• Montale
• letteratura italiana XX secolo
• figurativa
• arte

L’oggetto di questa tesi è il rapporto di Eugenio Montale con l’arte figurativa. L’indagine ha inteso fornire una visione di questo aspetto a tutto tondo, è stato analizzato quanto di “figurativo” vi sia nell’opera del poeta, quanto della sua poesia abbia goduto di fortuna negli ambienti artistici, ma anche la sua attività di critico e conoscitore d’arte in sede giornalistica e le sue posizioni in campo estetico. Naturalmente, un lavoro simile ha dovuto necessariamente tenere conto dei contesti culturali e artistici in cui si mosse il poeta durante tutta la sua attività e elementi biografici quali legami di amicizia con artisti o critici d’arte.
Gli artisti e i critici d’arte che più hanno intrattenuto scambi con l’opera di Montale sono Emilio Cecchi, Francesco Messina, Scipione, Giovanni Segantini, Filippo De Pisis, gli artisti del cenacolo dell’Antico Fattore e di casa Rodocanachi, Giorgio Carmelich, Leonardo da Vinci, Giorgio De Chirico. Oltre che alle transcodificazioni fra due diversi codici, si sono scovate dipendenze intertestuali fra scritti di critica (Cecchi) o di teoria (Leonardo, De Chirico), e le poesie di Montale.
L’analisi degli articoli montaliani ci ha dato la possibilità indagare le fasi del pensiero estetico del poeta, le sue preferenze in arte, e il suo rapportarsi a un’epoca di grandi cambiamenti in campo espressivo come il dopoguerra e l’epoca postmoderna.
Anche l’opera di artista di Montale è stata analizzata e rapportata a tutti gli altri elementi.