monasteri femminili studiati sono stati tutti fondati nell’XI secolo da membri di famiglie nobiliari a partire da chiese preesistenti.
Il primo monastero analizzato è quello di S. Matteo in Soarta, nato come monastero sub-urbano esterno alle mura altomedievali pisane. Fondatori, con due carte distinte datate 1027 e 1028, Ildeberto Albizo, capostipite della famiglia pisana dei Casapieri, e la moglie di questi Teuta. Vengono seguite quindi le vicende di questo cenobio più dettagliatamente fino al principio del XIV secolo, con brevi cenni alle vicende posteriori. Si propone poi una breve analisi dei dati di scavo ottenuti con le campagne svoltesi nel giardino del monastero nel 2003 e nel 2006 e un affondo sulla disposizione degli spazi entro il monastero, a partire dalla cartografia storica.
Secondo monastero oggetto della tesi, quello di S. Paolo di Pugnano, fondato da diversi membri della famiglia dei da Ripafratta nel 1086. La parte storica dedicata a questo cenobio riporta le vicende legate ad esso fino allo spostamento, avvenuto nel 1274, delle monache residenti nella sede di S. Anna di Renaio, in posizione sub-urbana. La parte archeologica vede una descrizione di alcune carte seicentesche e settecentesche reperite da una studiosa pisana, la Dott.ssa Daniela Stiaffini, nell’archivio della Scuola Superiore S. Anna, la cui attuale sede costituiva in epoca basso medievale la residenza finale delle monache di S. Paolo di Pugnano. Segue l’analisi stratigrafica degli elevati della chiesa, l’unico edificio monastico conservatosi intatto fino ai giorni nostri.
L’ultimo dei monasteri studiati, quello di S. Maria Assunta di Montescudaio, era posto in diocesi di Volterra ma gravitava in area pisana. Venne fondato nel 1091 da Gherardo V appartenente al ramo di Gherardo III Gherardeschi, esponente quindi di una importante famiglia comitale toscana presto entrata a far parte dell’élite cittadina pisana. A differenza degli altri due monasteri indagati, per ricostruire le vicende del monastero è stata utilizzata soltanto una ridottissima porzione dei documenti facenti parte del Cartulario del monastero, conservato all’archivio capitolare di Volterra e non liberamente consultabile: si tratta di alcune carte copiate nel Settecento e conservate all’Archivio di Stato di Firenze, edite pochi anni fa.
Alle brevi notazioni storiche si affianca una descrizione delle fasi di ricerca archeologica svolte alla Badia di Montescudaio a partire dal 2004, un commento dei principali dati ottenuti sulla disposizione spaziale degli ambienti del cenobio e un affondo su alcuni dei settori scavati, in quanto i risultati emersi dalle indagini stratigrafiche li rendono particolarmente caratterizzati dal punto di vista funzionale.
Infine ai capitoli si aggiunge un’appendice che riporta le varie carte di donazione legati ai tre cenobi, l’elenco delle badesse e dei gastaldi ad essi legati, informazioni sul patrimonio fondiario.
Il primo monastero analizzato è quello di S. Matteo in Soarta, nato come monastero sub-urbano esterno alle mura altomedievali pisane. Fondatori, con due carte distinte datate 1027 e 1028, Ildeberto Albizo, capostipite della famiglia pisana dei Casapieri, e la moglie di questi Teuta. Vengono seguite quindi le vicende di questo cenobio più dettagliatamente fino al principio del XIV secolo, con brevi cenni alle vicende posteriori. Si propone poi una breve analisi dei dati di scavo ottenuti con le campagne svoltesi nel giardino del monastero nel 2003 e nel 2006 e un affondo sulla disposizione degli spazi entro il monastero, a partire dalla cartografia storica.
Secondo monastero oggetto della tesi, quello di S. Paolo di Pugnano, fondato da diversi membri della famiglia dei da Ripafratta nel 1086. La parte storica dedicata a questo cenobio riporta le vicende legate ad esso fino allo spostamento, avvenuto nel 1274, delle monache residenti nella sede di S. Anna di Renaio, in posizione sub-urbana. La parte archeologica vede una descrizione di alcune carte seicentesche e settecentesche reperite da una studiosa pisana, la Dott.ssa Daniela Stiaffini, nell’archivio della Scuola Superiore S. Anna, la cui attuale sede costituiva in epoca basso medievale la residenza finale delle monache di S. Paolo di Pugnano. Segue l’analisi stratigrafica degli elevati della chiesa, l’unico edificio monastico conservatosi intatto fino ai giorni nostri.
L’ultimo dei monasteri studiati, quello di S. Maria Assunta di Montescudaio, era posto in diocesi di Volterra ma gravitava in area pisana. Venne fondato nel 1091 da Gherardo V appartenente al ramo di Gherardo III Gherardeschi, esponente quindi di una importante famiglia comitale toscana presto entrata a far parte dell’élite cittadina pisana. A differenza degli altri due monasteri indagati, per ricostruire le vicende del monastero è stata utilizzata soltanto una ridottissima porzione dei documenti facenti parte del Cartulario del monastero, conservato all’archivio capitolare di Volterra e non liberamente consultabile: si tratta di alcune carte copiate nel Settecento e conservate all’Archivio di Stato di Firenze, edite pochi anni fa.
Alle brevi notazioni storiche si affianca una descrizione delle fasi di ricerca archeologica svolte alla Badia di Montescudaio a partire dal 2004, un commento dei principali dati ottenuti sulla disposizione spaziale degli ambienti del cenobio e un affondo su alcuni dei settori scavati, in quanto i risultati emersi dalle indagini stratigrafiche li rendono particolarmente caratterizzati dal punto di vista funzionale.
Infine ai capitoli si aggiunge un’appendice che riporta le varie carte di donazione legati ai tre cenobi, l’elenco delle badesse e dei gastaldi ad essi legati, informazioni sul patrimonio fondiario.
File
Nome file | Dimensione |
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01_Frontespizio.pdf | 4.21 Kb |
02_Indice.pdf | 9.10 Kb |
03_elenc...zioni.pdf | 5.09 Kb |
04_Introduzione.pdf | 19.85 Kb |
13 file non consultabili su richiesta dell’autore. |